segnali dalle città invisibili
  Giro89 Movimento
Sullo sciopero generale del 16 a Palermo

Oggi, milioni di lavoratori hanno scioperato in tutta Italia. Milioni in piazza, in un grande sciopero generale, il più grande dal dopo guerra, voluto da tutti gli operai italiani, da tutti i precari e disoccupati di questo paese, ma anche da buona parte dei lavoratori del pubblico impiego che oggi sono scesi a protestare, così come pure il movimento degli studenti in lotta contro la riforma Moratti, ed il movimento no global.
Oggi, a Palermo, due grandi manifestazioni (100 mila manifestanti per il TG3) hanno invaso le principali vie cittadine culminando nelle due piazze più importanti della città.
In 10 mila nella manifestazione organizzata dai Cobas e dal sindacalismo di base, dove è stata importante la presenza degli operai di fabbrica, della Parmalat di Termini Imerese e della Europack 2000, oltre, naturalmente ai lavoratori del Comune, del Policlinico, della Clinica Stagno, dell'Ospedale Civico, dei disoccupati, dei giovani, dello Slai Cobas per il Sindacato di classe, le donne del MFPR, i giovani del Circolo Rossoperaio, armati di striscioni e di un gran numero di bandiere rosse,accanto agli studenti, che hanno lottato contro la scuola dei padroni, i precari che da anni lottano per la stabilizzazione, gli insegnanti e i lavoratori della scuola, dei cobas, i lavoratori della società mista Multiservizi, i giovani anarchici e dei centri sociali, i ferrovieri dell'UCS e tanti altri lavoratori del pubblico impiego.
Tutti insieme hanno contribuito a questa grande giornata di lotta, che rappresenta una pagina storica del nostro paese, contro il governo antioperaio e antipopolare di Berlusconi Bossi Fini, che si appresta a tagliare l'articolo 18 e vuole riformare il mercato del lavoro, per dare piena libertà di licenziamento ai padroni, ai quali si regalano migliaia di miliardi l'anno; che taglia i fondi per il lavoro, che vuole imporre la flessibilizazione selvaggia, che continua a fare 4 morti al giorno sul lavoro. Il governo della disoccupazione cronica, dell'attacco alle pensioni, della privatizzazione dei servizi, dell'aumento delle tasse, delle tariffe; della sanità dei ricchi, che ha voluto anche i ticket sul pronto soccorso, della scuola dei ricchi, al servizio del capitale, dei padroni; delle leggi razziste antimmigrati, usate per supersfruttare e poi gettare via i nostri fratelli; della repressione e dello stato di polizia che il governo Berlusconi, a partire da Genova, vorrebbe instaurare definitivamente.
Ma oggi questi lavoratori, questi precari, questi giovani, queste donne, sono scese in piazza anche contro il governo della guerra, contro le guerre contro i popoli oppressi ed il massacro del popolo palestinese da parte del boia Sharon con l'appoggio, innanzi tutto, dell'imperialismo, USA.

Questo grande sciopero, a cui si è arrivati oggi, grazie ad un ciclo di lotte aperto dai piccoli e grandi scioperi indetti dai cobas e dal sindacalismo di base, poi continuato con l'esplosione degli scioperi in fabbrica ed imposto a tutti dalla gigantesca partecipazione alla manifestazione del 23 marzo, è una grande vittoria per il movimento dei lavoratori, del proletariato, perché rappresenta una grande opposizione di classe e di massa alla dittatura dei padroni e della borghesia, rappresentata dal governo Berlusconi, che vuole arrivare allo scontro aperto con tutti i lavoratori, per potere garantire i profitti dei padroni e l'impunità per Berlusconi.

Alla fine del corteo, che si era aperto con un caloroso saluto al capo del governo: "Berlusconi, la senti questa voce, vaffanculo!", i cobas e il sindacalismo di base hanno fatto il loro comizio, ribadendo la necessità di continuare questa lotta, e in distinzione dai sindacati confederali che non hanno voluto questo sciopero per rappresentare realmente e fino in fondo gli interesse dei lavoratori, ma solo per stralciare la patata bollente dell'art. 18 e per poi tornare alla concertazione, a trattare sul libro bianco di Maroni, che è solo un vero e proprio libro nero per i lavoratori.
Ma il lavoratore dello Slai Cobas che con grande rabbia e gioia nello stesso tempo, slancio e determinazione è intervenuto sul palco, ha anche sottolineato la necessità di parlare con gli operai e i lavoratori, che fanno riferimento a cgil, cisl e uil - che costituiscono la maggior parte dell'intero movimento dei lavoratori - perché esiste e deve esserci un unico movimento, perché e' necessario costruire un sindacato di classe e di massa che sia una forza esplosiva e dirompente, capace di contrastare e rovesciare la politica del governo e l'intero governo Berlusconi, fatto della feccia politico-sociale del paese, di padroni e fascisti in doppiopetto.
"Perciò -ha affermato- questo sciopero non deve essere la fine della lotta, ma l'inizio della consapevolezza che ciò è possibile, oltre che necessario".
"La nostra lotta deve continuare e mirare a difendere i nostri interessi di classe e a rovesciare il governo Berlusconi, come ogni altro governo dei padroni di destra o di falsa sinistra, per potere aprire la strada e le condizioni sociali e politiche per la lotta per il potere in mano ai lavoratori".

Palermo 16.04.2002
Slai Cobas per il sindacato di classe

 

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