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Guerra in Libia: chi l’ha vista ?

Per la prima volta nella storia italiana, almeno da quando siamo in democrazia, la guerra, quella vera in Libia, è riuscita a sparire completamente dalla scaletta dell’informazione.

di Massimo Cubeda - martedì 28 giugno 2011 - 2845 letture

Continua il clamoroso silenzio, che ormai da più di un mese avvolge le operazioni militari della guerra in Libia. Sono passati infatti ormai, più di tre mesi da quel 19 marzo in cui l’Italia, insieme ad altri paesi, e su mandato Onu dava inizio al suo intervento militare in Libia, allo scopo di difendere prima, e sostenere poi, il fronte popolare che aveva deciso di opporsi al regime di Gheddafi.

Poi, come è normale di fronte al perdurare di qualunque conflitto bellico, la pressione dei media, all’inizio spasmodica, si è gradualmente allentata man mano che il conflitto in Libia cominciava pian piano a far parte della nostra normalità. Ciò che non è assolutamente normale è invece lo scientifico silenzio calato ormai da più di un mese su ciò che realmente accade sul fronte di guerra libico, da parte di tutti gli organi d’informazione nazionali.

A partire dalla famigerata liberazione di Misurata avvenuta il 23 aprile ed ancor più dopo le elezioni amministrative del 15 e 16 maggio, giornali e telegiornali nazionali hanno smesso quasi improvvisamente di informarci su cosa stia accadendo al di là del mediterraneo. Certo della guerra in Libia come entità astratta, gli organi di informazione hanno continuato e continuano a parlarne, proponendoci un giorno si ed uno no, una conferenza di Obama, un’apparizione di Gheddafi, o una dichiarazione di Frattini, legate in qualche modo al conflitto in corso.

Per la prima volta nella storia italiana, almeno da quando siamo in democrazia, la guerra, quella vera in Libia, è riuscita a sparire completamente dalla scaletta dell’informazione. Spariti nel nulla tutti gli inviati sul posto, nessun tipo di reportage, nessuna nuova immagine, nemmeno quelle ormai superflue dei ribelli che sparano in aria come se fosse capodanno, senza che si capisca se lo facciano a 100 metri dal fronte o a due metri dal loro garage.

Nessuno saprebbe dire oggi in Italia, (e ancora peggio forse nemmeno se lo chiede più) se i ribelli hanno conquistato Brega, se gli elicotteri da guerra francesi siano in attività e con quali risultati, e soprattutto se gli aerei italiani stiano bombardando o cos’altro stiano facendo. Le poche informazioni di cui si riferisce più regolarmente, sono quelle riguardanti i raid aerei sulla città di Tripoli, spesso indirizzati verso quella famigerata residenza di Gheddafi che, a meno che l’uomo che governa la Libia da quarant’anni non sia così sprovveduto da farsi trovare lì intento a giocare a scacchi, difficilmente saranno risolutivi per il conflitto.

Altre informazioni frammentarie degli ultimi giorni, parlavano di un tentativo di avanzata dei ribelli dalla città di Misurata in direzione Tripoli, ma se consideriamo che fino a poche settimane fa le ultime notizie davano la città di Misurata come una città sotto assedio che rischiava di cadere nelle mani di Gheddafi, evidentemente anche qui il cittadino medio si è perso qualche passaggio. ribelli-libici.jpg Così pur ammettendo che quando c’è di mezzo una guerra, un’informazione completamente trasparente non la si ha mai, per tutta una svariata serie di ragioni a cominciare dai cosiddetti inconvenienti del giornalismo embedded, un silenzio ed una mancanza di informazioni così (s)vistosa, su di una guerra in cui il nostro paese è a più livelli coinvolto, è semplicemente vergognosa; e ciò senza dimenticare le forti sovvenzioni pubbliche ricevute dai principali organi d’informazione.

Solo infatti quando informato in maniera adeguata dei fatti, il cittadino elettore potrà decidere se il nostro Governo sta facendo bene, o sta facendo male a prendere le decisioni che ha preso, se è d’accordo con Frattini e Napolitano che premono perché il nostro impegno in Libia continui o se pensa come Bossi e Di Pietro che sia meglio ritirarci. Al momento nessun grande giornale e telegiornale si è preoccupato più di tanto che il cittadino si potesse fare serenamente una sua idea sulla guerra in Libia e sul nostro coinvolgimento, ma in compenso nessuno ha dimenticato di informarci che Clooney e la Canalis si sono lasciati.

(Foto: @americanistadechiapas - Flickr.com)


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