segnali dalle città invisibili
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La tivvù dei tuoi sogni

Intervista ad Ambrogio, uno dei fondatori di Orfeo tv
a cura di ugo giansiracusa

La prima domanda che mi viene da porre è chi siete? Non a tutti e non tutti i giorni viene in mente l’idea di creare una televisione “di strada”...
Siamo innanzitutto persone nauseate dall’orrendo regime sui mezzi di comunicazione che è venuto concentrandosi nelle mani dell’attuale primo ministro. Poi siamo coloro che in passato fecero vivere Radio Alice. Oggi semplici cittadini che pur di riaffermare il proprio diritto ad esprimersi e comunicare liberamente sono disposti a rischiare i rigori della legge

Come è nata l’idea di una micro emittente televisiva come Orfeo Tv?
Era una notte di mezzo inverno…..
Berlusconi, già primo ministro dilagava in tutti i canali televisivi nazionali sostenendo che di lì a poco avrebbe avuto finalmente termine il regime della disinformazione e della faziosità dominato negli ultimi 50 anni dalla sinistra comunista (sic). Qualcosa bisognava pur fare.
Ho immaginato una antenna sul tetto di casa attraverso la quale parlare agli abitanti della mia strada e a quelli delle strade limitrofe. Poi ho immaginato antenne alzarsi dai tetti di molte case, dalle Alpi alle Piramidi. Abbiamo verificato se dal punto di vista tecnico fosse possibile e se i costi potessero essere contenuti entro i mille euro. Era possibile! Non è poi stato difficile immaginare lo sviluppo di un tale processo: prima un sito web, Telestreet.it, come luogo di coordinamento delle tv di strada poi un approdo: un canale satellitare capace di raccogliere e diffondere il lavoro di centinaia di redazioni sparse per il paese, Telestreet-sat appunto.

A quanto si capisce leggendo il sito www.telestreet.it Orfeo Tv si richiama all’idea e all’esperienza delle radio libere... pensate che una tv libera sia di per se un passo avanti o che per fare questo passo ci sia bisogno di sostanziarlo con delle nuove idee e delle nuove motivazioni?
L’esperienza delle radio libere è stata una stagione straordinaria e tuttavia nasceva da una possibilità offerta da un vuoto legislativo dentro cui si infilarono tanti , Berlusconi compreso.
Si usciva dal monopolio democristiano e si entrava nel libero mercato dei mezzi di comunicazione. Oggi non c’è vuoto legislativo anzi l’articolo 195 della Mammi punisce già la detenzione di un apparato di trasmissione anche non funzionante, alla stregua di un arma da fuoco. Oggi sono bisogni primari, fondamentali che ci spingono a sfidare la legge pur di affermarli. Ogni tv libera che oggi rivendichi il proprio diritto di esistere, anche lontana politicamente, rappresenta a nostro avviso una eventualità positiva. Chi poi si eserciterà a far vivere piccole televisioni libere dovrà necessariamente confrontarsi con i propri contenuti e non ho dubbi sul fatto che da questo esercizio nasceranno nuove idee e nuovi linguaggi.

Sul sito telestreet c’è una pagina intera che spiega, passo passo, come creare, con un migliaio di euro, una piccola emittente televisiva. Pensando ad esperienze di “reti” quali Indymedia e Lilliput il sogno di un network formato da una serie di micro emittenti non sembra poi tanto folle quanto potrebbe sembrare. Fin dove arrivano le vostre ambizioni?
Fino ad immaginare centinaia di redazioni sparse per tutto il paese che fanno esperienza costruendo ognuno la propria televisione e contemporaneamente si parlano, scambiano materiali, coordinano il loro lavoro e la propria esistenza attraverso il sito di Telestreet, ed infine si gemellano sincronizzando i loro segnali per esempio su un canale satellitare ( Telestreet-sat) visto da tutti e legalmente riconosciuto. Qualunque imprenditore che volesse fare una cosa simile dovrebbe mettere sul piatto parecchie centinaia di miliardi di lire. Telestreet-sat viceveresa nascerà dal lavoro volontario e dalla passione civile di cittadini che giudicano strategica la libertà di informare e si offrirà come mezzo di comunicazione aperto ad ogni voce che non sia fascista, razzista o sessista.

Qual’è il ruolo di Orfeo Tv nel duopolio Berlusconi/ Berlusconi, Rai/Mediaset?
L’affermazione di un diritto e di libertà che nessun governo, per quanto fascista possa essere, potrà mai sopprimere. Un gesto simbolico contro il regime di monopolio del cavaliere, l’arroganza del suo governo, la rozzezza della sua classe dirigente. E più di questo NO, Orfeo vuole essere un SI : sì alla propria autonomia, alla propria indipendenza, alla propria libertà di espressione. Se il gesto simbolico sarà poi capace di diventare pratica diffusa a favore della democrazia e della libertà di informazione dipenderà dalla partecipazione e dalla condivisione appassionata dei tanti che hanno ancora a cuore le sorti della nostra democrazia. Contiamo che siano ancora molti.
Dice il poeta:
“si vive si respira
quando si brucia
e si brucia”

Siete dei fuori legge, e lo sapete, visto che non avete le autorizzazioni necessarie per trasmettere. Pensate che l’essere piccoli possa proteggervi dai giganti dell’etere o temete che una di queste mattine vi risveglierete con i sigilli alla porta della vostra emittente?
Non ci spaventa l’idea che presto i carabinieri o l’escopost ci portino in tribunale. Sarà una occasione per tenere vivo un dibattito che altrimenti rischia di essere chiuso dalla forza dell’avversario o dato per scontato dall’opinione pubblica. Vorrei aggiungere che la domanda vera dovrebbe essere: ne vale la pena? Ebbene noi pensiamo che ne valga la pena. E come è nel nostro stile facciamo tutto questo a viso aperto.
Dice il poeta:
“ là dove c’è il pericolo
nasce anche ciò che salva”

Pensando ad esperienze come quelle dei centri sociali, dei disobbedienti, degli hacker... sembra che uno dei pochi modi per avere un proprio spazio sia quello di prenderselo, di conquistarlo, a dispetto anche delle leggi. Trasgredire la legge era l’unico modo a vostra disposizione per lanciare nel cielo, e nell’etere, le vostre idee e le vostre immagini?

Se e vero, come dice Deborde, che nella società dello spettacolo nulla esiste se non è trasmesso dalla televisione dobbiamo considerare Orfeo Tv come il grido disperato di chi si sente “invisibile” ai grandi mezzi di comunicazione?
Neanche per sogno.
Orfeo è un piccolissimo mezzo di comunicazione libero, non ricattato dalla pubblicità né dalla politica, che si offre come modello virale e proliferante dentro il mare della comunicazione dove oggi nuota un solo pesce, il pesce banana. Orfeo è il primo pesciolino di un branco di pesci che difenderà il diritto alla propria parola a qualunque costo. Orfeo si adopera perché il mare si ripopoli di molte specie di pesci. La questione non è dare visibilità a chi no ce l’ha, ma difendere il diritto di espressione di chi non ha più luogo di espressione. E’ la pervasività della televisione e la sua potenza sul cervello sociale che rendono la televisione un luogo che va liberato, e ridistribuito.

 

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