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L’importanza della libertà d’informazione, il caso Assange a casa Cervi

La collaboratrice di Wikileaks, Stefania Maurizi, racconta la sua esperienza, descritta nel libro Il Potere Segreto

di Redazione - mercoledì 17 aprile 2024 - 573 letture

Il museo Cervi di Gattatico dimostra, ancora una volta, di essere simbolo di resistenza. Durante la mattinata di sabato 13 si è tenuto un incontro dal titolo “il caso Julian Assange, ovvero la libertà di stampa” con la giornalista d’inchiesta del fatto quotidiano Stefania Maurizi, organizzato dal Consiglio Comunale di Gattatico. La giornalista Maurizi è stata collaboratrice di Wikileaks e di Assange a partire dal 2009. All’epoca, racconta durante l’incontro a casa Cervi, collaborò per tradurre e verificare un file audio dell’allora assessore regionale all’Ambiente della Campania, Walter Ganapini.

L’inchiesta finì sul settimanale L’Espresso perché fino al 2020 Stefania Maurizi collaborò con Repubblica e L’Espresso . La corrispondente d’inchiesta ha incentrato il suo discorso su tre punti fondamentali: quello che i documenti di Wikileaks hanno portato alla luce, cioè la verità; l’importanza di alcuni documenti pubblicati e, infine, il rapporto personale della Maurizi con Assange e con l’organizzazione di Wikileaks.

È stata anche citata la principale fonte di Assange e una delle più grandi fonti giornalistiche in assoluto, Chelsea Elizabeth Manning. Lei, analista d’intelligence, ha scaricato e condiviso con l’organizzazione più di 700mila documenti riguardanti le operazioni militari in Iraq degli Stati Uniti. Tra le verità più importanti che sono emerse dalle rilevazioni di Chelsea Manning si segnalano il video “collateral murders” dove due elicotteri americani uccisero una ventina di civili senza motivazioni, tra cui un fotografo e il suo assistente, dell’agenzia di stampa internazionale Reuters e le false motivazioni che portarono allo scoppio della guerra in Iraq; cioè che il regime di Saddam Hussein avesse le armi di distruzione di massa. Non le aveva.

Verso la fine della conferenza, c’è stato spazio, ancora, per sottolineare l’importanza del lavoro fatto da Wikileaks per garantire l’anonimato della fonte, attraverso un sistema di crittografia molto sofisticato. Inoltre, l’ospite ha raccontato ai presenti gli incontri che ha svolto con Assange. Due volte come uomo libero, nel 2010 e, successivamente, non da uomo libero. Infine, il pubblico presente ha fatto domande a Stefania Maurizi, interagendo e dicendo la propria su questi temi, sull’importanza della libertà di stampa e d’informazione.

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