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Dario Fertilio “Concerto per Carri Armati” (Santi Quaranta)

Il contesto è di tragedia: scorrono le immagini dei carri armati “delle truppe sorelle dei paesi fratelli” che soffocano un congresso straordinario del partito comunista curoniano. Un copione già visto e rivisto…

di Emanuele G. - lunedì 2 settembre 2013 - 4678 letture

Avevo già recensito un libro di Dario Fertilio. E più precisamente “Musica per Lupi”. La recensione di tale libro la potete consultare cliccando qui. Chi è Dario Fertilio? Giornalista al “Corriere della Sera” e scrittore, vive a Milano. Discende da un’antica famiglia dalmata. Ha al suo attivo numerose opere: saggi, romanzi, racconti, favole filosofiche, libri di conversazione e scritti politici. È particolarmente attento ai valori della libertà e della responsabilità personale e sociale; “Concerto per Carri Armati”, che è la sua prima opera drammaturgica, è specchio appassionato di queste tematiche.

“Concerto per Carri Armati” è un’agile opera drammaturgica. Neanche cento pagine. Tuttavia, l’autore da una bella prova di sintesi espressiva riuscendo ad esprimere concetti universali senza dilungandosi troppo ed eccedendo nel particolarismo fine a se stesso. Il tema è quello sempiterno della sopraffazione di un popolo nei confronti di un altro. In apparenza l’opera che sto recensendo è una trasposizione letteraria neanche tanto velata dell’invasione della Repubblica della Cecoslovacchia ad opera delle truppe del Patto di Varsavia avvenuta nel 1969. Invece, può essere plasmata su ogni situazione che vede il diritto di un popolo alla libertà calpestato da chicchessia.

Il dramma si compone di due atti che ripercorrono la storia del congresso straordinario del Partito Comunista Curoniano. Congresso ambientato in una fabbrica di armi. Che controsenso… La situazione è grave. Bisogna prendere una decisione per fermare la presunta invasione. Invasione, da parte dei cirilliani, che purtroppo avviene. Invasione che interromperà il congresso portando all’arresto di tutte le persone ivi presenti. Eppure, in un contesto tragico (anche se l’autore definisce la sua opera una “commedia” – nda) si dipana una bella umanità. Ad esempio, l’amore fra Emanuel e Maria. La tenace femminista Susanna. Il battagliero delegato periferico Barbone. Oppure, Trescarpe, Coco e Scatola.

Il senso dell’opera è messo in bella mostra dalla riflessione finale di Susanna al momento dell’arresto: “Non abbiate paura! Anche i cirilliani passeranno, vedrete, cadranno come certe noci d’autunno nel parco di Carlo, noci marce…”. Una frase che denota viva quotidianità e fa intravedere, nonostante tutto, la sconfitta del totalitarismo e della violenza.


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