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«Per vedere Roma»
consiglia Stendhal occorrono uno zecchino,
due o tre delle migliori piante della città
acquistate sul Corso e «un calesse
equipaggiato coi migliori cavalli».
I cavalli oggi nella capitale non ci sono
più, se non quelli che trainano le
carrozze turistiche che offrono
due ore di romantica passeggiata tra le
bellezze e lo smog del centro, il tutto
a suon di euro.
Per evitare ogni sorta di problema di salute,
soprattutto polmonare, e risparmiare qualche
euro, è meglio pertanto munirsi di
un bel paio di piedi, incorniciati da morbide
e comodissime scarpe da ginnastica, non
importa neanche se siano di marca o meno
La ricchezza culturale, storica, artistica,
archeologica di Roma è talmente elevata
che una settimana, anzi, un mese di permanenza
nella città si rivelerà al
turista insufficiente per visitarla tutta
e per cogliere appieno tutte le sue sfaccettature.
Roma è passato, presente e futuro.
È la Roma dei Cesari e quella dei
Papi.
È la Roma «der Cupolone»
e dei bucatini allAmatriciana.
Roma è la Città Eterna, dove
convivono, influenzandosi reciprocamente,
diverse culture e razze.
Roma «caput mundi».
Se dovessimo fare un sondaggio o, semplicemente,
chiedessimo a qualsiasi persona di associare
un monumento alla capitale, questi con estrema
spontaneità e rapidità risponderebbe:
il Colosseo.
Non cè monumento che tenga.
LAnfiteatro Flavio, meglio conosciuto
come «Colosseo» (dal nome di
una statua di Nerone detta «Colosso»,
eretta nelle immediate vicinanze), è
senza dubbio il primo monumento che i turisti
di ogni nazionalità si precipitano
a visitare quando sono a Roma.
Che piova, che grandini non importa. Giapponesi,
Inglesi, Tedeschi, Francesi, tutti in fila
(e che fila!) appassionatamente per rendere
omaggio al simbolo romano per antonomasia.
La costruzione dellimponente monumento
venne avviata nel 72 d.C. da Vespasiano
e poi portata a termine dal figlio Tito
nell80 d.C. Per celebrare il grande
evento, limperatore romano organizzò
grandiosi festeggiamenti che rallegrarono
la città per ben 100 giorni.
NellAnfiteatro, che poteva contenere
fino a 5.000 persone, venivano praticati
dei giochi spesso cruenti, però molto
apprezzati dal pubblico. Grande entusiasmo
suscitavano quindi negli spettatori i combattimenti
tra gladiatori (in genere schiavi appositamente
addestrati), le cacce ad animali feroci
(tigri, leoni, ecc.), le battaglie navali
per simulare le quali si riempiva dacqua
larena.
Per assistere agli spettacoli si entrava
dalle arcate inferiori, delle scale portavano
poi ai vari settori della cavea, ognuno
dei quali era riservato ad un determinato
ceto: il primo allimperatore e alle
vestali e così via fino allultimo
dove sedevano il popolo e le donne.
Il piano di copertura dellarena ora
è inesistente, ma una volta serviva
a coprire il complesso sistema sotterraneo
del quale facevano parte i congegni meccanici
dei giochi ed i corridoi di transito per
i gladiatori e le belve.
Terremoti ma anche gli stessi cittadini,
che non hanno esitato a trafugare materiale
per costruire le proprie abitazioni, hanno
impedito ai nostri occhi di ammirare il
Colosseo nella sua forma integra e originaria.
Si possono tuttavia ancora individuare i
segni dellantica struttura costituita
da quattro piani dei quali i primi tre presentavano
delle arcate tra le quali figurano semicolonne
di stile jonico, dorico e corinzio. Nellultimo,
più compatto ed ornato di lesene
corinzie, si aprono invece delle finestre.
Quellepoca gloriosa, fatta di conquiste
e trionfi, continua a vivere nelle fotografie
dei turisti che immortalano i centurioni
del nuovo millennio.
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