Buoni taxi e cani Tav

Sobria stretta sulle auto blu. Intanto Maglioncino Marchionne compie una partita di giro nei suoi stabilimenti: se sarà costretto a riassumere i 145 licenziati, altri 145 dovranno andarsene. La politica tace; il Presidente pure. I cani, in compenso, potranno viaggiare sui Tav

di Adriano Todaro - martedì 24 luglio 2012 - 2001 letture

Lo stesso giorno in cui lo spread arriva a livello 500, il TG1 ci ha comunicato una notizia che ci ha fatto un po’ risollevare dai meandri della depressione in cui eravamo precipitati. Finalmente, ci ha fatto sapere la testata più prestigiosa della Rai, anche i cani potranno prendere il Tav. E’ una notiziona questa perché sino a questo momento, l’amministratore delegato di Trenitalia, l’ex sindacalista Cgil ed ex comunista – si pensa pentito – nonché Cavaliere del Lavoro, Mauro Moretti si era interessato solo di pendolari. Ora il TG1 informa che i cani (non i pendolari) pagheranno un biglietto ridotto e avranno a disposizione (i padroni dei cani) un sacchettino giallo per la cacca. Ammirevole l’impegno di Moretti per far viaggiare bene i cani nelle vetture “dog”. La risposta di Ciuffettino Montezemolo non si è fatta attendere ed ecco sui suoi treni le vetture “bau bau”.

Questa innovazione si attendeva da tempo e finalmente anche il nostro Bel Paese sta diventando democratico. I pendolari, alla notizia dei cani, hanno gioito. Loro viaggeranno su vetture (quando ci sono) antiquate, stretti come sardine, calde d’estate e fredde d’inverno. Al lavoro arriveranno (quando ci arriveranno) in ritardo ma sono ricompensati dal sapere che il loro barboncino prende il Tav.

Passano i direttori ma le cazzate, il TG1 continua a riferirle. Qualche settimana or sono, l’ammiraglia televisiva ha annunciato, per bocca di Attilio Romita, che il governo ha tagliato le auto blu. Anzi lui ha detto precisamente: “Stangata sulle auto blu”. Dal che si deducono terribili tagli per risparmiare e andare incontro a una delle critiche più forti della gente comune nei confronti di politici e grandi burocrati statali.

Il buon Romita, che è in forza alla redazione”barricate”, si è scordato di farci sapere che si tagliano 5 milioni nel 2012 e 10 milioni l’anno successivo dal “Fondo di funzionamento della Presidenza del Consiglio”. E quant’è questo fondo? Attualmente 616 milioni. In un anno, quando era ministro Renatino Brunettina, il fondo è passato da 363 milioni agli attuali, appunto, 616. Monti ora taglia 5 milioni quest’anno e 10 il prossimo. Proprio un bel tagliare. Anzi per essere precisi nel dispositivo ministeriale si dice che nel 2013 il taglio riguarderà “l’acquisto, la manutenzione, il noleggio e l’esercizio di autovetture, nonché per l’acquisto di buoni taxi”.

Ora io, dopo aver letto questa sobria frase, sono rimasto perplesso. Sì perché non ero minimamente a conoscenza che in alto loco, oltre alle auto blu, deputati, senatori e burocrati, avessero anche la possibilità di acquistare dei taxi. Naturalmente, “buoni taxi”. Perché sarebbe assurdo acquistare dei taxi non buoni, magari con le marmitte rotte o con la tappezzeria strappata. Parlamentari e burocrati non vorranno, per caso, mettere su una cooperativa di taxi?

Poi, però mi hanno spiegato l’arcano: “buoni taxi” non si dovevano intendere delle auto adibite a taxi in ottimo stato, ma ai buoni gratuiti per utilizzare il taxi. Mi sono tranquillizzato a tal punto che mi sono messo a leggere il giornale e subito mi salta fuori un’altra notizia automobilistica. Maglioncino Marchionne, quello che si fa pagare in Italia ma avendo la residenza in Svizzera non paga le tasse nel nostro Paese, quello che critica le sentenze dei Tribunali italiani ma chiede (e ottiene) soldi dai governi italiani, sì proprio lui le ha cantate chiare ai cattivi sindacalisti comunisti della Fiom.

Intanto ha detto che non solo non investirà in Italia ma probabilmente chiuderà un altro stabilimento. E poi, con l’aria pensosa e grattandosi la barba incolta, da contestatore, ha sentenziato: “Se saremo costretti ad assumere le 145 persone, altre 145 persone saranno costrette ad uscire dal sistema”.

Il marchionnato discorso non fa una grinza. E’ di una logica spaventosa. Una frase del genere avrebbe dovuto, se abitassimo in un Paese serio governato da persone responsabili, scandalizzare. Avrei visto bene anche un monito del Presidente che recentemente – a proposito delle accuse a lui rivolte per il caso Mancino – ha affermato che “La correttezza dei miei comportamenti ha trovato il più largo riconoscimento”.

Boh! Sarà anche così ma noi avremmo preferito non vedere il Presidente abbracciare Gigi Buffon, inquisito. Sarebbe stato bello vedere un presidente abbracciare idealmente tutti i 145 lavoratori che un Tribunale di questa Repubblica ha reintegrato nel posto di lavoro. E, contemporaneamente, bacchettare Marchionne. Ma noi, si sa, non contiamo nulla. Siamo massimalisti, qualunquisti, vetero e crediamo – pensate un po’ – ancora nella Costituzione soprattutto quando parla di diritto del lavoro e di eguaglianza di fronte alla legge.


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