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Il mondo-libri (secondo Codice edizioni)

Codice edizioni è una delle case editrici più interessanti degli ultimi decenni in Italia. Riportiamo il contenuto della loro ultima newsletter (27 maggio 2023)

di Redazione Zerobook - sabato 27 maggio 2023 - 533 letture

Più di 76 mila.

È il numero di nuovi libri pubblicati in Italia nel 2022, secondo l’analisi dell’Associazione Italiana Editori (AIE). Un numero enorme, in calo rispetto agli 85.551 usciti nel 2021 ma in aumento rispetto al periodo pre-pandemia. Tanti, tantissimi libri. Troppi, secondo alcuni, contando che, nel frattempo, i lettori diminuiscono. Ma la natura del mercato editoriale e il flusso economico che ne regola le dinamiche incoraggiano il costante aumento della produzione.

Aumento che non si riflette sul digitale: il numero degli e-book pubblicati è sceso, dal 2019, di quasi il 28%. Se si guarda ai diversi generi, invece, continua la crescita della narrativa – vanno forte soprattutto i romanzi d’amore – e, soprattutto, del fumetto, mentre la saggistica, benché in aumento rispetto al 2019 (+7,1%), nel 2022 ha registrato un calo a confronto con l’anno precedente (-8,6%).

Il mondo dell’editoria, in particolare quella di varia – cioè narrativa e saggistica, che ha circuiti diversi da quella scolastica e professionale – è una macchina complessa, che sa essere molto prevedibile su certi aspetti e a volte imperscrutabile su altri. Tanti sono gli attori coinvolti nei suoi meccanismi e il loro peso può cambiare. La pandemia, per esempio ha segnato un’impennata nella quota di mercato delle librerie online (dal 29,6% del 2019 al 43% del 2020) a scapito di quelle fisiche, che solo l’anno scorso hanno cominciato, molto timidamente, a recuperare, raggiungendo un 53,2% che però è ancora lontano dal 64% del 2019. A trascinare questo cambiamento c’è Amazon, il colosso che, anche grazie ai suoi enormi investimenti tecnologici – come spiega bene Alessandro Delfanti ne Il magazzino – sta ridefinendo il rapporto, conflittuale, tra capitale e lavoro.


Sinossi: Il magazzino / di Alessandro Delfanti

La brutale realtà lavorativa dei magazzini di Amazon, fatta di ritmi insostenibili, tattiche antisindacali aggressive e sorveglianza digitale, non è più un mistero, come testimoniato da numerose inchieste giornalistiche. Queste, per quanto necessarie, non restituiscono però la portata storica di quello che sta succedendo nei centri logistici del colosso di Seattle sparsi in mezzo mondo. Oggi sono loro, infatti, gli avamposti del capitalismo, come negli anni Sessanta e Settanta del Novecento lo furono le fabbriche del Nord Italia che alimentarono il boom economico. Ed è proprio tra le mura dei magazzini di Amazon che si sta ridefinendo il nuovo rapporto, conflittuale, tra capitale e lavoro. Alessandro Delfanti li ha visitati, questi magazzini, e ha intervistato decine di dipendenti ed ex dipendenti. Il racconto che emerge dalle pagine del suo libro diventa l’innesco per una riflessione che arriva al cuore del capitalismo digitale contemporaneo e ne mette a nudo la contraddizione più importante: la tecnologia e l’automazione non mirano a sostituire il lavoro umano, bensì a misurarlo e sottometterlo. Qualcosa però sta cambiando, come hanno dimostrato gli scioperi degli ultimi anni. E una resistenza è possibile.

«PER QUANTO IL MAGAZZINO POSSA RICORDARE UNA FABBRICA, SI TRATTA COMUNQUE DI UNA FABBRICA DIGITALE, FRUTTO DELL’INNESTO DI UNA LOGICA CONTEMPORANEA SUL TRONCO DEL CAPITALISMO INDUSTRIALE. IN QUESTA TENSIONE TRA IL VECCHIO E IL NUOVO, AMAZON AGGIUNGE TECNOLOGIE FUTURISTICHE AL SUO ARSENALE DI STRUMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO, E AL TEMPO STESSO RIPROPONE VECCHI METODI DI CONTROLLO DELLA MANODOPERA. IN UN CERTO SENSO, SI TRATTA DELLA VERSIONE DIGITALE DEL TUMULTUOSO APICE DEL PRIMO CAPITALISMO INDUSTRIALE.» ALESSANDRO DELFANTI

Fonte: Webpage dell’editore



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