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Fabrizio Frizzi e qualcosa in più

Alle volte, semplici gesti quotidiani fatti o vissuti di riflesso, ci portano a ragionare quali sensibili spie, sulle situazioni che stiamo vivendo; ci possono persino far fermare; oppure rimangono volontariamente ignorati, in ogni caso non sono mai materiale inerte, certo sono esperienza che si sedimenta

di Ornella Guidi - mercoledì 4 aprile 2018 - 5660 letture

Allo stesso modo ci sono eventi che portano a riflettere, che impongono una riflessione e che a differenza dei primi, più personali, non possono questi, essere ignorati.

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Fabrizio Frizzi

Muore un personaggio della Televisione, meglio dire della RAI, visto che per scelta è sempre rimasto fedele al proprio datore di lavoro: Fabrizio Frizzi, sessanta anni, due matrimoni, una figlia piccola, e ad un tratto l’ Italia tutta emotivamente partecipa nel dolore.

Frizzi era un uomo di spettacolo, ma non era certamente l’ unico, eppure a furor di popolo ha avuto quasi un funerale di Stato, circa diecimila persone gli hanno reso omaggio alla camera ardente e in tutti gli innumerevoli scatti dei presenti, famosi e non, ognuno di loro portava sul viso un dolore visibile e non di circostanza.

Fabrizio Frizzi viene di volta in volta ricordato dagli intervistati come persona simpatica garbata professionale umana onesta gentile disponibile. E’ molto, è tanto, eppure deve esserci in questo cordoglio popolare e capillare, un motivo che va oltre. Nel display della Rai era famoso ma non presentava programmi di spicco come il festival di Sanremo…o di prima serata; presentava L’ Eredità, un programma a quiz che precede il Telegiornale delle 20,00 di Rai 1 dove inizialmente aveva sostituito il suo titolare Carlo Conti impegnato proprio nella conduzione di Sanremo, e poi vi era rimasto a pieno titolo.

Se la sorta di lutto nazionale derivato dalla morte di Frizzi, dipendesse solo dal suo appeal umano, alla Rai dovrebbero darsi delle botte in testa per giorni, per non aver compreso il carisma di quest’uomo apparentemente qualunque ma che tanto qualunque non doveva essere, se è stato capace, senza clamori di alcun tipo, di sollevare un’ ondata di dispiacere autentico e non solo un fatuo fenomeno mediatico.

Una rete televisiva sempre alla ricerca del cavallo vincente, si è trovata con un Messi impiegato in larga parte in amichevoli ed ora è inesorabilmente tardi per farlo entrare in partita. Una Rai che avrebbe potuto utilizzare un grande Frizzi, intrattenitore, cantante…nel contenitore domenicale del popolare Domenica In, da anni, o quanto meno prima dell’ infausto affidamento alle sorelle Parodi; rimasta ora la Cristina Parodi che avrà tante qualità ma poca empatia e gli ascolti sono colati a picco.

Ad un professionalissimo, garbatissimo e simpatico Frizzi si è preferita persino una Benedetta Parodi che nei suoi programmi di cucina, cucina in una manciata di minuti, avendo già tutto preparato con cura sul tavolo, e gli ultimi attimi vengono scanditi da: cinque quattro tre due…. Già non mi piace cucinare, ma dovessi farlo in quella lotta serrata contro il tempo, allora sì che mi butterei sulla prima fetta di pancarrè nuda e cruda… eppure anche la Benedetta Parodi l’ hanno fatta improvvisare intervistatrice e gli ascolti sono precipitati nel secondo buco nero…

Alla dirigenza Rai, chi decide tutto, deve aver pensato che una giornalista e la sorella cuoca avrebbero avuto i numeri per tenere banco tutto il giorno; ho letto da qualche parte che il cachet delle Parodi va o andava dai 25.000 per la prima ai 12.000 euro per la seconda, a puntata, può darsi che per contratto li prendano davvero, ed anche se non lavorano, perché ormai Domenica In è ridotta a due ore poco più…è una pietra rotolante nella polvere.

Hanno fatto fuori Massimo Giletti con la sua Arena da oltre quattro milioni di spettatori, per far posto al Duo.

Ma ecco che dopo queste scelte non solo discutibili, ma peggio, alla luce dei risultati concreti di audience e di successo Rai, c’è stato un colpo di scena: in seguito ad una breve e grave malattia, repentinamente muore Frizzi, quel Frizzi che sì è bravo ma…nella vita professionale del Frizzi presentatore, deve esserci stato per i Dirigenti Rai sempre un ma…E la gente invece dice – guardate che noi ci tenevamo, ci tenevamo tanto ma tanto.

Mi chiedo allora se questo atteggiamento non valga per tante altre questioni; che mentre il Corriere della Sera ci tiene a sottolineare che Sergio Battelli, il nominato tesoriere del M5S, ha la terza media e postano un foto di Di Maio mentre prima di venire eletto, vendeva bibite allo Stadio San Paolo di Napoli – forse alle persone, alla massa, questo non importa più di tanto.

Forse neppure un Di Maio ex steward al San Paolo riuscirà a fare i danni e a provocare i dolori che hanno provocato agli Italiani, il bocconiano di ferro Dott. Mario Monti e la dottoressa Elsa Fornero, quest’ ultima – professore ordinario di Economia politica della Facoltà di Economia dell’ Università di Torino, come recita la biografia, insegnando Macroeconomia ed economia del risparmio, della previdenza, e dei fondi pensione.

Ritornando a Frizzi, in questo addio così struggente ad un Italiano semplicemente normale, con ottime qualità ma nessun fenomeno, forse si può intravedere da parte delle persone, un bisogno di riaffermare la vita concreta di tutti i giorni, anche all’ interno dei piccoli miti televisivi; un desiderio di non farsi abbindolare dalle etichettature altisonanti o da giochi mediatici, un desiderio vero di genuinità, contro tutte le manipolazioni a tutti i livelli, dal Nuovo Ordine Mondiale fino ai carciofi fritti in due secondi della Benedetta Parodi, che il pubblico non ha acconsentito di sdoganare almeno per ora, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico Rai.

Frizzi non era un uomo che si serviva in particolar modo dei media, che ha creato o portato avanti la carriera con l’ aiuto dei media; sembrava più un artigiano sotto casa, seduto tutto il giorno al suo desco di lavoro, un personaggio realmente esistito; mentre altri alla fine finiscono col diventare macchiette di se stessi, di raccontarsi e di raccontarsi all’ infinito.

O forse semplicemente, questo evento luttuoso ci ha riportato al reale, ai piedi sulla terra, alla vita di ogni giorno, ci fa pensare che ci torna a piacere andare dal fruttivendolo del quartiere che non a comprare la frutta congelata del supermercato. Anzi, da consumatrice posso dire che comprare tutto nella grande distribuzione non solo penalizza la qualità, ma non è neppure così conveniente. Questo perché nell’ omologazione dell’ acquisto, si riduce la capacità di scelta, a scapito della fantasia e del risparmio.

Così partendo da Frizzi, siamo arrivati a pensare, a mettere a fuoco, che forse vogliamo ritornare indietro a dispetto dell ‘ ultimo Smartphone uscito o che uscirà; che ci vogliamo riappropriare di una vita più semplificata ma giusta. Che senso ha nell’ Economia andare avanti di continuo, la ricerca a tutti i livelli e a tutti i costi , del nuovo, se la scia di persone che ne beneficiano sono sempre di meno, le più selezionate, le più ricche; quel tram è sempre più vuoto e le persone rimangono sulle pensiline incapaci di salirci, perché le porte si chiudono sempre più in fretta o forse sono solo troppo strette.

Non sarebbe possibile fermarsi per far sì che tutti possano salire? che tutti stiano meglio ma per davvero, che il benessere sia nella vita quotidiana per tutti, migranti e non migranti, senza sprechi, senza cattiverie, forti sempre della nostra nazionalità ed essere europei al tempo stesso ma senza abdicare ai valori di una nuova cultura priva di implicazioni culturali storiche e religiose nostre.

Abbiamo fatto grandi passi in avanti, abbiamo accettato matrimoni tra uomini e tra donne, che comunque, mi dispiace dirlo, qualcosa di particolare lo mantengono; se nel mondo la creazione avesse riguardato individui dello stesso sesso, oggi non saremmo qui, nessuno; quindi carissimi gay, nessun pregiudizio davvero, ma la coppia etero un piccolo valore biologico aggiuntivo ce l’ha, per tutti gli altri valori, riconoscimento uguale.

Accettare il nuovo che avanza ad oltranza può essere stancante, può generare dei flop imprevedibili, modello Parodi; dove tutto parrebbe funzionare ed invece non funziona, rimane solo un’ accozzaglia, priva di anima.

Questa piccola rivoluzione silenziosa ha dato segno di sé alla prima spettacolare sconfitta di Matteo Renzi che con i suoi modi un po’ da giullare alla fine ha stancato tutti, non solo il PD. La gente lo ha scaricato, ma lui non poteva mollare, ed il suo tener duro a dispetto delle promesse fatte, non gli ha fatto vincere le elezioni ma era l’ unico modo per lui per arrivare, prima che fosse troppo tardi, prima di un possibile oblio politico, al seggio ed allo stipendio da Senatore.

Non poteva andargli meglio, mentre tutti parlavano di sconfitta, lui si godeva la sua vittoria personale di aver ritrovato un’ occupazione molto ben remunerata, lui che aveva urlato in tutte le piazze, della necessità e del voler abolire proprio il Senato.

Per concludere, pur assuefatta ad ogni sorta di giostra, inciucio, corsa e quant’altro, la massa degli utenti, dei fruitori…delle persone, per la morte di Fabrizio Frizzi è accorsa come al richiamo di una cometa di luce buona, priva di effetti speciali, mentre non ha seguito altre comete ritenute fasulle. Questa scelta che non è stata indotta, dunque spontanea dimostra una forza vitale che oggi ha riguardato un evento emotivo, ma che rappresenta la capacità di aggregazione naturale al riconoscimento di un valido o per lo meno amato obiettivo


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