Una crosta vale l’altra

Il cavaliere incrostato tra cantari e orinali

di Deborah A. Simoncini - mercoledì 25 ottobre 2023 - 2129 letture

Questa collezione è il risultato dell’aiuto e del sostegno delle mie sorelle di Forza Italia e dei miei Fratelli d’Italia e vorrei cogliere quest’occasione per ringraziare le loro signorie. Innanzitutto, vorrei ringraziare la mia sede di studio la Canale 5 Brookes Business School. Questa è soprattutto una collezione della Canale 5 Brookes, impossibile senza l’inestimabile sostegno finanziario e morale che mi ha dato. Da lei ho avuto un incessante incoraggiamento per le mie ricerche. Ringrazio di tutto cuore della continua assistenza.

Il Cavaliere incrostato

Senza risparmiare tempo e sforzi, le mie figlie e i miei figli sono stati eccezionalmente premurosi nell’assistermi in tutte le fasi del mio lavoro accademico. Sono loro enormemente debitore.

Uno degli aspetti più esaltanti del mio lavoro è stata la caccia ai capolavori. Ho sempre amato questo aspetto della ricerca. Un’ultima inaspettata iniezione di fondi ha consentito di ampliare la collezione. Negli anni ho dialogato con molti amici e colleghi che hanno condiviso generosamente con me i loro punti di vista e le mie opinioni. Viktor mi aveva gentilmente invitato a smettere la mia ricerca quanto era ancora agli inizi e mal gliene colse. E’ rimasto al palo, impallinato: a lui nemmeno un euro di eredità.

Diversamente da Marcellino, mio grande amico e mentore: lo incontrai durante un simposio nei miei giorni da studente, subito dopo la prima guerra neocoloniale, ha sposato con entusiasmo questo progetto e mi è stato vicino fin dall’inizio. Al mio fianco mi ha sostenuto senza riserve sin dai primi passi da collezionista accademico, all’inizio della carriera, esempio di mentore, guida e insegnante premuroso e umano. Gli sarò sempre grato per la sua amicizia e il suo sostegno. La riconoscenza verso di lui va oltre le parole, per il tempo e le fatiche che mi ha dedicato. Con gentilezza, premura e comprensione ha fornito la forza trainante per completare il mio progetto.

Martina ha sopportato le delizie, ma soprattutto le difficoltà di questa avventura con ammirevole calma, nonostante questo mio lavoro mi abbia tenuto spesso molto lontano da lei. Mi ha aiutato a mantenere le mie facoltà mentali. Un’incessante fonte di amore, saggezza e ispirazione. Ho intrattenuto rapporti con uomini d’affari, diplomatici, faccendieri, studenti e intellettuali, per colmare le mie deficienze artistiche che qui appaiono con tutta evidenza. Nel timore che l’insurrezione delle masse possa portare alla crisi della sovranità e al declino della civiltà ho fatto erigere, con pietre del peso di tre tonnellate, una torre e un massiccio muro, per sette metri, a difesa della collezione.

L’ignoto infinitamente indescrivibile ha alimentato incessantemente il mio desiderio, quale motore della vita che conduce alle stelle. Ricercare ossessivamente un perché non conduce dalla meta: la bellezza è senza un perché. E’ totalmente inutile, non serve a nulla e per questo mi fa stare bene. La bellezza trasfigura e conduce in altri regni, oltre il razionale, in altre sfere della ragione della coscienza. Nel respirare, pensare, amare partecipo del divino, infinito eterno, senza tempo inafferrabile e innominabile.

Ho fondato questa mia collezione sulla ricerca personale e sul contatto diretto col divino, per assecondare una mia vocazione prima frustrata. Una nuova realtà completamente diversa e sconosciuta mi si è aperta davanti. La mistica regno del misterioso e del tacere presenta l’indicibile, il non descrivibile e il mondo della spiritualità, è il mondo del Mistero che qui appare e si materializza. Una vetrata che si apre verso il cielo sovrasta la sala. Mi domando chi sono e come sono arrivato qui? Come ho fatto a diventare così potente?

Quando ho scoperto di avere dei superpoteri li ho usati per creare cose strane e misteriose. Fantasmi e spiriti mi hanno portato fino ai governi e alle società per azioni. Col denaro altrui ho inventato la mia storia di successo. Ho incontrato nani, serpenti giganti e grazie allo spirito del Gran Biscione che vive sottoterra e sa stare sopra le nuvole, ho saputo inventare la mia storia di successo: ho capito che del gioco del calcio vive l’essere umano. Se i miei antenati hanno fatto il mondo così com’è oggi, io ho deciso come sarà il mondo dei miei discendenti, domani. Continuamente mi chiedevano dove ero, a che punto mi trovavo dello scorrere della mia esistenza sul quadrante del tempo e dei tempi.

Mi ricordo l’ammonimento di padre Eligio di prendere sempre sul serio il tempo: “Il tempo è signore” diceva. Le domande quotidiane, nello scorrere del mio tempo hanno sempre avuto a che fare col tempo degli altri. Il segreto di una vita vissuta bene sta nell’arte, nell’intreccio tra l’ordire il previsto e tramare l’inatteso. Il tempo da orizzonte impegna tutta la vita. Le percezioni si legano alla temporalità. Il cronometro della vita si attiva nel venire alla luce, siamo creature intrise di tempo e la nostra vita la calcoliamo in ore, giorni e anni.

Oggi ricordare senza rimpianto alcuno mi rende grata la memoria, senza avere l’esistenza segnata dall’annullamento e dalla privazione di sé. Da morto più che da vivo, passato a miglior vita, sono diventato storia io stesso. Poiché i luoghi definiscono le persone e le raccontano io me ne vado via disorientato e sofferente da questo mondo a ricercare il senso in un altro mondo. L’istinto mi dice di battermela a gambe levate: si tratta di un gioco pericoloso e posso farmi male.

Gli strinse la mano con fiacchezza, mentre lei diceva di chiamarsi Andrea, lui si ricordò bene che era Giorgia.


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