Bianco-Scapagnini. Il Polo a Catania si gioca l’ultima carta

Sotto l’Etna la sfilata dei ministri frenerà l’emoraggia di consensi intorno al leader?

di Redazione - domenica 15 maggio 2005 - 5170 letture

Sarà il “gol della bandiera”. Quello che al Cavaliere di Arcore potrebbe costare la faccia, la “salute” e la poltrona. Sarà un “voto nazionale” che potrebbe affossare FI, più di quanto non abbiano fatto le scorse regionali. “La madre di tutte le battaglie” per dirla con le parole di Luca Volontè. Sarà Catania, con tornata delle amministrative del prossimo 15 maggio, quella che vede il medico personale del premier, Umberto Scapagnini, duellare con l’uomo della margherita Enzo Bianco, a schizzare sulla tela dell’ingarbugliato esecutivo nuove leadership, ruoli e giochi di forza dell’attuale maggioranza.

Ad averlo intuito, dopo la lunga sequele di flop elettorali, non è solo il “discolo Follini” che da Roma intasa le agenzie di stampa con l’amara considerazione: “Se si vince, si frena l’emorragia, se si perde, si deve correre ai ripari”.

Due conti, sfogliando i sondaggi che segnano un sostanziale allungo di Bianco su Scapagnini (con un voto disgiunto tra le liste di centrodestra), con l’amaro in bocca, li ha fatti pure l’intera compagine azzurra. Li hanno fatti Silvio Berlusconi, che tra un magone e l’altro lo scorso weekend è volato alle pendici dell’Etna per dar man forte al “padre” del suo elisir di lunga vita, e Gianfranco Miccichè che si è precipitato allo Sheraton a coordinare le operazioni. Anche Rai2 c’aveva messo del suo pagando un concerto con Marcella Bella, mai trasmesso perché lo spot di Scapagnini è stato accolto con una bordata di fischi. “Ogni giorno - ironizza Bianco - arriva un ministro diverso: prima Alemanno, poi Buttiglione, Fini, Follini... Stavolta - conclude - Berlusconi non potrà dire che il centrodestra ha perso perché lui non c’era”.

Che dire? Per vincere a Catania gli azzurri ce la stanno mettendo proprio tutta, ma nonostante le numerosissime presenze “eccellenti”, oggi quel 61 a 0 sembra roba da museo. Quel granaio elettorale capace di uno sfavillante en plein targato 2001 adesso dà segni di cedimento voltando faccia al Cavaliere e mettendo in dubbio persino il suo ruolo di leader all’interno della Casa delle Libertà. Trentuno liste: quattordici a favore di Scapagnini, dodici per Bianco, più altre cinque, ciascuna con il suo candidato. Ma, le cose in casa Berlusconi-Scapagnini non sembrano proprio andare per il verso giusto, anche perchè il “duo” si trova a fare i conti ancora una volta con l’inarrestabile diaspora dal Polo che scricchiola e con i vecchi compagni di coalizione che hanno preferito volgere lo sguardo altrove. Due consiglieri regionali, due provinciali, quattro comunali e il senatore Filadelfio Basile salutano infatti il Cavaliere per passare sotto l’ala del “Magnifico” Ferdinado Latteri, neo coordinatore della Federazione Siciliana e papabile candidato al duello con Cuffaro per la presidenza della Regione. E ci sono, poi, i sette consiglieri comunali uscenti dell’Udc che mollano l’asse di Follini e dei “quarantenni” siciliani per seguire le orme di Raffaele Lombardo (scalzato recentemente dal coordinamento del partito siciliano) e del suo “Movimento per l’Autonomia”, una sorta di Lega Nord alla siciliana.

Autonomista è pure Nello Musumeci, l’uomo di An (corrente Briguglio) capace alle scorse europee di schiacciare con una valanga di voti l’altro siciliano Domenico Nania (il vero “trombato” alle elezioni del 2004). E come se non bastasse, l’ipotesi non dispiace neppure a Gianfranco Miccichè che - non ne ha mai fatto mistero - in una “Forza Sicilia”, ovviamente sotto l’ala del Cavaliere, ci ha sempre sperato. Insomma, il caos nella Cdl siciliana regna sovrano, anche se la vera spina nel fianco nel team del Cavaliere rimane sempre il rancoroso Lombardo. “Nel 2003 - ha detto - Casini non mi ha voluto al governo, perchè pare avesse un impegno con Baccini, che infatti è poi diventato ministro. Il 20 aprile ho fondato il Movimento per l’autonomia. Pochi giorni dopo mi hanno offerto di nuovo un posto al governo. Ma non mi avranno. L’Udc è come Forza Italia, un partito centralista e leaderista”.

Così tra un mugugno e l’altro l’ex coordinatore uddiccino mette sul piatto delle amministrative catanesi ben quattro liste che formalmente sosterranno il candidato di centrodestra, ma che in realtà incrinano le chance del dottore.

L’avvertimento è dello stesso Lombardo: “un terzo del mio elettorato voterà Bianco”.


L’articolo di Carmen Ruggeri è stato pubblicato da www.aprileonline.info Numero 260 del 14/05/2005.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -