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Pioggia di fischi durante il discorso sulla Resistenza

25 Aprile a Bologna, contestato Guazzaloca
Polemiche tra partigiani e contestatori
di gaetano mangiameli

Chiarimento preliminare: chiunque sia interessato a conoscere il testo del discorso del sindaco di Bologna, Giorgio Guazzaloca, in occasione del 25 aprile, abbia la buona volontà di rivolgersi al suo ufficio stampa e di farselo recapitare a casa.
Non chiedete al povero cronista di riportare ciò che era fisicamente impossibile ascoltare. La contestazione del discorso del sindaco era stata annunciata dal Bologna Social Forum, ma nessuno si aspettava che il risultato potesse essere così massiccio: gli uomini-fischietto (un migliaio), sforzatisi fino a fare scoppiare i polmoni, avrebbero sommerso anche le urla dei pescivendoli della Vuccirìa, figuriamoci il tono compassato del Guazza. Il sindaco, in un clima surreale, continuava per quasi dieci minuti a leggere il suo testo senza che nessuno potesse seguirlo.
Il mix di piazza del Nettuno era quanto mai interessante: il sindaco, qualche assessore, i vigili urbani, la polizia, Rifondazione, la digos, l'Associazione Nazionale Partigiani (contraria alla contestazione), anarchici alla rinfusa con le bandiere rossonere ("Ah, Ah! Sono anarchici o milanisti?" commenta un poliziotto allegrotto), i Verdi Disobbedienti, i Palestinesi ormai in mobilitazione permanente e gli altri immigrati con loro solidali. La banda Roncati, onnipresente e mai doma, intonava Bella Ciao accompagnata dal canto di qualche coraggioso cantante improvvisato, degno della Corrida. Ugole rubate ai fischietti, con grandi rimpianti per le mie orecchie: perché demolire un pezzo di storia della musica? Per fortuna, un immigrato, a trenta centimetri di distanza, decide di orientare il suo fischietto verso di me. Sollievo. Non sento più quelli che cantano Bella ciao. Purtroppo non sento più neanche la Banda Roncati, che suonava proprio bene.
Veniamo agli assenti. I DS, innanzitutto. Critici con il sindaco, ma anche con la contestazione del BSF, non portano in piazza le bandiere. Punto secondo: gli elettori del Polo. Che cattiveria lasciare il sindaco di centrodestra da solo in piazza. Ma chi l'ha votato? Torna in mente la temuta e terribile maggioranza silenziosa. Preferisco i fischi.
Note di chiusura. Guazzaloca se ne va, i fischi proseguono per un po'. I partigiani, che certo non impazziscono d'amore per il Guazza, sono più arrabbiati di lui con i contestatori. "D'accordo il neofascismo latente, d'accordo il centrodestra inguardabile, d'accordo Berlusconi pigliatutto ad interim (ma quanto interim?), ma il 25 aprile è la nostra festa e voi potevate andare da un'altra parte a contestare". Sicuramente comprensibile lo sfogo dei partigiani, che avevano deciso di limitarsi a non applaudire il discorso del sindaco. Il dialogo-scontro tra un partigiano e un palestinese non ha esiti migliori: in comune hanno solo i baffi.
Guazzaloca si ferma al bar con il prefetto a gustarsi il solito spettacolo della sinistra litigiosa. Leggo sulla cronaca locale di "Repubblica" che il prefetto si è complimentato con il sindaco per il suo discorso. Mi chiedo come possa aver fatto ad ascoltarlo. Mi rispondo che non riuscirò mai diventare prefetto.
(25 aprile 2002)

 

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