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Il declino dei c.d. "corpi intermedi"

Che modello di società si sta preparando per l’avvenire se i c.d. "corpi intermedi" rivestiranno un ruolo sempre più marginale?

di Emanuele G. - mercoledì 10 giugno 2015 - 2162 letture

Uno dei retaggi più deleteri dell’Ottocento e del Novecento è l’avere reso statici noi europei. Ci siamo così convinti della nostra superiorità da farci diventare tetragoni a qualsiasi novità e/o cambiamento. Il che spiega come mai siamo un continente in viva e acuta crisi. Tutte queste categorie kantiane, hegeliane, marxiane e così via discorrendo hanno costruito alla fine attorno a noi una gabbia di pura ideologia da cui non riusciamo a uscire.

Tuttavia, non esiste solo una questione di staticità complessiva del vecchio continente. Oltre a essere statici non ci accorgiamo delle novità e/o cambiamenti in corso convinti che la storia la facciamo noi. Mentre non è proprio così. Infatti, la storia è un’entità piuttosto indipendente e dinamica che fa fuoruscire dal proprio cappello di prestigiatore nuove cose senza che noi abbiamo il barlume di comprenderne la portata. Questo atteggiamento comporta un sovrapiù di rigidità foriera di parecchie criticità nell’Europa contemporanea.

Parafrasando Chateaubriand, la nostra "biblioteca" ci fa vedere il presente e il futuro. Ma non con i nostri occhi. Bensì con quelli della "biblioteca" ossia dell’insieme delle norme culturali che il tempo ha stratificato e sedimentato nella nostra società. Una "biblioteca", ammettiamolo pure, parecchio insidiosa poiché blocca in realtà il nostro agire di cognizione nei confronti della realtà che ci circonda. Questo diventa allora un atteggiamento di rifiuto e di non percezione sia delle novità che dei cambiamenti. Soprattutto in un mondo c.d. "liquido" quale lo stiamo verificando da qualche tempo a questa parte.

Ripetiamo, simile a un mantra, che il mondo è "liquido" e che, pertanto, dobbiamo agire in maniera maggiormente elastica rispetto al passato. Poi nella realtà smentiamo in maniera pesante tale convincimento rifiutando di percepire le novità e/o i cambiamenti prodotti da una realtà sempre più dinamica e molto meno ideologizzata rispetto al passato. Quanto siamo bravi noi europei nel smentire nei fatti i nostri convincimenti. La nostra presunta superiorità ci impedisce di far seguire l’azione al pensiero!

Che il mondo stia cambiando - con modalità inusuali e innovative - lo si nota dalle dinamiche sociali. I secoli della supremazia delle ideologie sulla realtà (Ottocento e Novecento) ci avevano lasciato in eredità un modello sociale secondo il quale i c.d. "corpi intermedi" sovrintendevano alle dinamiche sociali. Per corpi intermedi si intende quelle organizzazioni sociali che si occupano della socializzazione del cittadino. Nel senso che hanno l’obiettivo di rendere cittadino ogni essere umano. Questi corpi intermedi sono, ad esempio, la scuola e la chiesa. Ma anche l’associazionismo, i partiti, i sindacati e tutte quei gruppi sociali che esplicano una rilevante azione nel campo sociale.

Orbene, tale modello non ha più motivo di esistere. Per il semplice motivo che il grado di socialità in noi è andato via via scemando. Siamo passati da una fase di partecipazione di massa tipica dell’Ottocento e del Novecento a una recitazione basata sulla singolarità. Nel mondo c.d. "liquido" non c’è posto per la partecipazione, bensì solo per il consumo di beni e servizi. Siamo - a dir il vero - molto più soli e isolati ora che qualche decennio fa. Questo perché il modello sociale è più orientato ora sulla solitude del signolo. Mentre le reti di coinvolgimento del signolo in seno alla società sono andate diradandosi e scomparendo. Perdendo di conseguenza importanza e valore.

Da qui la crisi che sta investendo in maniera definitiva i corpi intermedi. Corpi intermedi che assolvono, o per lo meno dovrebbero assolvere, funzioni di prepolitica e di parapolitica. Le dinamiche sociali di oggi non li considerano più strategici e vivono una triste fase di ripiegamento e ridimensionamento generalizzato. Non rappresentano più, i corpi intermedi, la "condicio sine qua non" per innescare i processi di socializzazione fra gli esseri umani. I corpi intermedi sono stati di fatto sostituiti da altri strumenti. Internet è uno di questi. Oppure lo spontaneismo sociale. In breve quando la gente decide di fare qualcosa assieme - quindi socializzazione - non lo fa rivolgendosi ai corpi intermedi, bensì a strumenti che vengono creati a secondo delle necessità dell’essere umano.

La gente, in breve, ha relegato i corpi intermedi nel dimenticatoio considerandoli il prodotto di un mondo che non c’è più e passato. Anche perché è necessario stigmatizzare il fatto che i sempre più frequenti casi di declino morale ed etico dei corpi intermedi hanno ingenerato nella gente un senso di profonda sfiducia e allontanamento. Corpi intermedi intesi più come strutture burocratiche chiuse e lontane dai reali bisogni della gente. In realtà non è in atto un mero divario fra la gente e la politica, ma fra i corpi intermedi e la gente stessa. L’uomo e la donna del mondo c.d. "liquido" stanno semplicemente strutturando nuove modalità di socializzazione a prescindere da quelle organizzazioni che un tempo se ne occupavano.

Tutto questo che mondo sta creando? E’ chiaro che i corpi intermedi non avranno un ritorno di fiamma a meno di un loro radicale rimpensamento. Sarà una società più solitaria nel senso che le dinamiche sociali non dipenderanno da organizzazioni sociali. Avremo, quindi, una società maggiormente indipendente e capace di venire incontro alle proprie esigenze vitali mediante la costruzione di modelli intermittenti e non costanti nel tempo di socializzazione. Forse sarà un bene perché un modello sociale dove prevale la delega verso altri non è mai un segnale di una scoietà dinamica e realmente libera.


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