La ratio circolare dell’autoreferenzialità

Trovo culturalmente peregrina l’idea o la proposta (?) di cambiare la Costituzione Italiana, la quale non è stata mai applicata nei suoi valori sostanziali.
Trovo culturalmente peregrina l’idea o la proposta (?) di cambiare la Costituzione Italiana, la quale non è stata mai conosciuta, né applicata nei suoi valori sostanziali, nonostante costituissero le fondamenta dei pilastri portanti della struttura democratica dello Stato. Mentre di questa se ne conoscono appena le norme tecniche elementari di funzionamento.
L’essere entro questa struttura (o volerla mantenere in piedi dall’esterno) non fa di coloro che vi operano dei democratici, quando di essa fanno un uso diverso dalla sua destinazione originaria.
Ed è quello che si è compiuto da quando i partiti, quali organi vitali della struttura democratica dello Stato, hanno iniziato la chiama dei cittadini al dovere di sostenerli con il voto a prescindere: solo in nome del malinteso dettato della Costituzione, l’articolo 49. Affermando che questo era l’esclusivo modo di preser:arla vitale.
Così ogni cittadino è stato chiamato a sostenere comunque un partito, solo perché questi potesse concorrere, assieme agli altri, alla stabilizzazione della struttura democratica dello Stato, così come voluta dalla Costituzione. Laddove la stessa Costituzione aveva affidato a tutti i partiti, il compito prioritario di tutelare i valori umani, civili e sociali dello stesso cittadino, quale obiettivo conclusivo della democrazia.
E’ evidente come questa retorica logica circolare sia squisitamente autoreferenziale e che applicata, come lo è stata, abbia trasformato la democrazia costituzionale in una partitocrazia, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di chi vuole vederle.
Per rendere più immediato il mio pensiero, che è di grande preoccupazione, uso la metafora degli ulivi del leccese, che si sono dovuti necessariamente abbattere, non potendoli curare, perché vi si è annidato un batterio, molto contagioso e non aggredibile, la Xylella. Prevedo che la partitocrazia, dimostratesi anch’essa inattaccabile, debba procurare la stessa necessaria fine alla democrazia costituzionale italiana.
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