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Una guerra diventata "normale"

Le ragioni che mi hanno spinto alla realizzazione del dossier.

di Rosanna Rivetti - domenica 26 marzo 2006 - 4950 letture

Kamikaze, autobombe, 11 feriti, attentato suicida, Bassora, altri civili morti, Bagdad.... parole che oramai al nostro orecchio risultano sorde, vuote, sterili; le recepiamo al telegiornale meccanicamente, le leggiamo sui giornali con un certo automatismo, ne parliamo con abitudine e con un grado di distacco, come se non facesse differenza alcuna se un giorno a morire fossero stati in nove invece che sette, o se tra di essi fossero presenti anche bambini oppure no.

Sembra strano come le notizie di morti in una guerra aperta e lacerante abbiano assuefatto il nostro intelletto e il nostro cuore, riuscendo a strapparci solo briciole di dispiacere, meste a una coltre di indifferenza. Riconosco come può essere crudele pensare ad una guerra che ha trasformato gli spettatori in mostri, lontani, egoisti, impassibili.

Oggi semmai al telegiornale apprenderemo l’ennesima notizia di morti in uno scontro armato: uccisi altri... civili. E noi inconsciamente, abitudinariamente, ci domandiamo: che differenza fa?

Sono 7, 8, 9, 10, 20,..? MORTI?! QUANTI?

Tanto sono solo numeri che si aggiungono ad altre cifre, che poi verranno forse pubblicate tutte in blocco su qualche rivista un pò più sensibile. Si citerà: "... Il numero complessivo delle vittime è...", come ad indicare il prezzo che è stato pagato in questa guerra.

Ma prezzo per quale idea? O per quale conquista così preziosa?

La cronaca di questi fatti mi induce a riflettere. PERSONE INNOCENTI vittime di una guerra ingiusta, che loro non hanno chiesto, vengono scaraventate ogni giorno in un enorme dimenticatoio... appare un obbligo morale, per me, oltre che umano, capire il motivo di questa guerra; dare una sepoltura letteraria alle tante persone di "razza inferiore" per le quali non viene spesa nessuna lacrima, nè parola di interesse.

Voglio ripescare tutti i fatti di una guerra nella quale si miscelano problemi religiosi ed interessi economici; voglio far rivivere, atraverso la carta, ogni evento di questa guerra, squarciando il velo dell’oblio e del cinismo che avvolge esseri trasparenti ed indifesi.

Voglio debellare quella sensazione di apatia dilagante che cominciamo a provare tutti quando sentiamo parlare di morti su morti, distruzioni su distruzioni, catalogando mentalmente questi fatti come privi di “effetto”,nient’altro che monotoni, perché sembra suscitare più interesse la notizia della scomparsa del piccolo Tommaso, che l’opinione pubblica abbraccia come la "novità del momento".


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Una guerra diventata "normale"
6 maggio 2006, di : nina

Sto pensando che questo articolo è il più vero degli ultimi mesi,alla società di oggi interessa molto di più Wanna Marchi e il Grande Fratello... Gli argomenti di Guerra non fanno nè rilassare nè sorridere,per cui meglio fare finta che non esistano Ma i Politici che fanno???