Draghi salverà la vaccinazione di massa dalla banalità perniciosa della politica?

...Naturalmente la fase più lunga di tutto il processo è stata la raccolta dei dati anamnestici allo sportello d’accettazione.
Oggi ho ricevuto la seconda dose del vaccino Pfizer e ho concluso la dovuta vaccinazione erroneamente detta anti-Covid. Nell’attesa della sua somministrazione, di circa un’ora, trascorsa in una fila (all’impiedi!) ordinata, ben distanziata e bene assistita da volontari e da personale della protezione civile, ho fatto sul posto una banale analisi di flusso delle fasi del processo di vaccinazione, in cui ero inserito.
Innanzi tutto mi sono chiesto a che titolo mi trovavo lì, a sottopormi ad una prestazione terapeutica non prescrittami da alcun medico. La risposta ovvia è stata che la prescrizione proveniva direttamente da un organo politico, il governo, che con perfetta nonchalance ha scavalcato il sistema sanitario di base, nella convinzione che toccasse a lui fare tutto, trovandoci in guerra contro il coronavirus. Come se in guerra il comando restasse al governo e non passasse ai generali. Naturalmente poi s’è trovato costretto a improvvisarne uno succedaneo e, in accordo con le regioni, ha improntato i necessari punti di vaccinazione per tutto il paese. All’uopo ha reclutato medici volontari che sono stati disposti parte agli sportelli di accettazione, per verificare anamnesticamente l’assenza di controindicazioni alla vaccinazione; parte negli affiancati box di iniezione del vaccino.
Naturalmente la fase più lunga di tutto il processo è stata la raccolta dei dati anamnestici allo sportello d’accettazione. E tempi così lunghi non sono compatibili con una vaccinazione di massa in tempi cortissimi, come si sostiene di volere fare. Checché ne pensino i generali Figliolo o i Bertolaso. Ma avranno fatto una loro elementare analisi di flusso, prima di procedere a organizzare punti di vaccinazione porta a porta, come si ripromettono?
Se si vuole veramente raggiungere tale obiettivo è necessario che ogni cittadino arrivi al punto di vaccinazione con l’idoneità alla vaccinazione sottoscritta dal medico curante, molto più attendibile di quella raccolta estemporaneamente agli sportelli, e con la dichiarazione di consenso informato sottoscritta dal paziente contestualmente, così come voluto dal dovere deontologico.
In questo modo si velocerebbe significativamente il flusso operativo in ogni singolo punto di vaccinazione,ove opererebbero solo i medici iniettori volontari, invece di ricorrere ad una loro polverizzazione per soddisfare la vaccinazione di massa. Inoltre si semplificherebbero i ruoli di responsabilità professionale. A tale proposito sarebbe opportuno che lo Stato, considerato che è il governo ad avere posto la indicazione alla vaccinazione, assumesse l’obbligo dell’assitenza legale degli operatori sanitari impiegati,volontari e convenzionati, liberandoli dal peso legale di difesa, ove sorgessero della questioni giudiziarie pertinanti la vaccinazione. Un’apposita legge di discolpa, la cui efficacia peraltro potrebbe essere messa in discussione costituzionalmente, creerebbe ulteriore confusione.
Se così è in tutta Italia, mi resta solo da auspicare che Iddio salvi con un miracolo gli obiettivi del coraggioso Draghi dalla banalità del sistema politico e istituzionale dello Stato.
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