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S&G n. 244 - Odissea dei "vecchi"

Come promesso racconto una Odissea che i vecchi del quartiere San Fiorano di VLS1929 debbono affrontare per curarsi o per informarsi. Il termine "vecchio" lo uso perché lo ritengo meno ipocrita di di terza o quarta età.

di Franco Novembrini - mercoledì 29 novembre 2023 - 682 letture

La storia che racconto è vera ma ritengo di declinarla al plurale in quanto non riguarda una singola persona ma molti vecchi che in gran numero abitano nelle case comunali o in quelle che hanno riscattato dalla Lombarda Petroli nel quartiere San Fiorano. Molte giovani coppie negli anni 50 e 60 vennero a lavorare nel Monzese trovando alloggi nel nostro quartiere, ora i figli e i nipoti si sono fatti a loro volta una famiglia e i genitori o nonni sono rimasti nelle vecchie abitazioni di allora.

La storia - Una simpatica signora, la quale come me data l’età e gli acciacchi, si serviva del Centro medico di quartiere tra via Manzoni e via Sciesa, chiuso da tre anni, alcuni giorni fa mi ha raccontato la sua Odissea, non avendo l’auto, per poter accedere alle visite mediche che avrebbero dovuto accertare la sua invalidità è stata costretta a girare per uffici difficilmente raggiungibili con mezzi pubblici ed ottenendo risposte contraddittorie e un poco "scaricabarilesche" su dove rivolgersi per il disbrigo della pratica con un rimando al medico curante, alla Polizia locale o ad un ufficio sanitario a Monza.

I viaggi - L’ho incontrata che a piedi stava andando al Centro medico di via Buonarroti a portare dei fogli che poi il giorno avrebbe dovuto ritirare, forse dopo l’apposizione del sacro timbro. Gli ho chiesto perché non usava l’autobus e mi ha risposto che avrebbe dovuto usarne due ed aspettare una coincidenza in strada. Capirete che in un paese di piccole dimensioni come il nostro prendere un bus che ti porta praticamente dal lato opposto per prenderne un altro che fa il percorso inverso è un disagio oltre che una perdita di tempo ed in caso di pioggia o maltempo non è certamente salutare. Il paese ha servizi pubblici con direzione Nord-Sud e non trasversali.

I possibili rimedi - Un possibile rimedio sarebbe quello di riaprire il Centro medico che negli scorsi anni serviva anche agli specialisti e in certi giorni anche recapito di un vigile urbano che raccoglieva le lagnanze dei cittadini. In questi anni di chiusura abbiamo letto di sui giornali di mirabolanti quanto fantasiose Case di comunità esistenti solo sulla carta e ancora più irraggiungibili se funzionanti. Ora, con un anno di ritardo, si parla di un imminente apertura del comando della Polizia locale anch’essa in una decina di anni ha cambiato tre o quattro sedi, ma ora dovrebbe occupare una nuova palazzina centrale nel nostro quartiere. Chiedo, non sarebbe possibile trovare una o due stanze dedicate ai servizi sanitari che faccia da centro medico e la presenza in alcuni giorni di un dipendente comunale che sbrighi le pratiche dei cittadini quali rinnovo carte di identità o certificati di famiglia tramite computer? Per i problemi sanitari non potrebbe prestare sevizio magari una infermiera, ce ne sono di ottime in via Buonarroti o addirittura qualche giovane dottore o dottoressa che sappia, sempre con l’aiuto del computer risolvere almeno i casi più semplici? Se durante il periodo del Covid il Comune ha continuato a lavorare con lo smart working, perché non usarlo ora come aiuto ai cittadini che hanno difficoltà di mobilità e per risparmiare tempo? A questo proposito debbo dire una cosa positiva. Abbiamo da più di un anno la farmacia di quartiere gestita in modo egregio da uno staff che ho constatato personalmente e che facendo orario continuato serve anche a molti operai o impiegati che se ne servono nella pausa pranzo senza perdere ore di lavoro dimostra che migliorare è possibile con le nuove tecnologie e un poco di fantasia.

Cemento e amianto a gogò - Come denunciato la scorsa settimana un cantiere fermo da mesi oltre ad occupare da due anni circa marciapiedi e carreggiata di via Sciesa e via Manara con materiali vari a cui si stanno aggiungendo alla discarica pezzi di vecchi mobili insistono ancora alcuni grossi sacchi fra i quali diversi rotti contenenti pare amianto e cemento in questi giorni di vento e di pioggia hanno un aspetto poco rassicurante ed è possibile una dispersione del materiale contenuto. Penso che a giorni si debba partire con una raccolta di firme da inoltrare alla Procura della Repubblica di Monza vista la poca sensibilità di chi dovrebbe sorvegliare sulla salute dei cittadini. La prossima settimana dedicherò molto spazio ai misteri della Junta, che non sono pochi. Sei mesi alle elezioni.


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