Danza del ventre e capoeira a Viareggio
Grande partecipazione di pubblico al Caffè Liberty di Viareggio per la presentazione dei corsi del Centro Culturale Antares. Grande interesse è stato manifestato per la Danza del Ventre e la Capoeira.
Grande partecipazione di pubblico al Caffè Liberty di Viareggio per la presentazione dei corsi del Centro Culturale Antares.
Grande interesse è stato manifestato per la Danza del Ventre e la Capoeira.
Per riscoprire le antiche origini sacre della Danza del Ventre, occorre rifarsi allo studio della simbologia, considerando alcuni movimenti base come il cerchio, le onde, le spirali. Questi simboli sono presenti nelle antiche culture di tutto il mondo e per la maggior parte proprio nelle testimonianze del culto della Dea.
La sacralità di questa forma di danza femminile è sopravvissuta a stenti. Quando nei secoli la donna ha perso il ruolo di saggia, madre e personificazione della Dea Madre, quando è stato introdotto il concetto di peccato, qualsiasi espressione creativa femminile ha perso il valore sacro, compresa la danza, sconfinata spesso a forme di “prostituzione di intrattenimento”.
Secondo Linda Melani, maestra della disciplina, “la sacralità della danza a livello sociale non è perduta, è scritta nel nostro cuore”. Ed è questo che si intende proporre all’interno dei suoi corsi: “una visione interiore, celata e dimenticata della danza” per ricordare che ogni gesto può nascondere un simbolo celato, o un’antica preghiera, e dare la possibilità ad ogni donna di risvegliare questa saggezza, renderla viva di emozioni, di vita e di forza.
La Capoeira, nata in Brasile intorno al XVII secolo dagli schiavi africani e vissuta come loro unica possibilità di espressione, inizialmente fu una violenta forma di combattimento che ben presto venne proibita dai padroni degli schiavi, perché ritenuta pericolosa da un punto di vista sociale in quanto dava una identità di uomini a coloro che erano invece considerati solo oggetti, merce di scambio, forza lavoro. Ma la capoeira non si fermò, nuovi gruppi si formavano, “illegalmente”, si aggiunse la musica, per far credere ai padroni che gli “incontri” altro non fossero che feste o cerimonie, e la violenza venne sostituita da movimenti meno violenti. L’obiettivo non era far male all’avversario ma arrivargli vicino per fargli capire che volendo lo si potrebbe colpire.
La scuola Antares pratica i suoi corsi come ricerca interiore, attraverso il giuoco, la danza, il ritmo, la musica, la comunicazione. Insomma “una utile terapia per rompere blocchi, preoccupazioni e tensioni”.
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