A che serve la cultura?

La cultura di un uomo si esprime nel modo con cui affronta e organizza la vita personale e sociale e si misura con la sua capacità di saper cogliere e utilizzare le migliori fra le opportunità che la realtà gli tiene riposte in seno.
Essa è frutto dell’elaborazione critica del patrimonio di conoscenze e di esperienze maturate, e, a prescindere dalle loro specificità e a patto che siano tenute vive, sa sempre fornire valide motivazioni e iniziative al proprio agire.
Serve in condizioni estreme per superare ostacoli apparentemente insormontabili; in situazioni di normalità per migliorare il proprio status; sempre, per avvicinarsi alla propria utopia.
La cultura attecchisce su terreni appositamente coltivati e resi fertili ed ha un solo acerrimo nemico, l’ignoranza. Quest’ultima, invece, attecchisce spontaneamente su terreni lasciati incolti. Ambedue condividono lo stesso modo di riprodursi: per gemmazione! Così la cultura gemma nuova cultura; l’ignoranza gemma ulteriore ignoranza.
La cultura ha impresso la principale spinta all’evoluzione sociopolitica dell’uomo, fino a fargli realizzare le complesse e moderne democrazie occidentali e ad assumerne il governo. Oggi, alcune di queste democrazie, come la nostra, sono minacciate dall’invasione di selve d’ignoranza, cresciute nei terreni o rimasti incolti o trascurati da una politica scadente.
Solo gli uomini di una responsabile classe dirigente politica (che non abbiamo) potrebbero bonificarli.
Come? Creando l’unico strumento efficace: una valida scuola! A patto che a conformarla non siano coloro che si sono formati proprio sui terreni lasciati incolti.
P.S.: Questa è una risposta passe-partout che forse spiega i tanti perché il mio paese, a differenza di tanti altri, sia rimasto fermo e privo di un legittimo progetto di futuro.
- Achille benda le ferite di Patroclo. - Decorazioni su un Kylix dipinto da Sosia.
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