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Sempre in Giro

"Da allora non ho mai smesso di scrivere per il web, e questo per larga parte è legato all’esperienza nella Casa/redazione di Via San Giuliano. In quella casa, ogni mercoledì sera, si radunava un gruppo di ragazzi e ragazze, che raccontavano attraverso internet il mondo attorno a loro..."

di Tano Rizza - sabato 9 marzo 2019 - 9157 letture

Il mio primo articolo per Girodivite è datato 17 Marzo 2004, raccontava la storia di Casa Nicolina, una ex aula studio all’interno del Monastero dei Benedettini, Catania. E la mia collaborazione con i “girini” parte proprio in quel periodo, i primi anni d’Università.

Da allora non ho mai smesso di scrivere per il web, e questo per larga parte è legato all’esperienza nella Casa/redazione di Via San Giuliano. In quella casa, ogni mercoledì sera, si radunava un gruppo di ragazzi e ragazze, che raccontavano attraverso internet il mondo attorno a loro. Un giornale online, perfettamente coordinato da Sergio, Pina, Giuseppe, Luca e Lucio, parlava dal centro storico di una città in fermento, e di una regione e un paese, che attraversava un periodo storico importante. Così, mi sono avvicinato a questo gruppo propositivo, pieno di idee ed entusiasmo, e conosciuto nell’arco degli anni amici come Serena, Cesare, Luca, Salvo e tanti altri, che poi hanno continuato a raccontare le loro realtà, da ogni angolo dell’Italia. Ognuno, con i suoi mestieri.

Io in quel 2004 e per molti anni successivi, in Girodivite mi interessai sopratutto di cultura, intervistando artisti di ogni tipo, e seguendo eventi di ogni genere. Ma avevo libertà di scrivere su tutto quel che mi circondava, dallo sport all’attualità, dalla lotta per la mafia a quella per territorio. Scrivevo anche racconti brevi, e ogni tanto di cucina. Tutto. Quel che mi suggestionava, nell’arco di quei 2 anni è finito nelle pagine di questo giornale. Ovviamente, sempre sotto la supervisione della redazione, e con il loro ok. E non sono mancati gli errori (grammaticali, a tonnellate), le battute d’arresto (ko direi), e qualche problema che, con un pizzico d’esperienza, avrei potuto evitare. Sempre colmato però, da quella accogliente e sicura CasaRedazione di Via San Giuliano.

Forse un evento che resterà per sempre impresso nella mia memoria è direttamente legato al giornale, ed è “L’happening delle città invisibili” organizzato dalla nostra redazione, il 7 e 8 dicembre 2006 al centro sociale Auro, in pieno centro a Catania. In quell’occasione tutti i ragazzi legati al giornale si inventarono e organizzarono un festival fatto musica e ogni tipo di arti, che riuscì alla perfezione. Una collaborazione unica, a 360 gradi con persone e realtà che in quel periodo, in quella città, ma anche in buona parte del sud est siciliano, rappresentava il fermento culturale di una porzione di quella generazione che amava fare le cose, e le faceva con passione, competenza e cuore. Tutte persone che conosco ancora, e ringrazio una per una. Sempre.

L’esperienza e la passione acquisita con Girodivite si è sempre intrecciata con le mie sorti, come quelle universitarie. Come per la tesi di laurea a Catania, che raccontava della libera circolazione delle idee sul web. Un argomento di lotta che la redazione porta avanti da 25 anni. La mia tesi diventò una pubblicazione per la casa editrice gestita da Girodivite (ZeroBook) ma sancì anche il mio addio a Catania. Una anno da fuori sede tra Siracusa e Roma, per decidere tra la specialistica a Firenze, Urbino o la capitale. Entrai ad Urbino, corso a numero chiuso in editoria, media e giornalismo (guarda caso!), nella facoltà di Sociologia. Da Catania mi diedero l’ok per continuare la mia “carriera” con Giorodivite, ed il primo articolo dalla “redazione di Urbino” è un live report, e parla del concerto degli Slint a Bologna, siamo nel 2007. Da li in poi, grazie al “passepartout” e con il benestare del giornale, inizio ad esplorare la vita culturale di Urbino, Rimini, Pesaro, Bologna, Milano, Roma e tutte le tratte raggiungibili via offerte Trenitalia.

Urbino in quegli anni è viva, studenti da tutta Italia popolano un borgo rinascimentale, e le idee sono tante. Tra queste nasce la radio d’Ateneo, Urca (Urbino Radio Campus), mi avvicino al progetto e ne prendo parte. Affianco il racconto per il giornale online a quello della radio, ma cosa più importante nascono gli eventi targati Radio Urca. Un’altra esperienza incredibile, che mi porta a capire che non è il giornalismo la mia passione, ma la promozione e la divulgazione di quello che di buono accade attorno a me. Penso, le cattive notizie lasciamole raccontare agli altri. Qui, bisogna divulgare le buone idee, come nascono, e spingerle il più possibile, in modo da generare buone prassi. Continuo a scrivere per il giornale online e fare il mio programma in radio, ma ad un certo punto è l’ora di pensare alla tesi di laurea. Durante un workshop ci chiedono di realizzare un progetto editoriale. E penso, è tempo di tornare alla carta stampata. M’invento un rivista cartacea, e creo il progetto. Un tascabile 10x15 (che entra nelle tasche di un jeans) che parla di buone prassi, cultura, e sociale, da stampare e distribuire a Urbino e dintorni. M’innamoro dell’idea è la sottopongo alla Girodivite. Dalla CasaRedazione di Catania, m’arriva una chiamata dal tono scetticismo / mistoEntusiasmo/ vediamoCheSuccede, la voce è quella di Sergio che mi dice: perché non provi a farla veramente? Un supplemento marchigiano, cartaceo, di Girodivite. Ci penso un paio di notti, lo comunico al mio relatore, e anche lui con tono scetticismo/mistoEntusiasmo/ vediamoCheSuccede mi suggerisce di provarci.

Quell’idea il 21 Gennaio 2009 diventano le prime 5000 copie della rivista“OpenHouse Urbino”, che poi sarà distribuita ogni 2 mesi, in buona parte delle Marche e per i successivi 3 anni, per un totale complessivo di oltre 50.000 copie (Ovviamente, la rivista arrivava regolarmente anche a Catania nella CasaRedazione di Via San Giuliano). All’attivo anche un libro, e un numero non ben definito (ma alto) di eventi e collaborazioni a manifestazioni culturali di ogni genere.

Nel 2011 saluto Urbino, la Radio, e torno in terra di Sicilia. Qui, torno per seguire il corso di alta formazione in turismo culturale, e porto con me l’idea della rivista, sempre sotto l’occhio vigile della redazione di Girodivite. Provo a formare una redazione attorno al progetto, cambiamo il nome in OH!, ed escono 2 edizioni. Nel frattempo creo la mia start up (una piccola agenzia di free lance della comunicazione web) e la utilizzo per promuovere la nascita di OH! Magazine Siracusa. Due edizioni, che si intrecciano strettamente con eventi culturali come la Festa della Musica di Siracusa ed Amo Fest (2011/2012).

Ma finisce li, la rivista non va avanti, e quella mia piccola start up che la spingeva è diventata, invece, il mio lavoro. Anche qui, c’è lo zampino dell’esperienza maturata dentro Girodovite, la comunicazione sul web, i suoi linguaggi, i suoi canali. Il legame con Sergio, Pina, Giuseppe, Serena, Cesare, e tutti i “girini” non si è mai fermato, e va avanti nella stima e nella gratitudine, che a volte silenziosa, ha più senso di mille dimostrazioni e parole. Sempre grazie alla“CasaRedazione” di Via San Giuliano, che sono certo essere ancora li, aperta ogni mercoledì sera, ogni qualvolta sono di passaggio in quella incredibile Catania.


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