Giro90
Boicotta
E' ROSSO DEL SANGUE OGONI IL PETROLIO DELLA SHELL
il testamento di Ken
Saro-Wiwa (Nigeria)
"Signor Presidente, tutti
noi siamo di fronte alla Storia. Io sono un uomo
di pace, di idee. Provo sgomento per la vergognosa
povertà del mio popolo che vive su una
terra molto generosa di risorse; provo rabbia
per la devastazione di questa terra; provo fretta
di ottenere che il mio popolo riconquisti il suo
diritto alla vita e a una vita decente. Così
ho dedicato tutte le mie risorse materiali ed
intellettuali a una causa nella quale credo totalmente,
sulla quale non posso essere zittito.
Non ho dubbi sul fatto che, alla
fine, la mia causa vincerà e non importa
quanti processi, quante tribolazioni io e coloro
che credono con me in questa causa potremo incontrare
nel corso del nostro cammino. Né la prigione
né la morte potranno impedire la nostra
vittoria finale. Non siamo sotto processo solo
io e i miei compagni. Qui è sotto processo
la Shell. Ma questa compagnia non è oggi
sul banco degli imputati. Verrà però
certamente quel giorno e le lezioni che emergono
da questo processo potranno essere usate come
prove contro di essa, perchè io vi dico
senza alcun dubbio che la guerra che la compagnia
ha scatenato contro l'ecosistema della regione
del delta sarà prima o poi giudicata e
che i crimini di questa guerra saranno debitamente
puniti. Così come saranno puniti i crimini
compiuti dalla compagnia nella guerra diretta
contro il popolo Ogoni".
AVVENIMENTI - 13 DICEMBRE 1995
SHELL: DI TUTTO, DI PIU'
La multinazionale anglo-olandese Shell ha ammesso
di aver acquistato, ormai diversi anni fa, armi
per dotare la polizia nigeriana dell'equipaggiamento
necessario alla difesa dei propri impianti petroliferi.
Nega acquisti recenti. C'è chi la smentisce,
è la Humanitiex Nigeria, ditta nigeriana
che si occupa d'importazione di armi, che ha chiesto
un risarcimento di oltre un milione di dollari
accusando la Shell di "rottura di contratto".
Nella denuncia presentata all'Alta Corte di Lagos
c'è una deposizione scritta e giurata di
Gabriel Akinluyi, amministratore unico, nella
quale dichiara che la Shell nel 1993 decise di
fare un acquisto per rinnovare le armi da fuoco
delle forze di sicurezza del paese.
NIGRIZIA - APRILE 1996
NESSUNA LIBERTA' PER GLI OGONI
A un anno dall'impiccagione di Ken Saro-Wiwa e
di 8 suoi compagni "gli arresti arbitrari,
le torture e gli omicidi sono sempre all'ordine
del giorno per gli Ogoni", ricorda il giornale
nigeriano dell'opposizione Tell. Le testimonianze
raccolte dal settimanale lo dimostrano. Robert
Azibaola, responsabile di una ONG ambientalista,
è stato sottoposto ad un duro interrogatorio
per aver chiesto di organizzare un incontro culturale
in ricordo di Ken Saro-Wiwa, e gli è stato
quindi vietato di tenere riunioni con più
di due persone. Akinaa Deesor, produttore radiofonico
per l'emittente statale Rivers State Radio è
in prigione dal 18 luglio 1996 per aver trasmesso
una canzone tradizionale Ogoni.
TELL (Nigeria) - 18 NOVEMBRE 1996
IL CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE
DENUNCIA LA SHELL
Con un durissimo rapporto di 196 pagine, intitolato
"Ogoni: la lotta continua", il Consiglio
Mondiale delle Chiese (WCC) ha messo sotto accusa
il governo nigeriano e la multinazionale petrolifera
Shell per oppressione e devastazione ambientale,
in particolare nella regione del delta del Niger.
A poco più di un anno dall'esecuzione del
poeta nigeriano Ken Saro-Wiwa e di altri otto
attivisti del MOSOP (Movimento per la Sopravvivenza
del Popolo Ogoni), si torna a parlare della drammatica
situazione del Paese africano governato dal generale
Sanni Abacha e delle pesanti responsabilità
delle compagnie petrolifere occidentali nello
sfruttamento e nelle condizioni inumane di vita
dell'Ogoniland, la regione più colpita
dall'inquinamento e dalla repressione governativa.
"Negli scorsi 30 anni, si
è stimato che 30 miliardi di dollari di
petrolio sono stati estratti dall'Ogoniland, senza
alcun relativo beneficio per gli Ogoni. L'Ogoniland
è impoverita e gli Ogoni, come altre minoranze
produttrici di petrolio, hanno dovuto sopportare
l'oltraggio dell'inquinamento ambientale e della
devastazione": così il rapporto preparato
da Deborah Robinson - membro dello Unit III ("Giustizia,
Pace e Creato") del WCC ed inviata in Nigeria
per valutare i danni provocati in una regione
ricchissima di petrolio, eppure estremamente povera
come l'Ogoniland - descrive le condizioni in cui
versa il delta del Niger. Le continue trivellazioni,
le enormi quantità di gas bruciato, le
pioggie acide, lo smaltimento dei fanghi con incrostazioni
di petrolio che raggiungono il metro di spessore
hanno definitivamente compromesso la situazione
ambientale dell'area, colpendone duramente gli
oltre 550mila abitanti, come già denunciato
dal MOSOP.
A seguito delle proteste e delle
denuncie degli Ogoni per lo sfruttamento feroce
della loro terra da parte del governo e dei suoi
partner commerciali (Shell, Mobil, Chevron), si
è scatenata, infatti, una massiccia campagna
repressiva che, secondo il rapporto WCC, comprende
intimidazioni, sequestri, arresti, torture, agguati
e pestaggi tuttora in corso nei confronti di chiunque
si azzardi ad intralciare gli affari miliardari
delle multinazionali del petrolio. Se si pensa
che l'esportazione del greggio rappresenta l'80%
circa delle ricchezze del Paese, si capisce immediatamente
quali e quanto ingenti siano gli interessi sotto
il petrolio nigeriano.
ADISTA - 08 FEBBRAIO 1997
ARROGANZA SHELL
La compagnia anglo-olandese Shell ha portato in
tribunale il 21 gennaio 1997 Massimo Corbara di
Sarsina (Forlì) titolare di un'azienda
di agriturismo. Motivo, la disdetta del contratto
di fornitura di "gpl". Dice Massimo
Corbara: "Le responsabilità della
multinazionale nell'impiccagione di Ken Saro-Wiwa
sono state enormi, io avevo firmato il contratto
pochi mesi prima. Ho telefonato al rappresentante
e gli ho detto di venire a riprendersi tutto.
Mi hanno parlato di danni da pagare, risarcimenti.
Poi è emerso che il contratto che avevo
firmato era già stato contestato dall'Antitrust
di Amato, e il Giudice ha invitato la Shell a
ritirare le sue pretese, che da due milioni erano
già scese a duecentomila lire". Massimo
Corbara se l'è cavata col pagamento di
una semplice tassa governativa.
FAMIGLIA CRISTIANA - 19 FEBBRAIO 1997
SHELL: AVANTI NONOSTANTE TUTTO
A distanza di un anno e mezzo dalle esecuzioni
- fa notare Greenpeace - la Shell non solo rifiuta
di bloccare i propri investimenti in Nigeria ma
continua a fare affari con la giunta militare.
Greenpeace ha pubblicato un rapporto, Shell-Shocked,
che documenta i costi ambientali e sociali della
multinazionale in Nigeria. Nel delta del Niger,
la Shell ha forato 96 pozzi petroliferi e costruito
2 raffinerie, un complesso petrolchimico, una
fabbrica di fertilizzanti e una ragnatela di oleodotti
lunga quanto la distanza tra Londra e New York.
NIGRIZIA - MARZO 1997
*_________________NIGERIA
ROYAL DUTCH/SHELL
Group of companies
The Shell Transport & Trading Co. plc
Shell Centre - FNX/6
London SE1 7NA
United Kingdom
Dear Sirs,
we are writing about the grave
situation in which the Ogoni people is involved.
Your activities of oil prospections have brought
environment's pollution and favoured a strong
repressive campaign by the government with threats,
kidnaps, arrests, tortures and beatings: all this
to support your business activities, which on
their turn economically uphold a dictatorial regime.
We therefore engage ourselves to
boycott your products until you will lobby the
Nigerian government to the respect of human rights
and the withdrawal of the Nigerian army from Ogoniland,
and until you will carry out the environment's
cleaning of polluted areas and the compensation
of damages caused. Waiting for an answer, we remain
Yours Faithfully
____________TRADUZIONE
Egregi Signori, vi scriviamo in merito alla grave
situazione in cui si trova il popolo Ogoni in
Nigeria. Le vostre attività di estrazione
petrolifera hanno portato degrado ambientale e
hanno favorito una massiccia campagna repressiva
da parte del governo con intimidazioni, sequestri,
arresti, torture e pestaggi: tutto questo per
favorire le vostre attività commerciali,
che a loro volta sostengono finanziariamente un
regime dittatoriale. Ci impegnamo quindi a boicottare
i vostri prodotti finchè non farete pressioni
sul governo nigeriano per il rispetto dei diritti
umani e il ritiro dell'esercito dall'Ogoniland,
e finchè non attuerete la pulizia ambientale
delle zone inquinate e il risarcimento dei danni
provocati. In attesa di una vostra risposta porgiamo
distinti saluti.
fonte Boycott n.26
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