Emergency ritira lo staff internazionale

Il comunicato stampa della Ong italiana, pubblicato sul sito www.peacereporter.net.
Nella giornata di oggi, mercoledì 11 aprile, il personale internazionale di Emergency ha lasciato Kabul diretto a Dubai. Il significato e le ragioni di questa decisione sono contenuti nel testo che segue, che verrà diffuso anche in Afghanistan, in inglese e nelle lingue locali.
LO STAFF INTERNAZIONALE DI EMERGENCY ESCE DALL’AFGHANISTAN
A seguito delle vergognose affermazioni del Sig. Amrullah Saleh, responsabile dei Servizi di Sicurezza afgani, che in una intervista a un quotidiano italiano ripresa dalla stampa internazionale ha definito Emergency una organizzazione che “fiancheggia i terroristi e persino gli uomini di Al Qaeda in Afghanistan”, facciamo appello ai tanti cittadini afgani che hanno conosciuto il lavoro di Emergency nei Centri Chirurgici di Anabah, di Kabul, di Lashkargah, nel Centro medico e di Maternità del Panjsheer, nelle 25 Cliniche e Posti di Pronto Soccorso, nelle 6 Cliniche all’interno delle prigioni.
Dal 1999, le strutture sanitarie di Emergency hanno fornito assistenza gratuita e di alto livello a oltre 1.400.000 cittadini afgani. Facciamo appello a loro, alle loro famiglie, ai cittadini dell’Afghanistan perché si uniscano a noi nel ricordare al Governo afgano il carattere umanitario e neutrale del lavoro di Emergency in Afghanistan, volto a fornire cure a tutti, senza discriminazione politica, etnica, di genere, religiosa.
Il Governo afgano sta invece ricorrendo a ogni mezzo perché Emergency lasci l’Afghanistan: non solo con le terroristiche dichiarazioni di Amrullah Saleh - che suonano come un aperto invito a colpire la nostra organizzazione - ma anche attraverso la scandalosa e immotivata detenzione del capo del personale dell’ospedale di Emergency a Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, che a nome di Emergency ha messo a rischio la propria vita per salvare quella altrui.
Oggi, 11 aprile 2007, Emergency é stata costretta a ritirare temporaneamente il proprio staff internazionale dall’Afghanistan per ragioni di sicurezza. Per il momento, le strutture sanitarie di Emergency continuano a funzionare grazie alla competenza e alla dedizione dello staff afgano.
Se in futuro le strutture di Emergency non saranno più in grado di fornire gli stessi servizi, sappiano i cittadini afgani che la responsabilità è interamente del loro Governo che ha gettato accuse infamanti sulla nostra organizzazione, mettendo a rischio la sicurezza dei nostri pazienti, del nostro staff afgano e internazionale. Emergency continuerà ad essere vicina alle sofferenze del popolo afgano, a quei milioni di civili innocenti che da decenni subiscono la atrocità della guerra.
EMERGENCY
Milano, 11 aprile 2007
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Onestamente mi sono stancato persino di sentire nomi arabi, che alle mie orecchie suonano strani. Non sono un razzista (purtroppo lo si deve ripetere ogni volta per non essere accusati), penso solo che ciò che noi possiamo fare per l’Islam è esistere così come siamo: sono loro che devono cambiare radicalmente, noi dobbiamo solo attenuare certe nostre esasperazioni. La guerra l’hanno incomiciata loro: buona parte dell’occidente non vuole la guerra e vorrebbe persino interrogarsi sulle ragioni di essa. Le ragioni oggettive possiamo pure discuterle (religione, petrolio, generico odio razziale, etc.): quelle soggettive legate ai nostri comportamenti a volte immorali non giustificano la somma immoralità di un attentato terroristico fatto in nome di Dio. La vendetta, nemmeno essa appartiene a Dio. E’ un miserevole atto umano.
Molti si sono interrogati sulla reale utilità di Emergency in Afganistan. Non c’è dubbio che Emergency a differenza dell’esercito svolge certamente un’attività umanitaria. Tuttavia se allo stato attuale per svolgere una missione umanitaria si è costretti ad usare i soldati ciò vuol dire che non esistono le condizioni oggettive per un genuino intervento umanitario. Questa è la ragione per la quale Emergency torna a casa. In una condizione di anarchia la loro presenza alimenta ulteriormente la confusione. Questo è il mio parere, discutibilissimo come ogni parere, ma mi sento in diritto di darlo.
Non sono d’altro canto d’accordo sulla modifica delle regole di ingaggio che consentirebbe ai soldati italiani di sparare per offendere e non soltanto per difendersi. Se qualcuno non comprende la distinzione si prenda ad esempio il caso Calipari: il soldato USA in quel frangente ha aperto il fuoco per offendere non per difendersi. Lo ha potuto fare proprio perchè le regole di ingaggio USA sono diverse dalle nostre. Vogliamo porci nella condizione di sparare ed uccidere inavvertitamente qualche innocente come è successo a Calipari? La vera questione in ballo è proprio questa delle regole di ingaggio. Se Emergency va via solo per mutare questo scenario e poter giocare anche noi a Duke Nukem allora siamo messi proprio male.