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Nella società dei nuovi sordi

Quella sordità da distrazione che continua fare vittime ma di cui si parla troppo poco. Aumentano gli incidenti da guida distratta e andamento indeciso su una media nazionale...

di Silvia Zambrini - giovedì 24 novembre 2022 - 3396 letture

Aumentano gli incidenti da guida distratta e andamento indeciso su una media nazionale che era diminuita durante i lockdown del 2020/21 e che ora si sta riavvicinando ai livelli precedenti, aggravata dall’ingresso di nuovi utenti in monopattino e altri velocipedi elettrici particolarmente esposti alla distrazione di automobilisti, autotrasportatori, e a propria volta disattenti (il grado di distrazione di ciclisti e pedoni era già aumentato sensibilmente con la diffusione massificata degli apparecchi iPad). É l’esercito dei nuovi sordi, di coloro che non sentono perché stanno ascoltando altro attraverso le tecnologie, letale in tutte quelle situazioni di imprevisto incompatibili con un allungamento dei tempi di reazione specie per chi si trova al volante (una segnaletica, una presenza inaspettata ecc.). Ma ciò che fa notizia quando un pedone viene investito sulle strisce di attraversamento in pieno giorno è se il conduttore era ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti (reati questi che continuano a costituire una minoranza delle cause da incidenti per guida distratta e in genere). Raramente, e solo come ipotesi secondaria, viene riportato che il conduttore stava leggendo, digitando messaggi, parlando col telefono in mano o ascoltando musica ad alto volume.

Il Codice della Strada in un recente provvedimento a proposito di questi comportamenti pone l’accento sull’impossibilità di tenere entrambe le mani sul volante [1]. Quasi nulla sulla distrazione da altro ascolto che coinvolge l’equilibrio e non meno la vista specie attraverso gli auricolari: questi (come per le cuffie sonore) attraverso la diretta ricezione di suoni amplificati in entrambe le orecchie estraniano l’individuo dal contesto reale: pensiamo all’andamento zigzagante e sguardo assente del ciclista o ai giovani che, anch’essi avvolti negli auricolari, attraversando i binari non hanno sentito arrivare il treno e nemmeno lo hanno visto (come invece avrebbe fatto un sordo fisiologico abituato a supplire l’udito concentrandosi sulla visuale). Il provvedimento sembra considerare la distrazione da un punto di vista di impedimento prettamente fisico tralasciando quello mentale di concentrazione e complementarità tra i sensi.

La società dei nuovi sordi avanza e si propaga in una comunicazione sempre più appesantita, distante, ma la strada non perdona: colui che non sente perché sta ascoltando altro, o comunicando altrove, una volta al volante diventa un potenziale assassino. Si tratta di persone che stanno lavorando, andando in palestra, accompagnando i figli a scuola, quasi sempre italiane, sobrie, non chimicamente alterate: magari proprio questo aspetto di apparente normalità pone dei limiti al legislatore il quale, intervenendo sul nuovo sordo come categoria a sé (al di là del fatto che possa avere o meno le mani libere) creerebbe una classe di musico assuefatti, tecno dipendenti al confine con la devianza, che include il manager, l’impiegato, il politico, l’insegnante, ...se stesso.

E i mass media assecondano l’impunità nei confronti di una noncuranza che coinvolge troppa gente per essere considerata forviante al pari di chi guida in stato di ebbrezza o tossicodipendenza. Diminuiscono i morti sulle strade grazie anche all’obbligo di utilizzare i dispositivi di sicurezza ma aumentano quelli vittime dei comportamenti più grotteschi: col conducente che investe il pedone in fase di manovra poiché, impegnato al telefono, non vede e non sente chi si trova nei pressi; salendo su marciapiedi e isole sparti traffico poiché, assorto nell’intrattenimento sonoro, non focalizza i limiti della carreggiata. Più i tanti sinistri che rientrano nella casistica ma che, senza la distrazione da tecnologia, avrebbero potuto essere evitati. Risalire alle vere cause volendo si potrebbe perché l’uso di radio, telefoni, e le relative modalità di utilizzo, è tracciabile.

​Il Covid ha fatto diffondere il lavoro da remoto che in parte può svolgersi mentre si è in transito. E la strada diventa ancor più un luogo di impegni, comunicazione a distanza. Sempre meno di osservazione vigile: una realtà che non può continuare ad essere sottovalutata, in primo luogo a livello di conseguenze gravi.

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Sicurezza al volante

Questo articolo è pubblicato anche su Fana.one.


[1] Art. 173 comma 2 CdS 2020. É vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici (smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante) ovvero di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle forze armate e dei Corpi di cui all’articolo 138, comma 11, e di polizia. É consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché il conducente abbia adeguate capacità uditive ad entrambe le orecchie che non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani.


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