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L’impatto ambientale di un Pc

Uno studio dell’ONU rivela l’impatto ambientale della produzione di Pc: vengono usate 1,8 tonnellate di materiale grezzo per la costruzione di un singolo desktop.

di Giuseppe Castiglia - mercoledì 10 marzo 2004 - 7607 letture

La notizia proviene da Tokyo, dove uno studio universitario sponsorizzato dalle Nazioni Unite ha rivelato l’entità dell’impatto ambientale di ogni singolo computer prodotto. Le catene di montaggio, per costruire un singolo PC desktop, impiegano infatti oltre 1,8 tonnellate (già, avete letto bene) tra metalli, carburante fossile ed altri elementi.

Secondo lo studio, la costruzione di un PC standard corredato di un monitor 17" a tubo catodico richiede almeno 240 kg di carburante fossile, 22 kg di vari elementi chimici e 1,500 kg di acqua: in termini di peso, il totale di questi materiali equivale a una piccola macchina utilitaria.

"Per diminuire l’impatto ambientale", dice Eric Williams (ricercatore all’Università delle Nazioni Unite di Tokyo ed autore dello studio), "bisogna prolungare la vita d’uso dei computer".

In parole povere prima di fare un aggiornamento generale dell’hardware di sistema è bene non disfarsi del vecchio PC, destinandolo agli impianti di riciclaggio (che comunque necessitano di molta energia). La scelta migliore è di venderlo oppure donarlo a chi non ne possiede uno, allungando considerevolmente la vita dell’amato calcolatore.

Lo studio mette in luce che in tal modo si riesce a risparmiare energia fino a 20 volte rispetto alla via del riciclaggio.

Questo perchè gran parte dell’energia richiesta nel processo produttivo viene utilizzata per assemblare semiconduttori e circuiti integrati, che al momento del riciclaggio restituiscono solamente piccolissime parti di materiali riutilizzabili. Eric Williams sostiene che per riciclare un singolo banco di memoria RAM da 2 MByte, del peso di 2 grammi, vengono impiegati 1,7 kg di carburante e 32 kg di acqua.

Il ricercatore, autore della pubblicazione "Computers and the environment understanding and managing their impacts" (ISBN: 1-4020-1680-8, pubblicato dalla Kluwer Academic Publishers), dichiara che la soluzione migliore è quella offerta dal mercato di seconda mano: meglio del riciclaggio, meglio dello smaltimento diretto. Solo in questa maniera è possibile ammortizzare l’impatto ambientale, controbilanciandolo con un maggiore potenziale di produttività (e longevità) di ogni singola macchina.

Per approfondire l’argomento, l’Università delle Nazioni Unite offre un sito dedicato alle tematiche ambientali legate all’informatica.

Tommaso Lombardi [ZEUS News ]


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> L’impatto ambientale di un Pc
10 marzo 2004

di Giuseppe Castiglia? COPIATO da Giuseppe Castiglia
    > L’impatto ambientale di un Pc
    10 marzo 2004

    La informo che l’articolo è di Tommaso Lombardi [ZEUS News ]- Essendo una notizia Interessante Giuseppe Castiglia che è attento alle notizie interessanti non ha fatto altro che metterlo a disposizione dei lettori di Girodivite. Citando la fonte dell’articolo.
> L’impatto ambientale di un Pc
15 marzo 2004, di : BubiOnBoard |||||| Sito Web: BubiOnBoard

Ok, mettiamo che io voglia acquistare un PC di seconda mano (e ne ho realmente intenzione) dove lo vado a cercare?? Tramite internet non sono riuscito a trovarne e sia l’assindustria che la confartigianato di Parma (città dove dove lavoro) non mi hanno saputo indirizzare verso esercizi commerciali che ritirino l’usato per rivenderlo o anche solo per smaltirlo, la stessa società che si occupa della manutenzione dei computer della ditta per la quale lavoro, non ritira le macchine vecchie e di conseguenza non le smaltisce o non le rivende.

Trovo abbastanza inutile che l’ONU pubblichi certi studi se non sono corredati di spiegazioni e aiuti non fuori dal mondo (come quello di regalare un pc vecchio chi non lo possiede...) per ovviare a questi problemi. La mia domanda dunque è come e dove posso trovare un rivenditore (e non un privato) che mi offra delle garanzie minime di funzionamento, che non sia dall’altra parte del globo?

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