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Gabriele lo sapeva bene / Dario Stazzone

di Redazione - giovedì 7 settembre 2017 - 15614 letture

Catania, un attivo cittadino alla Camera del Lavoro. L’intervento di Gabriele Centineo si era concluso con una similitudine tra le classi dirigenti locali e l’ameba che risponde appena agli stimoli elettrici.

Io ho rilanciato con l’immagine del virus che può rimanere inattivo per millenni, ma si risveglia per fare danno. Commento di Gabriele: "E cu sta cosa du virus mi futtisti!".

Oggi, rendendogli l’ultimo saluto, provando tristezza, ma talvolta sorridevo. Sì, sorridevo ripensando alle sue battute improvvise e folgoranti, guizzo di un’intelligenza acuta. I ricordi riemergono dai miei diciotto, diciannove, vent’anni.

La politica era ben altra da quella odierna, ridotta ormai ad una pantomima grottesca, a tristi comitati elettorali, ad alleanze improbabili, a calcoli algebrici su presunti voti, a "giovani" rottamatori già deformemente vecchi e logori. Ma non c’è prassi politica senza una visione complessiva, senza un anelito ideale e il sogno di un mondo migliore.

Questi sogni sono il vero antidoto alla vecchiaia e ci sopravvivono. Gabriele lo sapeva bene.


Questa pagina fa parte del dossier Girodivite dedicato a Gabriele Centineo.



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