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Riviste: Ennaonline

"Fare vero giornalismo ad Enna è un'impresa ardua"

Quello fatto d'inchieste rimane imbavagliato, mentre le querele e le
intimidazioni scoraggiano il giornalista risoluto che vorrebbe approfondire
fatti e notizie su eventi inspiegabili che hanno portato la provincia ennese
a essere la più povera e la più abbandonata d'Italia.

Enna- Si può fare vero giornalismo, senza essere condizionati politicamente
o controllati da lobby, in una provincia piccola e povera come quella di
Enna? Teoricamente potrebbe anche essere possibile ma praticamente no,
assolutamente è un'ipotesi inattuabile. Nel momento in cui ti si consente di
esprimere liberamente le tue opinioni, è semplicemente perché prima ti si
vuole studiare molto attentamente e comprendere quindi quale potrebbe essere
la tua futura intenzione su chi e su cosa vuoi eventualmente scrivere. E ben
presto il vero giornalismo, quello fatto d'inchieste, da notizie da
sviscerare, per meglio intenderci, rimane imbavagliato mentre il
giornalista, quello autentico, comincia a sentire sul proprio collo il fiato
ravvicinato del qualcuno di turno che gentilmente gli sussurra all'orecchio
il consiglio disinteressato di lasciar perdere l'inchiesta della quale con
tanto zelo si sta occupando.

Alla fine, se vuol continuare nella professione in cui fermamente crede, non
gli resta che percorrere una di queste due strade: o andar via da Enna e, se
avrà fortuna, accasarsi nella redazione di qualche prestigiosa testata
nazionale oppure rimanere ad Enna per continuare, senza alcuna aspirazione
per un migliore futuro, a trasmettere al giornale i semplici comunicati
stampa, arrivati in mattinata via fax al suo ufficio, e, al massimo,
aspirare a diventare il portavoce di questa o di quella voce politica o di
questa o di quella istituzione locale.

A Enna manca l'acqua potabile e viene data ogni tre giorni, a turno nei
quartieri della città. E se la crisi idrica fosse creata ad arte per
attingere parecchio danaro pubblico riservato all'emergenza idrica in
Sicilia? E così un giornalista risoluto, che ha nel cuore il bene della sua
città, scopre che è tutto un artificio e scrive una serie di articoli,
arrivando persino a rintracciare ben sei pozzi già trivellati da due anni e
alcune sorgenti che, pur potendo offrire decine di litri del prezioso
liquido, inspiegabilmente rimangono chiusi.

E se a qualcuno potrebbe venire in mente di dare un premio a questo
esemplare giornalista per il suo brillante lavoro svolto, sicuramente si sta
sbagliando perché, al contrario, le querele e le intimidazioni hanno già
preso il posto della gratificazione. E non diciamo i guai che egli potrebbe
passare, e che ha già sperimentato, nel caso in cui vorrebbe pubblicare
altre sue inchieste su eventi inspiegabili che hanno portato la provincia
ennese a essere la più povera e la più abbandonata d'Italia, dove una falsa
disoccupazione e un arrogante assistenzialismo pian piano sta destinando a
depennare Enna come capoluogo di provincia, di una provincia che esiste
soltanto nelle cartine geografiche. Allora, si può fare vero giornalismo
rimanendo ad Enna? No. Non se ne è mai fatto nel passato e, non è per essere
pessimisti, non si continuerà mai a farlo nel futuro. (Angelo Severino)

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Angelo Severino
angelo.severino@ennaonline.com

 

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