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In ricordo di Roberto Freak Antoni

Il 12 febbraio 2014 ci lasciava Roberto Freak Antoni. Vogliamo ricordarlo attraverso le parole di Vincenzo Sparagna - un altro dei nostri "cattivi maestri".

di Redazione - lunedì 13 febbraio 2023 - 3265 letture

QUEL GENIO DI FREAK / di Vincenzo Sparagna *

Brutta giornata questo 12 febbraio 2014, avvelenata dalla notizia della morte di Roberto Freak Antoni. Come tanti altri che lo hanno conosciuto e amato anche io vorrei dire qualcosa di questo uomo singolare, ma non è semplice, perché ogni parola rischia di essere retorica in momenti come questo. Mi vengono in mente quei discorsi che si tengono in occasione dei funerali: quanto era bravo, intelligente, spiritoso, gentile. Cose magari tutte vere, ma che, dopo la morte, assumono un tono ambiguo, sembrano di circostanza anche se non lo sono. Così mentalmente mi rifugio in quella frase che usammo nel 1988, Filippo Scozzari ed io, per dare notizia su FRIGIDAIRE della morte del suo e nostro amico e compagno Pazienza: “morto un genio, non se ne fa un altro”.

Genio, una parola che si usa troppo spesso. Ma nel caso di Paz o di Freak non me ne vengono altre. Mi ricordo il suo debutto sulle pagine del n. 2 di FRIGIDAIRE con il nome di Astro Vitelli, o le sue rubriche su FRÌZZER che firmava Beppe Starnazza. E ancor più ricordo una irripetibile serata di presentazione della rivista al Piper di Roma nel febbraio 1981, dove arrivammo Tamburini (un altro genio) ed io stravolti da una notte e un giorno passati in una tipografia di Pomezia.

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Roberto Freak Antoni - Curcio libero

Sul palco c’erano alcuni di noi in camici verdi da chirurgo che mimavano un intervento su un finto malato estraendo chilometri di finti intestini in un’allegra parodia del grand guignol, mentre andava a tutto volume una mix di musiche preparato da Mattioli. Poi ecco… buio improvviso e un occhio di bue illuminò un gelido frigorifero da cui uscì Freak in abito da marinaio cantando “Arriverci Roma” in un suo arrangiamento che aveva come sottofondo il rumore sordo di un bombardamento… “Good bye, au revoir…”.

Oppure ricordo un “concerto per la libertà” del 4 giugno 1992 all’Alpheus di Roma con lo slogan “Curcio libero, amnistia!”. Freak indossava l’omonima t-shirt di FRIGIDAIRE con un disegno di Palumbo e intrattenne la folla con quella sua voce da cantante/attore brechtiano, sempre serio anche nelle battute più esilaranti. Con lui il rapporto non si era mai interrotto. Presentammo insieme una mostra frigideriana organizzata da Massimo Andreini al centro sociale Intifada di Empoli. In coppia con la bravissima pianista Alessandra Mostacci venne alla Mostra dell’Arte Maivista di Pescara il 14 aprile 2012, affascinando il pubblico in una memorabile serata e il 25 aprile dello stesso anno arrivò a FRIGOLANDIA, sempre accompagnato da Alessandra, per la XII edizione della “Festa della Liberazione dei Frigoriferi Intelligenti”.

In quella occasione si esibì cantando canzoni nuove e antiche, fino alla bellissima “Sono un ribelle mamma”. Ogni suo spettacolo era un ragionare con il pubblico, fatto di scatti improvvisi, di battute fulminanti, di melodie popolari d’élite. Proprio perché autonomo e originalissimo Freak Antoni era uno di noi, un pezzo insostituibile nella storia di FRIGIDAIRE. Dire che ci mancherà è troppo poco per raccontare il vuoto che lascia. Ci resta la sua leggenda, come quella di Paz, di Tamburo e di tutti i nostri eroi, sempre eroinomadi, talvolta eroinomani, gente con il cuore caldo e la mente fredda.

*direttore dei mensili IL NUOVO MALE e FRIGIDAIRE

Fonte: www.frigolandia.eu


A Roberto Freak Antoni abbiamo dedicato a suo tempo il numero 02.2014 di Post/teca.



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