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Le ragioni del No a nuovi impianti di fotovoltaico a Francofonte

Il No del Gruppo Politico Mille Papaveri Rossi di Francofonte alla costruzione di due mega impianti di fotovoltaico di proprietà di privati in zone di insediamento agrumicolo e di elevato interesse paesaggistico ed ambientale.

di Nello Russo - mercoledì 10 giugno 2020 - 2633 letture

L’agrumicoltura è morta, viva l’agrumicoltura! Il Tarocco è diventato un affare per pochi, il lavoro dei braccianti non è più una ricchezza che ha sempre dato un valore alla terra, l’opera dei piccoli coltivatori, che ha contribuito a donare equilibrio alla natura, ora sembra essere perduta. La pubblicazione di due avvisi che riguardano la costruzione di impianti fotovoltaici nel nostro territorio, uno di questi dovrebbe sorgere in contrada Passaneto, ci rende perplessi, anche perché all’interno del perimetro ricadono delle aree di interesse archeologico e boschivo.

Sfumata la costruzione del termovalorizzatore di proprietà della Solgesta, proprio a Francofonte in contrada San Biagio, ora ci provano due aziende disponibili a costruire due enormi impianti di fotovoltaico, la fattezza dei quali deturpa l’ambiente circostante, provoca una violenza ”non gratuita” al territorio e non tiene conto delle caratteristiche dei terreni sui quali verranno costruiti, arrecando un danno notevole mediante il depauperamento delle peculiarità di quei territori. Si tratta quindi di un nuovo “assalto alla diligenza” per mano dei privati, che attraverso la produzione di energia elettrica ricaveranno enormi profitti che, ovviamente, non porteranno alcun beneficio pubblico, né porterà un solo vantaggio per il lavoro negli agrumeti e per i pascoli. Rimbomba ancora forte l’esenzione delle percentuali, che l’azienda dell’impianto eolico di contrada S. Leo un tempo versava nelle casse del Comune di Francofonte, ed un fitto mistero avvolge l’abbattimento mai avvenuto dei costi dell’energia elettrica, col quale si darebbe una boccata di ossigeno all’economia agrumicola della città.

Ad aggravare tutto ciò interviene il forte impatto ambientale, che l’impianto fotovoltaico di enormi dimensioni propaga nel territorio, che è maggiore rispetto al danno che l’eolico può arrecare. Basti pensare al procedimento di smaltimento degli accumulatori posti al servizio dei pannelli e delle fotocellule, più tortuoso e complicato rispetto allo smaltimento dei motori delle pale eoliche, che tra l’altro possono essere riconvertiti. Viene allora da chiedersi, dopo lo scandalo della Solgesta e quello della Sicula Trasporti, che cosa giustifica l’accondiscendenza dell’amministrazione comunale? E come mai essa non smentisce le voci secondo le quali ci sarebbero pronti altri due progetti, per la costruzione di due fotovoltaici su due terreni coltivati ad agrumeti che verranno quindi espiantati?

Qual è la ragione di tanto silenzio? A questo punto è lecito ritenere che l’attuale compagine politica presti poca attenzione alla cura e alla difesa del nostro territorio da progetti che potrebbero invece deturparlo e svia l’attenzione dalla profonda crisi agrumicola, che sta divorando intere famiglie di francofontesi, piuttosto che impegnarsi nella redazione di un piano, serio e necessario, di rilancio dell’economia locale nel suo complesso e per la salvaguardia del territorio.

Bisogna auspicarsi che, una volta per tutte a Francofonte, avvenga davvero un cambio di rotta sui bisogni della città, sulla prospettiva di rinascita di un popolo, che purtroppo continua a perdere pezzi importanti e che assiste inerme alla fuga impietosa di centinaia di giovani.

Gruppo Politico Mille Papaveri Rossi Francofonte



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