Giro96
Micrologos
Il crocifisso incostituzionale
LItalia messa in croce
dalla proposta leghista
di angelo luca pattavina
Articolo
7 della Costituzione della Repubblica Italiana:
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno
nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
Articolo 8: Tutte le confessioni religiose
sono egualmente libere davanti alla legge.
In uno stato libero e democratico,
come quello in cui credo di avere cittadinanza,
delle norme come quelle sopra enunciate, inserite
tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale,
mi fanno pensare che le basi per un sistema di
integrazione culturale (sia essa sociale,
religiosa o politica) e di pluralismo siano garantite.
In passato, per la verità,
senza dover andare troppo in là nel tempo
e nello spazio, le cose stavano diversamente.
Lo Statuto Albertino proclamava il cattolicesimo
romano religione di stato e prometteva
agli altri culti solo tolleranza.
Successivamente il regime fascista, sulla base
dei Patti Lateranensi, riconosceva dei privilegi
alla Chiesa cattolica e decretava la conciliazione
tra Stato e Chiesa. Una recente riforma ha ridimensionato
questi rapporti rendendo le due entità
indipendenti e sovrane ciascuna nel proprio ordine.
Oggi, infatti, viviamo in uno stato
laico e non in uno stato confessionale dove non
esiste una separazione tra gli ordinamenti della
sfera religiosa e quelli della sfera civile; ordinamenti,
come quelli di alcuni stati islamici, che da un
lato tendono a legittimare su basi religiose il
potere statale e dallaltro ad assicurare
efficacia giuridica ai precetti religiosi.
Se teniamo in considerazione questi
elementi non può non sembrare assurda,
o quantomeno inopportuna, la pretesa recentemente
avanzata da alcuni parlamentari leghisti (ma sottoscritta
anche da altri gruppi) di rendere obbligatorio
il crocifisso nelle aule delle scuole italiane.
Nelle scuole, ma non solo. Infatti la proposta
è quella di rendere effettiva lesposizione
in tutti gli uffici pubblici e di garantirne la
legale permanenza. La proposta in esame infatti
recita: Chiunque rimuove in odio ad esso
lemblema della Croce o del Crocifisso dal
pubblico ufficio nel quale sia esposto o lo vilipende
è punito con larresto fino a sei
mesi o con lammenda da 500 a 1000 euro.
Vietato bestemmiare dunque.
Sarà forse per la presenza
un po' ingombrante del Vaticano allinterno
del nostro territorio, oltre che ovviamente per
una millenaria tradizione cristiana, che viviamo
un senso di sottomissione subdolo e reverenziale
nei confronti di unistituzione come la Chiesa
cattolica che si rivela essere non solo religiosamente
ma anche politicamente molto forte.
Un timore che non ci permette unapertura
totale verso altre forme di culto e di non-culto,
pericolosamente identificate come destabilizzanti
dellordine costituito.
La cosa che più lascia pensare
è che la proposta arriva proprio dal gruppo
leghista che prima ha fatto fuoco e fiamme contro
i preti perchè davano aiuto agli immigrati
e poi sono quelli che più aspramente criticano
il fondamentalismo delle religioni islamiche.
Non è forse questo un modo di creare barriere
piuttosto che di aprirsi ad una società
che inevitabilmente sta diventando sempre più
interculturale?
Se è dunque vero che viviamo in uno stato
laico non avanziamo pretese di imposizioni non
laiche. Cosa impedisce ad un musulmano di pretendere
che in ogni luogo pubblico ci sia unimmagine
di Maometto?
Piuttosto che fare un passo
indietro verso gli estremismi e i fondamentalismi
facciamo un passo avanti verso lintegrazione
e la tolleranza.
Di uomini crocifissi nella storia ce ne sono stati
fin troppi.
Credete quello che volete, ma non fatevi mettere
in croce anche voi.
E state attenti a non mettere in croce nessuno.
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