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Giro89
Movimento
Documenti: Napoli marzo 2001
il numero 89 di girodivite
esce online il 5 maggio 2002, mentre i giornali
discutono sui "fatti di Napoli" del
marzo 2001. Riportamo un documento, proveniente
da Indymedia.
[Napoli]>>> 17/03/01
A Napoli si prepara "battaglia", un
summit che vuole essere e dire e migliaia di persone
che non vogliono che sia e dica.
Nel mezzo, come di norma da un po' di tempo a
questa parte, una marea di difensori dell'ordine
costituito.
Motivi di ordine pubblico si dice, e per gli stessi
si impedisce di manifestare.
Fino a qui massimo si dice, e si militarizza una
piazza.
Il corteo accetta la provocazione: il diritto
a manifestare dev'essere difeso, la possibilita'
di bloccare il vertice dev'essere reale.
DOBBIAMO ARRIVARE A PIAZZA PLEBISCITO e' la parola
d'ordine...
...ma a Piazza Municipio una brutta sorpresa ci
aspetta.
Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza sono
dovunque... tutti in
assetto antisommossa... scortati da camionette,
reti e idranti... armati, vogliosi e provocatori...
Nelle loro facce si leggono "inviti",
sbeffeggi, offese... e attesa.
Il corteo vuole passare lo stesso!
E' chiaro quello che succedera' di li a poco...
allora cerco una posizione da dove poter utilizzare
al meglio la mia
sola arma: una telecamera JVC-Digitale vecchio
modello... un'occhio elettronico che invece di
sparare registra... un grande fratello insaziabile
di REALTA'... e allora salgo su... come insegnano
telegiornali e giornalisti... le immagini dall'alto
sono le migliori... domini tutto... ed infatti
eccoli tutti la... i giornalisti veri, quelli
col tesserino ufficiale che permette la distribuzione
di informazione... mi aggrego a loro con il mio
tesserino che richiede e non permette... siamo
tutti accalcati su un'impalcatura, proprio in
mezzo a dove si presume
che iniziera' il "macello"... la tensione
cresce... anche tra di noi partono piccoli spintoni
e offese per ottenere il posto migliore... cosi
come in strada...
BOOM... BOOM... BOOM... ALLA CARICA!
Mandrie inferocite di bestie nere, verdi e blu
si lanciano contro un pannocchia di gomma e due
simil scudi di plexiglass grandezza
Gulliver. A questo punto la confusione e' totale.
Lascio correre la telecamera... tra i fumo dei
lacrimogeni (lanciati a centinaia) e le lacrime
che ne seguono vedo scene agghiaccianti: + caschi
blu in numero di almeno 20-30 per gruppo lanciarsi
su singole persone "rimaste" a terra;
+ caschi neri usare il fucile dalla parte del
manico e lanciare "ovunque"
ogni tipo di oggetto che li capiti per le mani;
+ caschi verdi correre, picchiare, sparare...
SENZA NESSUN TIPO DI ORDINE.
Picchiano anche dei "commissari della Digos"
(cosi poi ripeteranno anche alcuni giornali il
giorno dopo); + manifestanti che scappano a mani
alzate rincorsi e picchiati da ogni dove.
Il tutto dura 20 minuti. Ogni tanto alzo gli occhi
e l'occhio digitale alla piazza e da lontano vedo
la stessa scena ognidove. Carabinieri, Polizia,
Guardia di Finanza e Lacrimogeni che si lanciano
selvaggiamente in mezzo alla folla. E' un'abbraccio
stretto e violento. Capisco immediatamente che
questa volta il bilancio sara' grosso, anche i
giornalisti di stato e non accanto a me rimangono
allibiti.
Poi poco prima che tutto finisca mi sento una
pietra arrivare addosso, cosi come ad un ragazzo
accanto a me... poi un legno, poi ancora pietre,
bottiglie... arriva di tutto... cazzo i manifestanti
se la sono presa con noi... mi sporgo e rimango
senza parole, coscientemente colpito da una verita'
che creddevo impossibile... tra il fumo dei lacrimogeni
non mi ero accorto che il corteo era statodefinitivamente
spazzato via... la strada ora era libera e i caschi
dei vari colori (l'unica cosa che potevo facilmente
riconoscere tra le lacrime) non avevano pi' da
lavorare... eh no... un folto gruppo parte alla
rincorsa dei manifestanti... un'altro, forse stanco
di correre ma con ancora energie e adrenalina
da utilizzare, si gira verso di noi... ha iniziato
un'altra piccola guerra a senso unico... noi sdraiati
per terra a prendere pietre, legni e bottiglie...
e loro a lanciare i suddetti oggetti... quasi
nessuno non viene NON COLPITO!
Urliamo tutti, qualcuno tenta di avvertire via
cellulare qualcun'altro, qualcuno tenta di scendere
e scappare mostrando il tesserino 8ma vedra' solo
manganelli e calci), qualcun'altro chiede pieta'
invenendo di essere un giornalista.
Sono minuti lunghissimi, con il cuore in gola.
La paura non e' mai stata cosi forte...
Mi trovavo sotto un fitto lancio di oggetti da
parte delle FORZE DELL'ORDINE ed io non potevo
fare niente!
Dopo 5 minuti finalmente i funzionari (non senza
ricevere qualche "manata") riescono
a placare la loro "ciurma" premettendoci
di scendere e di salire sull'ambulanza... unico
modo per uscire da quella gabbia.
SALIAMO speranzosi di poter raggiungere il piu'
presto un computer e poter dare al momento le
incredibili immagini di violenza appena vissute...
ma l'AVVENTURA non finisce qui... come ogni avventura
che si rispetti le sorprese sono ad ogni angolo.
L'ospedale e' peggio della piazza: FORZE DELL'ORDINE
ovunque!
Vedo alzare manganelli contro infermieri e dottori
che chiedevano di uscire almeno dal reparto...
vedo gente strappata via con forza mentre veniva
medicata... vedo manganelli (all'incontrario e
in mano a gente non in divisa) volare contro gente
sanguinante... ed in manette!
Vedo sbirri chiedere la precedenza di cura a colleghi
e giornalisti (anche se semplicemente contusi)
rispetto a ragazzi/e svenuti o grondanti di sangue.
Eppoi mi vedo strappare io stesso dalle cure.
Tento di spiegare la mia posizione: "Io non
sono stato fermato, sono un giornalista! Sono
venuto qua ad accompagnare un'altro giornalista
ferito"
Niente di niente, nemmeno con le "grida di
colleghi di stampa". Un manganello in testa
ed un calcio nel di dietro e via dentro la stanza
della polizia... strapiena!
Tento di rispiegarmi, di farmi capire... non serve
a niente! non sentono niente! I miei capelli lunghi
e il mio non tesserino mi imprigionano 5minuti
dopo in una macchina con le sirene spiegate che
si diverte ad attraversare Napoli inchiodando
e zizzagando... "non provare a metterti la
cintura" "tanto voi la testa ce l'avete
dura". Io riesco a reggermi, il compagno,
l'amico, la mia spalla accanto a me NO, e giu'
che batte a destra e a sinistra.
In questura la scena e' agghicciante e ci porta
immediatamente alla realta': gente in ginocchio
che guarda la parete, maglietta alzata e via che
ogni tanto parte il manganello.
Mentre guardo attorno lo scenario mi sento spingere
e tirare, un ragazzo in divisa tenta di strapparmi
la telecamera. Mi oppongo ma allo stesso tempo
offro di lasciare lo "strumento incriminato"
in cambio di un foglio con la firma del "sequestro".
Tutto cio' mi viene negato mentre mi vedo portar
via una prima cassetta e le due batterie... SENZA
NESSUN FOGLIO CHE LO PROVI.
Allo stesso tempo un "ciccione" in borghese
mi prende a se "Ti seguiro io a te, aspetta
di entrare nella stanza delle torture".
Qualche istante dopo mi trovo dentro una bagno
piccolo con quattro della Digos.
"Spogliati meda comunista" "Tira
fuori tutto dalle tasche, figlio di puttana"
"..."
Come viene fuori una seconda cassetta nemmeno
me ne accorgo che mi arriva un ceffone in pieno
volto, poi un calcio nello stomaco e SBANG...
viene chiusa la porta. Partono insulti e minacce
di ogni tipo, io mi difendo con la sola parola.
"Lo sai che non puoi prendermi senza denuncia
quella cassetta", non faccio neanche in tempo
a finire che parte una nuova sequela di calci,
pugni e offese di ogni genere. Tento di parare
il piu' possibile, ma contro quattro e schiacciato
in un'angolo non e' facile. mi sento stritolare
i "cog...ni" e poi la faccia che mi
viene schiacciata dentro un lavandino pieno di
"piscio".
"Bevi bastardo, oppura affoga". Eppoi
giu' calci e pugni, finche non mi trovo per terra
ad urlare.
"Cosa fai, zitto!". Una mano sulla bocca
ed altri sei/sette calci non me gli toglie nessuno.
Da fuori bussano: "Veloci che qua c'e' la
fila".
Pochi altri calci e pugni e mi viene intimidito
di riprendere subito la roba e uscire...
NEGANDO di aver visto qualsiasi tipo di cassetta
ovviamente.
Esco con la testa dolorante, la stanza e' piena.
"Contro il muro veloce, e senza appoggiarsi".
Rimango in quella posizione per ora, senza telefonare,
senza fumare, senza parlare... ricevendo solo
offese, minacce ed accuse.
Sento altri che vengono picchiati. Saremo una
50ina, quasi tutti con qualche ferita vistosa,
molti sanguinanti, alcuni che non c'entravano
nulla... erano all'ospedale per un'incidente o
per salutare un'amico e sono stati portati via
anche loro... offesi e picchiati come zecche comuniste
anche loro...
Verso le 17, dopo 5 ore seduti l'atmosfera di
colpo cambia... la DIGOS scompare, le divise piu'
giovani ed incandescenti vengono sotituite da
secondini o da "colleghi" piu' anziani...
si capisce che e' arrivato l'ordine di farci uscire...
partono allora le foto segnaletoche e l'ennesima
richiesta di documenti... poi tutti in fila come
pecore e piano piano... tre a tre, due a due,
uno a uno si esce... verso le 19:30 siamo tutti
fottutamente LIBERI... ovviamente senza videocassette,
batterie, audiocassette e cellulari (ad alcuni
e' stato spaccato nella stanza delle torture).
Corro alla stazione e la trovo piena di divise
di ogni colore che al passare dei manifestanti
che tornano a casa non mancano di alzare il dito
medio, di offendere o di battere il manganello
(fedelmente tenuto
all'incontrario) sulla mano. gli risponde un coro
di applausi e "Vergona".
Finalmente si parte... mentre io mi faccio raccontare
tutte le altre violenze e gli altri sopprusi delle
FORZE DELL'ORDINE.
Dopotutto era una questione di ordine pubblico
e tutto si puo' in questi casi... tutto quello
che giornali e telegiornali hanno raccontato o
fatto vedere e' concesso no? con questo me ne
vado evitando di dover dare spiegazioni o valutazioni...
tutt'al piu' rimando al "network" per
cui anche questa volta ho TENTATO di lavorare
per raccontare la verita', o almeno una sua parte:
[http://italy.indymedia.org]
Da qui in studio e' tutto a voi la linea
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