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L’importanza del neutro

Quando intrattenimenti musicali non richiesti invadono lo spazio dei cittadini modificandone l’utilizzo.

di Silvia Zambrini - mercoledì 8 marzo 2023 - 1791 letture

Il rumore è ciò che ci impedisce di ascoltare qualsiasi altra cosa o di non ascoltare niente” G. Dorfles.

Qualcosa accomuna la via di una città col reparto dell’ospedale, la sala del ristorante, il pianerottolo di casa, il parco, la spiaggia: si tratta di parti comuni non finalizzate all’intrattenimento musicale (differentemente da discoteche, sale da concerto, locali specifici dove ascoltare musica). Di luoghi che riuniscono persone tra di esse per lo più estranee, ognuna col proprio vissuto, col proprio stato d’animo di serenità o inquietudine.

Lo spazio neutro, esente da colonne sonore diffuse, rispetta il cittadino in tutto il suo riserbo e incognita di abitudini e stati d’animo del momento. Così come la parete bianca non stanca la vista, lo spazio neutro non incide prepotentemente sull’udito e sul pensiero. Col tempo i luoghi della quotidianità, in origine neutri, si sono trasformati in ambienti di intrattenimento sonoro forzato (nei bar, sale d’attesa, luoghi della natura). Gillo Dorfles descriveva questo stato delle cose con allusione alla perdita di un intervallo che in passato scandiva il tempo e delineava i confini con la lunga parentesi notturna, le aree silenziose ai margini della metropoli e all’interno dei piccoli centri, secondo un’alternanza quiete/ rumore che col tempo è andata sfumando: l’erosione del neutro si manifesta di giorno come di notte, nelle grandi città come in montagna, lungo i laghi, nelle piazze degli antichi borghi. -vedi Erosione del neutro tra la Valtellina e Val Camonica​​​ - FREE ACOUSTIC NEUTRAL AREA (fana.one).

La musicalizzazione degli ambienti è in parte l’effetto di strategie commerciali volte ad attirare i clienti (raramente il fenomeno si verifica dove non c’è alcun bar, ristorante o punto vendita). Alla base di tali iniziative da parte di chi gestisce le attività c’è anche la falsa convinzione di compiacere chi si trova lì (...in fondo si tratta di musica). In realtà la gente subisce, un po’ per abitudine che agisce da difesa, un po’ per rassegnazione.

suono

Il Covid, attraverso i lunghi lockdown, ha modificato ritmi e stili di vita con il diffondersi del lavoro a distanza che richiede nuovi spazi in cui potersi concentrare mentalmente. Non a caso negli ultimi anni sono nati appositi luoghi di condivisione dove poter lavorare, connettersi, fare riunioni, ecc. L’area neutra acustica diventa esigenza di utilizzo e recupero del proprio tempo per chi studia, lavora, organizza la giornata dividendosi tra impegni e responsabilità compresi l’accudimento di bambini, anziani ecc. Il neutro non è lo spazio del silenzio perché ovunque succede qualcosa ci sono oggetti che vengono spostati, persone che camminano. Ma una cosa è concentrarsi mentalmente su un testo, una tabella, parlare con qualcuno mentre attorno altri sostano e si muovono normalmente. Un’ altra è fare lo stesso dove una voce meccanica trasmette insistentemente frammenti musicali, dialoghi e sproloqui a volume assordante. Quella voce prevale sulle altre rendendole indistinte: nel frastuono complessivo il passo dell’uomo, il vociare dal vivo, ecc. non sono più percepibili singolarmente. È questo il rumore nel senso di disagio: l’impatto che sovrasta e affatica impedendo di ascoltare altre cose. O di non ascoltare niente.

Riprendiamo coscienza della dimensione neutra dello spazio pubblico/ aperto al pubblico in tutta la sua essenzialità, bellezza o insignificanza. Ricordandoci di quelle volte in cui, camminando lungo una strada, seduti a un tavolo o su una panchina, abbiamo fatto chiarezza su questioni confuse, preso decisioni importanti. Ciò grazie anche a uno sfondo ambientale pulito, libero da sonorità invasive, neutro.


Questo articolo è stato pubblicato anche da Fana.one.



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