segnali dalle città invisibili
  Giro98 Movimento forum sociale europeo
Riviste: GRANELLO DI SABBIA (n°71)

Bollettino elettronico settimanale di ATTAC
Venerdì, 01-11-2002
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Indice degli argomenti

Vi ricordiamo che vi aspettiamo tutti e tutte a Firenze dal 06 al 10
novembre per "un'altra Europa possibile". Informazioni, programma, invito a
partecipare al MediATTAC sono su: www.attac.it

1 - "Sento che sta nascendo un nuovo Brasile"
"Ieri, il Brasile ha votato per il cambiamento. La speranza ha prevalso
sulla paura, e l'elettorato ha deciso di tracciare un diverso cammino per il
paese. Abbiamo dato al mondo un bello spettacolo di democrazia. Uno dei più
grandi popoli del pianeta ha deciso, in modo tranquillo e pacifico, di darsi
una direzione differente" (...) Il primo discorso del Presidente Lula.

2 - Brasile: gli umori del mercato
di Frei Betto
Nell'elezione presidenziale c'è una cosa che ha molto più peso di Ferdinando
Enrique Cardoso: il Mercato. Qualcuno immagina che sia un ente virtuale. O
solo il risultato di un'economia tutta tesa al guadagno e non al benessere
della maggioranza. Certamente il Mercato esiste ma, come tutti i grandi
criminali, non gli piace apparire. La sua caratteristica principale è il
cambiamento di umore: si irrita facilmente, è mutevole e nervoso e, di lì a
poco, appare calmo, tranquillo e sorridente.

3 - Riflettori sul mercato (cosa scrivono i giornali conservatori)
di Sônia Araripe - Jornal do Brasil
Dopo la festa, al lavoro. Le attenzioni oggi si rivolgono ai mercati
finanziari, a fronte del risultato che ha eletto il metalmeccanico Luiz
Inácio "Lula" da Silva presidente della Repubblica.Come reagirà il dollaro?
E gli investitori stranieri? La Borsa potrà impennarsi, sospinta da nuovi
venti?

4 - La posizione dei Sem Terra
In una intervista al giornale spagnolo "El Pais" del 24 ottobre scorso, Joao
Pedro Stedile, leader storico dell'MST, ha parlato delle elezioni e della
posizione del MST di fronte a una vittoria di Lula.Ne riportiamo alcuni
brani

5 - Due Brasile: Serra e Lula
di Leonardo Boff (teologo)
Il secondo turno renderà chiara la natura singolare di queste elezioni. Si
tratta di confrontare due progetti di Brasile: il Brasile che è sempre stato
egemonizzato dalle élites, fino a Fernando Enrique Cardoso (FHC), quelle
élites che hanno costruito da fuori a dentro e da sopra a sotto, un paese
straziato dalla maggior ingiustizia sociale del pianeta, che hanno sempre
voltato le spalle al popolo, fino addirittura a distruggere la nazione. E
l'altro Brasile che si sta reinventando da sotto a sopra e da dentro a
fuori, a partire dai movimenti sociali, dai partiti libertari e dalla Chiesa
ecumenica della Liberazione.

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1 - "Sento che sta nascendo un nuovo Brasile"
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Il primo discorso del Presidente Lula.

"Ieri, il Brasile ha votato per il cambiamento. La speranza ha prevalso
sulla paura, e l'elettorato ha deciso di tracciare un diverso cammino per il
paese. Abbiamo dato al mondo un bello spettacolo di democrazia. Uno dei più
grandi popoli del pianeta ha deciso, in modo tranquillo e pacifico, di darsi
una direzione differente.

Le elezioni che abbiamo appena realizzato sono state, prima di tutto, una
vittoria della società brasiliana e delle sue istituzioni democratiche, dato
che esse hanno generato l'alternanza al potere, senza la quale si perde
l'essenza stessa della democrazia.

Abbiamo avuto un processo elettorale di eccellente qualità, nel quale
cittadini e cittadine hanno richiesto ed ottenuto un dibattito pulito,
franco e qualificato sulle sfide del nostro paese, sia per il breve termine
che in una prospettiva storica. A ciò hanno contribuito l'atteggiamento
della giustizia elettorale e del presidente della Repubblica, che hanno
svolto in modo equilibrato il loro ruolo costituzionale.

La grande virtù della democrazia è che essa permette al popolo di cambiare
orizzonte quando lo ritiene necessario. La nostra vittoria rappresenta la
scelta di un progetto alternativo e l'inizio di un nuovo ciclo storico per
il Brasile.

Il nostro arrivo alla Presidenza della Repubblica è frutto di un vasto
sforzo collettivo, realizzato - nel corso dei decenni - da innumerevoli
democratici e lottatori sociali.Molti di loro, sfortunatamente, non hanno
potuto vedere la società brasiliana, ed in particolare gli strati oppressi,
cogliere il frutto del loro lavoro, della loro dedizione, del loro
sacrificio militante.

Ovunque si trovino i compagni e le compagne che la morte ha colto prima di
questa ora, sappiano che siamo eredi e portatori del loro lascito di dignità
umana, di integrità personale, di amore per il Brasile e passione per la
giustizia. Sappiate che la vostra opera prosegue in noi, come se foste
ancora vivi, ed è fonte d'ispirazione per noi, che continuiamo a portare
avanti questa giusta lotta. La lotta in favore degli esclusi e dei
discriminati. La lotta in favore dei meno protetti, degli umiliati e degli
offesi.

Voglio rendere omaggio qui ai militanti anonimi. Quelli che hanno dato il
loro lavoro e la loro dedizione, per tutti questi anni, perchè arrivassimo
dove siamo arrivati. Nelle più remote regioni del paese, non hanno mai perso
la speranza. Hanno imparato, come me, dalle sconfitte. Sono diventati più
competenti ed efficaci nella difesa di un paese sovrano e giusto.

Voglio celebrare oggi quelli che, nei momenti difficili del passato, quando
la nostra causa di un paese giusto e solidale sembrava inattuabile, non sono
caduti nella tentazione dell'indifferenza, non hanno ceduto all'egoismo ed
all'individualismo esacerbato. Tutti quelli che hanno conservato intatta la
capacità d'indignarsi di fronte alla sofferenza altrui. Hanno saputo
resistere, mantenendo accesa la fiamma della solidarietà sociale. Tutti
quelli che non hanno voltato le spalle al nostro sogno, che a volte soli
nelle piazze di questo immenso Brasile hanno sventolato ben alta la bandiera
stellata della speranza.

Ma questa vittoria è soprattutto delle migliaia, forse milioni, di persone
che senza affilazione partitica hanno sposato la nostra causa. E' una
conquista delle classi popolari, delle classi medie, di parti importanti
dell'imprenditoria, dei movimenti sociali e dei sindacati che hanno compreso
la necessità di combattere la povertà e difendere l'interesse nazionale.

Per raggiungere il risultato di ieri, è stato fondamentale che il PT, un
partito di sinistra, abbia saputo costruire un'ampia coalizione con altri
partiti. Non ci sono dubbi che la maggioranza della società abbia votato per
l'adozione di un altro ideale per il paese, nel quale tutti vedano
assicurati i propri diritti di base. La maggioranza della società brasiliana
ha votato per l'adozione di un diverso modello economico e sociale, capace
di assicurare la ripresa della crescita, dello sviluppo economico, con la
generazione di lavoro e distribuzione dei redditi.

Il popolo brasiliano sa, d'altra parte, che tutto ciò che è stato disfatto o
trascurato nell'ultimo decennio non si può risolvere come per magia. Così
come problemi storici della popolazione attiva non possono essere superati
dalla sera alla mattina. Non esiste una soluzione miracolosa per questo
debito sociale, aggravatosi nell'ultimo periodo. Ma è possibile e necessario
iniziare, fin dal primo giorno di governo.

Affronteremo con sicurezza l'attuale vulnerabilità esterna dell'economia
brasiliana, fattore cruciale nella turbolenza finanziaria degli ultimi mesi.
Come abbiamo detto in campagna elettorale, il nostro governo onorerà i
contratti sottoscritti dal Governo, non trascurerà il controllo
dell'inflazione e manterrà - com'è sempre successo nei governi del PT - un
atteggiamento di responsabilità fiscale. Questa è la ragione per dire con
chiarezza a tutti i brasiliani: la dura traversata che il Brasile sta
affrontando esigerà austerità nell'uso del denaro pubblico ed una guerra
implacabile alla corruzione.

Ma anche con le restrizioni del bilancio, imposte dalla difficile situazione
finanziaria che erediteremo, siamo convinti che fin dal primo giorno della
nuova gestione, è possibile agire con creatività e determinazione nell'area
sociale. Placheremo la fame, genereremo occupazione, attaccheremo la
criminalità, combatteremo la corruzione e creeremo migliori condizioni di
studio per la popolazione a basso reddito fin dal primo momento del mio
Governo.

Il primo anno del mio mandato sarà sotto il segno della lotta alla fame. Un
appello alla solidarietà verso i brasiliani che non hanno da mangiare. A
questo scopo, annuncio la creazione di una Segreteria dell'Emergenza
Sociale, con stanziamenti e potere per iniziare, fin da gennaio, la lotta al
flagello della fame. Sono sicuro che questa è, oggi, la più forte richiesta
di tutta la società. Se alla fine del mio mandato ciascun brasiliano potrà
mangiare tre volte al giorno, avrò realizzato la missione della mia vita.

Come ho detto al lancio del mio programma, generare occupazione sarà la mia
ossessione. Per farcela, mobiliteremo immediatamente le risorse pubbliche
disponibili presso le banche ufficiali - e nelle partnership con
l'iniziativa privata - per attivare il settore della costrizione civile e
delle opere fognarie. Oltre a generare posti di lavoro, questa misura
contribuirà ad una ripresa graduale della crescita sostenibile.

Il paese ha seguito con apprensione la crisi finanziaria internazionale e le
sue implicazioni sulla situazione brasiliana. In particolare, l'instabilità
del tasso di cambio e la pressione inflazionistica che ne è seguita.

Però, nonostante tutte le avversità sul fronte internazionale, abbiamo un
surplus commerciale di oltre dieci miliardi di dollari per quest'anno.
Risultato che può essere migliorato già nel 2003 con una politica offensiva
per le esportazioni, incorporando più valore aggiunto ai nostri prodotti,
aumentando la competitività dlla nostra economia, ed anche promuovendo una
saggia politica di sostituzione competitiva delle importazioni.

Il Brasile farà la sua parte per superare la crisi, ma è essenziale che
oltre all'appoggio degli organismi multilaterali, come il FMI, la BID ed il
BIRD, si ristabiliscano le linee di credito per le imprese e per il
commercio internazionale. Ugualmente rilevante è avanzare nelle negoziazioni
commerciali internazionali, nelle quali i paesi ricchi abbattano
effettivamente le barriere protezionistiche e i sussidi che penalizzano le
nostre esportazioni, principalmente in agricoltura.
Negli ultimi tre anni, con la fine dell'"àncora cambiaria", abbiamo
aumentato il nostro raccolto agricolo di oltre 20 milioni di tonnellate.
Abbiamo un immenso potenziale in questo settore per scatenare un programma
di guerra alla fame ed esportare alimenti che continuano ad incontrare nel
protezionismo ingiusto delle grandi potenze economiche un ostacolo per
rimuovere il quale non rispamieremo sforzi.

Il lavoro è il cammino del nostro sviluppo, del superamento di questa
eredità storica di disuguaglianza ed esclusione sociale. Vogliamo costituire
un ampio mercato di consumo di massa che dia sicurezza agli investimenti
delle imprese, attragga investimenti produttivi internazionali e rappresenti
un nuovo modello di sviluppo, rendendo compatibili la distribuzione dei
redditi e lo sviluppo economico.

La costruzione di questa nuova prospettiva di sviluppo sostenibile e di
creazione di posti di lavoro esigerà l'ampliamento del credito e la
riduzione del costo del denaro, il sostegno al mercato dei capitali e un
attento investimento in scienza e tecnologia. Esigerà anche una inversione
delle priorità nel finanziamento e nella spesa pubblica, valorizzando
l'agricoltura familiare, il cooperativismo, le piccole e microimprese e le
diverse forme di economia solidale.

Il Congresso Nazionale ha un'immensa responsabilità nella costruzione di
questi cambiamenti che promuoveranno l'inclusione sociale e lo sviluppo
sostenibile. Per questo sarò personalmente impegnato ad avviare al Congresso
le grandi riforme che la società richiede: la riforma della previdenza
sociale, la riforma tributaria, la riforma del diritto del lavoro e della
struttura sindacale, la riforma agraria e la riforma politica.

Il mondo è attento a questa spettacolare dimostrazione di democrazia e
partecipazione popolare avvenuta nell'elezione di ieri. E' una buona ora per
ribadire un impegno di difesa coraggiosa della nostra sovranità regionale. E
lo faremo cercando di costruire una cultura di pace tra le nazioni,
approfondendo l'integrazione economica e commerciale tra i paesi,
riscattando ed ampliando il Mercosur come strumento di integrazione
nazionale ed implementando una negoziazione sovrana a fronte della proposta
dell'ALCA. Sosterremo gli accordi commerciali bilaterali e lotteremo
affinchè un nuovo ordine economico internazionale riduca le ingiustizie, la
crescente distanza tra paesi ricchi e paesi poveri, ed anche l'instabilità
finanziaria internazionale che tanti danni ha cagionato ai paesi in via di
sviluppo.

Il nostro governo sarà guardiano dell'Amazzonia e della sua biodiversità. Il
nostro programma di sviluppo, in particolare per questa regione, sarà
segnato dalla responsabilità ambientale.

Vogliamo promuovere tutte le forme di integrazione dell'America Latina che
rafforzino la nostra identità storica, sociale e culturale. Particolarmente
importante è cercare accordi che permettano una lotta implacabile al
narcotraffico che corrompe una parte della gioventù ed alimenta la
criminalità organizzata.

Il nostro governo rispetterà e cercherà di rafforzare gli organismi
internazionali, in particolare l'ONU ed i più importanti accordi
internazionali, come il protocollo di Kyoto ed il Tribunale Penale
Internazionale, così come gli accordi di non proliferazione delle armi
nucleari e chimiche. Stimoleremo l'idea di una globalizzazione solidale ed
umana, nella quale i popoli dei paesi poveri possano sovvertire questa
struttura internazionale ingiusta ed escludente.

Non deluderò il popolo brasiliano. La manifestazione spuntata ieri dal fondo
dell'anima dei miei compatrioti sarà la mia ispirazione e la mia bussola.
Sarò, a partire dal primo di gennaio, il presidente di tutti i brasiliani e
brasiliane, perchè so che questo è ciò che si aspettano gli elettori che mi
hanno affidato il loro voto.

Viviamo un momento decisivo ed unico per i cambiamenti che tutti
desideriamo. Essi arriveranno, senza sorprese nè scossoni. Il mio governo
opererà sotto il segno della comprensione e del negoziato. Della fermezza e
della pazienza. Siamo pienamente coscienti che questo compito supera i
limiti di un partito politico. Questo è stato il senso dello sforzo compiuto
fin dalla campagna elettorale per riunire sindacalisti, ONG e imprenditori
di tutti i segmenti in una azione comune per il paese.

Continueremo ad operare con decisione per unire le diverse forze politiche e
sociali per costruire una nazione che porti benefici all'insieme del popolo.
Proporremo un Patto Nazionale per il Brasile, formalizzeremo il Consiglio
per lo Sviluppo Economico e Sociale e sceglieremo le migliori forze del
Brasile per far parte di un governo ampio, che ci permetta di cominciare a
pagare i nostri debiti sociali, vecchi di secoli. Questo non si potrà fare
senza la partecipazione di tutte le forze vive del Brasile, lavoratori ed
imprenditori, uomini e donne di buona volontà.

Il mio cuore batte forte. So che sono in sintonia con la speranza di milioni
e milioni di altri cuori. Mi sento ottimista. Sento che sta nascendo un
nuovo Brasile.

San Paolo del Brasile, 28 Ottobre 2002

Luiz Inácio Lula da Silva
Presidente eletto della Repubblica Federale del Brasile

Traduzione di Paolo Prieri


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2 - Brasile: gli umori del mercato
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di Frei Betto

Nell'elezione presidenziale c'è una cosa che ha molto più peso di Ferdinando
Enrique Cardoso: il Mercato. Qualcuno immagina che sia un ente virtuale. O
solo il risultato di un'economia tutta tesa al guadagno e non al benessere
della maggioranza. E c'è anche chi sostiene che è una categoria economica
che definisce l'area dove avvengono rapporti di acquisto e di vendita.
Certamente il Mercato esiste ma, come tutti i grandi criminali, non gli
piace apparire. La sua caratteristica principale è il cambiamento di umore:
si irrita facilmente, è mutevole e nervoso e, di lì a poco, appare calmo,
tranquillo e sorridente.
Quando non gli piace quello che sta succedendo o, come dicono i commentatori
di economia, quando "reagisce male", il dollaro sale, il rischio Brasile
aumenta, la borsa cade in picchiata. Però, se sente il suo ego adulato,
succede subito il contrario.
Tutti sappiamo che il Mercato esiste, però nessuno sa dove vive, e non lo
incontriamo mai. Solo gli economisti e i ministri Malan e Fraga sono in
contatto con Lui. O meglio, il Mercato conosce il numero dei loro cellulari
e ogni mattina, dopo aver letto i giornali e aver sentito alla radio le
ultime interviste di Serra e Lula, chiama i suoi portavoce e fa sentire il
suo umore.
Se Lula dichiara che vuole farla finita con la fame in Brasile, il Mercato
ridicolizza, insulta, urla al telefono e prende tutta una scatola di
Lexotan. Se Serra promette di non ridurre gli utili delle banche e di non
disilludere gli investitori stranieri, il Mercato si calma, sorride, e
chiede ai suoi portavoce di annunciare il suo buonumore.
Il Mercato non ha la minima sensibilità sociale. Non gli interessa molto se
ci sono bambini che muoiono di fame a Valle de Jequitinhonha o se a San
Paolo è cresciuto il numero dei disoccupati. Quello che gli interessa è
difendere con le unghie e con i denti i pochi che guadagnano molto.
Soprattutto gli investitori esteri, perché al Mercato non piacciono il
Brasile né i brasiliani. Parla solo inglese e, preferibilmente, quello
strano linguaggio detto "economese".
Quello che piace al Mercato è vedere un paese povero che paga il suo debito,
anche se milioni di abitanti muoiono di povertà.
La sua logica è un'altra. Non ha religione né etica né cuore. Solo
interessi. E non gli piace essere provocato. Però, per fortuna, quando si
altera i suoi portavoce appaiono sui media per informarci del suo stato
d'animo. Così, ogni volta che diventa nervoso, io mi nascondo sotto il
letto. So che nell'emisfero nord gli investitori eliminano il Brasile dalla
mappa delle speculazioni finanziarie. E quando invece si calma, esco
tranquillizzato dal mio nascondiglio e accompagno la caduta del dollaro e il
rialzo della borsa.
Non dimentichiamoci che al Mercato piace andare in altalena. Quello che non
gli piace è che gli diano una spinta. E attenzione: Lui non vota, ma può
darsi che non gli piaccia il voto del 27 ottobre.
Però finirà per fare quello che piace al popolo brasiliano.

Adista, 26 ottobre 2002

Traduzione di Umberto Bardella


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3 - Riflettori sul mercato (cosa scrivono i giornali conservatori)
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di Sônia Araripe - Jornal do Brasil

Nel dopo-sbornia delle elezioni, gli economisti prevedono una transizione
tranquilla, e si dividono sull'andamento del dollaro.

Dopo la festa, al lavoro. Le attenzioni oggi si rivolgono ai mercati
finanziari, a fronte del risultato che ha eletto il metalmeccanico Luiz
Inácio "Lula" da Silva presidente della Repubblica.Come reagirà il dollaro?
E gli investitori stranieri? La Borsa potrà impennarsi, sospinta da nuovi
venti?
Queste sono solo alcune delle domande che troveranno risposta oggi, quando i
riflettori si accenderanno sull'agitazione frenetica dei tavoli operativi di
banche e società d'intermediazione, collegate in tempo reale alle agenzie,
alle borse valori ed alle aste di titoli.

- Sarà adrenalina pura. Ma il mercato è già abituato. E cerca di trarre
profitto dalle oscillazioni. Non credo che il dollaro crollerà. Tutto sembra
indicare che la divisa americana rimarrà ancora sotto pressione, a causa
della scadenza dei titoli cambiari. Già abbiamo visto che un gruppo di
investitori ha dimostrato la forza di spingere in alto il dollaro e
guadagnarci ancora di più - prevede l'economista Carlos Thadeu de Freitas
Gomes, professore dell'Ibmec Business School ed ex-direttore del Banco
Central.
De Freitas crede in una salita della Borsa e in un dollaro ancora sotto
pressione rialzista, ma non vicino ai 4 Reais, livello raggiunto nelle
negoziazioni dei giorni più turbolenti. Il presidente del Banco Safra,
Carlos Alberto Vieira, vede una grande attesa per la lista dei ministri.
- La buona notizia è che le dichiarazioni di Lula sono state sobrie e
serene, nella direzione giusta per quanto riguarda la conduzione
dell'economia. Tutto indica che sarà una transizione calma. Credo che i nomi
definitivi non saranno resi noti subito, ma la composizione della "squadra
di transizione" sarà sufficiente a mandare un buon segnale.
Qualcuno prevede, fin da oggi, una forte caduta del dollaro. José Maria
Barrionuevo, direttore di strategia per i mercati internazionali di
Barclay's Capital, crede che la moneta possa cadere fino a circa 3,5 Reais a
causa della vittoria del PT.
- Nessuno si aspetta sorprese, come rescissioni di contratti o discontinuità
nella stabilità economica. Il discorso del nuovo presidente sarà molto
importante e contribuirà a dare ancora più credibilità al nuovo governo -
dice Barrionuevo.
Il sovrintendente generale della Andima (Associazione Nazionale delle
Istituzioni per il Mercato Aperto), Paulo Eduardo Sampaio, ritiene che il
mercato abbia già scontato la vittoria, e che il discorso di Lula -
mantenimento dell'austerità fiscale, degli obiettivi d'inflazione e di lotta
contro il ritorno degli aggiustamenti dei prezzi - sia stato importante in
questa direzione.
- Il dollaro è già crollato durante la settimana scorsa. Dovrebbe mantenere
la traiettoria. Sono stati divulgati ottimi dati, come la bilancia dei
pagamenti e il ritorno alle Borse degli investitori stranieri; rimangono il
"rischio paese" e la raccolta record.
I rappresentanti della "squadra di transizione" designati dal Governo di
Fernando Henrique - col presidente del Banco Central, Arminio Fraga, e il
segretario del Bilancio Federale, Everardo Maciel - sono un "hedge"
eccellente, secondo Paulo Sampaio, il quale secondo che "la transizione sarà
tranquilla".

Traduzione di Paolo Miscia

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4 - La posizione dei Sem Terra
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In una intervista al giornale spagnolo "El Pais" del 24 ottobre scorso, Joao
Pedro Stedile, leader storico dell'MST, ha parlato delle elezioni e della
posizione del MST di fronte a una vittoria di Lula.Ne riportiamo alcuni
brani

El Pais (EP): Il MST sarà il più forte mal di testa di Lula se vince le
elezioni?
João Pedro Stedile (Stedile): No, il maggiore mal di testa per un governo
Lula si chiama capitale americano con tutte le sue rappresentazioni: le
banche(Citibank, BankBoston), il FMI, la Banca Mondiale ed il WTO.
Questisaranno i grandi mal di testa del signor Lula da Silva e del
popolobrasiliano.

EP: Agli inizi di un eventuale governo del PT, il MST si comporterà bene e
non promuoverà occupazioni di terre per fare pressione sulle nuove autorità?
Stedile: Il MST opera in forma autonoma rispetto al PT. Ciò che determina
occupazioni di terre e mobilitazioni contadine non è la volontà dei
dirigenti, ma il fatto che i problemi dei senza terra aumentino o
diminuiscano. Naturalmente all'inizio di ogni governo si sta a vedere.

EP: Le aspettative che può suscitare un governo di Lula nel MST e in altri
movimenti sociali sono molto superiori a quelle che potrebbe sollevare un
governo di un qualsiasi altro candidato
Stedile: Certo. In Brasile viviamo un momento molto complicato. Prima di
tutto il modello economico neoliberista è fallito e ha messo la nostra
società e la nostra economia in un vicolo senza uscita. Questo esige
mutamenti, perché altrimenti la crisi sociale sarà devastante e finiremo
come l'Argentina. Una vittoria di Lula avrebbe un peso simbolico che si
tradurrebbe nella rinascita del movimento di massa. La campagna di Lula sta
dicendo al popolo: vota Lula, è l'ora di Lula. Molto bene, votiamo Lula. E a
partire da gennaio il popolo brasiliano dirà: è arrivato il nostro momento.
E ci sarà un processo di mobilitazioni sociali alle quali parteciperanno i
senza terra, i lavoratori pubblici, che appoggeranno i cambiamenti di cui il
Brasile ha bisogno.

EP:Saranno mobilitati per appoggiare il nuovo governo?
Stedile: Non ci si deve porre in un ambito di partito. Io sto parlando di
movimenti di massa che spingeranno a cambiamenti. Se il governo Lula
comprenderà questo messaggio del popolo per rafforzare il processo di
cambiamento, bene, se al contrario cercherà di ingannare il popolo chiedendo
pazienza, andrà a finire come De La Rúa.

EP: Lei ha fiducia in un governo Lula o è preoccupato per le alleanze
stipulate con settori conservatori e per l'appoggio che ha ricevuto da
settori imprenditoriali?
Stedile: Nella politica brasiliana c'è molta retorica e pochi impegni.
Vediamo qui campagne molto ipocrite. Quel che ha promesso durante la
campagna Fernando Henrique Cardoso e quel che ha fatto dopo non hanno
niente a che vedere. Onestamente non ci preoccupa il tenore del discorso di
Lula, né le alleanze partitiche che può fare. Abbiamo fiducia nel fatto che
Lula rappresenta forze sociali organizzate della nostra società al margine
dei partiti.

EP: Lei e il MST chiedete una rottura con la politica della Banca Mondiale
e del FMI...
Stedile: Io e anche alcuni banchieri.

EP: Ma questo non è quel che ha sostenuto Lula durante la campagna
Stedile: Torniamo ancora alla retorica delle campagne politiche in Brasile.
I mutamenti necessari non dipenderanno dalla volontà di Lula, ma dalle
mobilitazioni popolari. Il nostro compito nel MST è mobilitare il popolo per
esigere dal nuovo governo questa rottura.

dal sito di MST-Italia

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5 - Due Brasile: Serra e Lula
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di Leonardo Boff (teologo)

Il secondo turno renderà chiara la natura singolare di queste elezioni. L'ho
detto in queste pagine e all'interno del Brasile, parlando nelle università
con Emir Sader, Frei Betto e Pinguelli Rosa, che si tratta di confrontare
due progetti di Brasile: il Brasile che è sempre stato egemonizzato dalle
élites, fino a Fernando Enrique Cardoso (FHC), quelle élites che hanno
costruito da fuori a dentro e da sopra a sotto, un paese straziato dalla
maggior ingiustizia sociale del pianeta, che hanno sempre voltato le spalle
al popolo, fino addirittura a distruggere la nazione, come hanno rilevato
Yves Lesbaupin e Adhemar Mineiro con dati incontestabili (Lo smantellamento
della nazione in dati, "Voces" 2002).
E l'altro Brasile che si sta reinventando da sotto a sopra e da dentro a
fuori, a partire dai movimenti sociali, dai partiti libertari e dalla Chiesa
ecumenica della Liberazione.
Il primo progetto è rappresentato dal candidato Serra. Prolunga lo status
quo di ieri e di oggi con le contraddizioni che ne derivano. Si collega a
livello internazionale con gli uomini di Davos, del Foro Economico Mondiale,
per i quali l'economia ed il mercato sono il nucleo di tutto.
Il secondo è rappresentato da Lula. Lui inaugura la rottura instauratrice,
incarna il sogno di un Brasile nel quale tutti possano entrare, un Brasile
sostenuto dalle forze che si sono formate in contrapposizione a quella
eredità perversa. Il suo referente mondiale sono gli uomini di Porto Alegre,
il Foro Sociale Mondiale, che hanno come obiettivo la società sostenibile.
Ogni candidato userà le stesse espressioni, ma i contenuti saranno diversi,
perchè diversi sono i progetti di base.
Serra parlerà di cambi, ma senza comprendere la natura del potere e la
nuova figura dello stato.
Per Lula il cambiamento è quello del tipo di società, che adesso dovrà
rappresentare realmente la maggioranza spodestata, che garantisca la natura
sociale dello stato, mettendo al centro la società e la sostenibilità.
Serra parlerà di sviluppo, ma nella logica accumulatrice del sistema
imperante capitalista e globalizzato, che genera gli squilibri che
conosciamo.
Lula parlerà di sviluppo sociale, partendo dal progetto fame zero, passando
attraverso la banca del popolo e terminando con il presidente della banca
centrale, un uomo che conosce la fame.
Serra vuole chiamare Lula a un dibattito sui contenuti e le forme di
azione. Può essere ingannevole.
Parlano a partire da due stelle diverse. Solo le parole sono uguali, i
contenuti sono altri.
Ma c'è una differenza fondamentale. Lula rappresenta la speranza, Serra la
rassegnazione. Lula è il nuovo, Serra il passato. Lula è il carisma, Serra
il potere. Il potere senza carisma è pesante e accumula rifiuti. Il carisma
con il potere irradia e conquista i cuori.
E' il caso dell'onda di Lula. Lula si è trasformato, come Mandela, in un
simbolo per molte persone del mondo. Non parla parole ma cose. Trasmette
credibilità perchè conosce, attraverso la sofferenza della propria carne, la
tragedia e la grandezza del popolo brasiliano. Lula è più grande del PT, è
il Brasile che deve essere reinventato a partire da una nuova base di
potere, supporto di una nuova speranza.
A questo punto, la storia fa un salto di qualità. Irrompe ciò che deve
essere. E ciò che deve essere ha forza. E' la vittoria certa di Lula e del
suo movimento. Sicuramente evidenzia ciò che dice il maggior poeta
latinoamericano, Pablo Neruda:"E' memorabile e al tempo stesso straziante
incarnare per molti, per un lasso di tempo, la speranza di tutto un popolo".

Servicio Informativo "Alai-amlatina", 11/10/2002

Traduzione a cura di Emma

---
Il Granello di Sabbia è realizzato da un gruppo di traduttori e traduttrici volontari/e e dalla redazione di ATTAC Italia redazione@attac.org
Riproduzione autorizzata previa citazione e segnalazione del "Granello di Sabbia - ATTAC - http://attac.org/"

 

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