segnali dalle città invisibili
  Giro97 Movimento
Cento città per la pace

Anche Siena protesta... e Giannini s'incazza
di lorenzo misuraca

Anche Siena fa parte delle “Cento città per la Pace” che Sabato 5 Ottobre hanno manifestato contro l’imminente, o quantomeno probabile, guerra in Irak. Siena come Palermo, Roma, Milano, Firenze, ma forse più simile alle tante città che, nonostante più vicine alla dimensione di paese rispetto a quella di metropoli, non accettano di delegare il proprio dissenso ai grandi capoluoghi di zona. Una manifestazione contro una guerra che non c’è? Perché? Perché a uno che parla di “guerra preventiva” non si può opporre che un “NO preventivo”.

L’iniziativa a Siena è stata portata avanti da una variegata (in alcuni casi contraddittoria) serie di sigle interne all’area della sinistra istituzionale e movimentista. Siena Social Forum, Sinistra Giovanile, Giovani Comunisti, UDU, Legambiente, e altri, hanno dimostrato ancora una volta come quello che divide i partiti di centro-sinistra (la posizione riguardo guerre e interventi armati), riesca ad unire le diverse anime del movimento.

Dalle 15 in poi Piazza Salimbeni ( luogo fortemente simbolico, in quanto ospita la sede storica del Monte dei Paschi di Siena, che in città fa il bello e cattivo tempo), si è riempita di gente, soprattutto giovani liceali e studenti universitari. Presenti i banchini di Legambiente e del WWF, il primo distribuendo materiale informativo su clima e povertà, il secondo vendendo piantine grasse. Incontriamo e conosciamo alcuni componenti dell’Associazione Italia-Nicaragua, che si occupa di cooperazione internazionale. Presenti altri gruppi di immigrati, come l’associazione peruviana locale, e alcuni palestinesi con l’immancabile kefiah e la bandiera nazionale, anche loro vittime di una guerra feroce. Dopo un ora circa un rappresentante di Rifondazione comincia a parlare al megafono, sforzandosi di impacchettare nella maniera più originale e attraente possibile un concetto, quello del pacifismo incondizionato, che dovrebbe -aihmè- avere la sua forza proprio nella sua banalità. Il simpatico venditore di pace non dimentica di attaccare le “banche armate”, che finanziano i produttori di armi, includendovi erroneamente anche il Monte dei Paschi, che proprio il giorno prima aveva dichiarato pubblicamente di aver rinunciato ai finanziati bellici.
Due ragazzi delle superiori strappano un adesivo della Lega appiccicato su un segnale di Divieto d’accesso, e con un pennarello rosso lo trasformano nel simbolo della Pace. La gente si appunta sulle maglie i fogliettini con scritto NOT IN MY NAME distribuiti da Legambiente.

Divertente e originale il finto bombardamento messo in atto: alcune trombette da stadio simulano le sirene d’emergenza, la gente si siede rapidamente a terra, e vengono lanciati come innocue bombe, dei palloncini colorati con su scritte frasi di protesta.

Viene ostruito quasi totalmente il passaggio alla gente che percorre il corso attiguo, proponendo provocatoriamente ai “guerrafondai” di farsi identificare attraverso le impronte digitali.

Nel frattempo, un tale molto seccato con gli occhiali da sole esce dal vicinissimo Hotel Continetal, il più lussuoso di Siena, e si lamenta perché la manifestazione gli blocca la macchina posteggiata in piazza: è Giancarlo Giannini, in città per girare il nuovo film di Martinelli su Aldo Moro. Sinceramente mi ha un po’ deluso: tutti quei film “di sinistra” e poi, neanche un po’ di comprensione per della gente che manifesta contro la guerra.

Dopo un paio d’ore, la gente comincia ad andare via. La partecipazione non è stata delle più numerose, come quella di qualche mese fa per la Palestina, o quella contro l’attacco in Afganistan.

Ma si sa, schiavi delle emozioni superficiali e sterili come siamo, fatichiamo spesso a vivere fisicamente la nostra indignazione, fino a quando non ne vediamo le cause su uno schermo televisivo.

 

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