segnali dalle città invisibili
  Giro98 Movimento
SCIOPERO GENERALE: CONTRO LE POLITICHE DI GUERRA, CONTRO LA GUERRA AI LAVORATORI

lo sciopero generale del 18 ottobre
di Valentina Arena

Suona così lo slogan degli scioperanti che protestano in difesa dell’articolo 18, in opposizione alla Finanziaria 2003 e contro ogni possibile politica di guerra.
Scendono in piazza non solo i lavoratori ma tutta la società italiana che con forza esprime il suo No alle politiche attuate da questo governo Berlusconi.

I lavoratori si battono per la difesa dell’articolo 18, per la difesa delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori e per lottare la precarietà. Questo solo perché si rischiano quasi 300 mila licenziamenti, già a partire dall’ormai assodata crisi Fiat, e scusate se è poco.

La finanziaria per il 2003 si traduce, invece, in tagli e riduzione dei servizi. Ma non è tutto, oltre i tagli si è scoperto che l’inflazione reale è arrivata a livelli esorbitanti. I più colpiti da questa finanziaria sono i dipendenti della scuola pubblica, quindi corpo docente e non docente, ministeriali e parastatali, dipendenti della sanità e in più gli enti locali privati di grossi trasferimenti che inevitabilmente si tradurranno in minori servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti), per non parlare degli attesi rinnovi dei contratti di lavoro.

Insomma gli effetti o meglio i difetti della finanziaria iniziano a partire dalla scuola e dalla sanità. Sembra che il nostro governo Berlusconi non tenga poi molto all’istruzione pubblica. Questo è ciò che ci fa pensare anche una frase del Ministro Moratti la quale diceva che bisognava tagliare 12 mila miliardi di lire. Mandare a casa così tanta gente non è forse la mossa più giusta!
Questa finanziaria preoccupa un po’ tutti i dipendenti statali, e non solo, che già vedono tutto nero anche per ciò che riguarda i loro diritti di lavoratori.

Si scende allora in piazza per far sentire la propria voce tutti insieme attraverso il più forte elemento di protesta non solo sindacale ma anche politico. Aderiscono anche studenti, intellettuali e numerose associazioni.

Nessun investimento nella ricerca per il futuro, tagli in ogni settore, blocco dei contratti e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo è solo l’inizio di un peggioramento inevitabile. A voi le conclusioni.

 

Il Progetto
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