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Vodafone svende 914 persone

Mentre Vodafone annuncia l’acquisto di Tele2, i lavoratori Vodafone Italia sono in sciopero contro l’esternalizzazione di 914 impiegati. Un articolo di Emma Berti (Aprileonline.info)

di Redazione - sabato 6 ottobre 2007 - 6723 letture

I lavoratori della Vodafone Italia hanno scioperato contro l’esternalizzazione di 914 impiegati, che verranno acquisiti da Comdata. I manifestanti sono stati ricevuti dal ministero del Lavoro, che ha fatto alcune promesse. Noi abbiamo parlato con Federico Sciarpelletti, delegato sindacale Slc-Cgil della Vodafone Roma

Lo sciopero dei lavoratori Vodafone Italia, proclamato unitariamente da SLC-Cgil, FISTEL-Cisl, UILCOM-Uil e Ugl contro il progetto di esternalizzazione di quasi mille lavoratori dell’azienda, che verranno acquisiti da Comdata, è riuscito.

Secondo i sindacati ha scioperato il 95% dei lavoratori. A Milano sono scese in piazza 3000 persone provenienti da tutto il Centro Nord. A Roma, in Piazza Santi Apostoli, c’è stato un sit-in con 500 lavoratori del Mezzogiorno e del Centro Italia, che si sono poi trasferiti in Piazza Montecitorio, davanti alla Camera dei Deputati.

Gli slogan più urlati dai manifestanti, a cui è andata la solidarietà di Prc e Pdci, sono stati "Vodafone vergogna, è tutta una menzogna" e "non siamo ricaricabili". Con maglietta rossa e cartello ’Vendesi’ appeso al collo, hanno intonato un remake di Bella Ciao: "una mattina mi son svegliato, lavoro ciao, lavoro ciao, ciao ciao".

Davanti alla sede di Assolombardia si è tenuto un comizio, in cui Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil, ha tuonato: "la riuscita dello sciopero di oggi è una cattiva notizia per Pietro Guindani, che non ha capito quello che sta facendo; pensavano che sarebbe stata un’operazione indolore e si sono invece trovati lo sciopero più riuscito e la più grande manifestazione di tutti questi anni". Ricordiamo che Guindani è l’amministratore delegato del gruppo Vodafone Italia, oltre che presidente di Astel.

"Vodafone - continua il sindacalista - è un’azienda con problemi molto seri, che sta nascondendo una crisi dietro alla cessione di un ramo d’azienda". Secondo Miceli, l’ordine sarebbe partito da Londra, e si tratta di un modo per poter operare "licenziamenti mascherati", lasciando il gioco sporco a Comdata. Il segretario ha continuato dicendo che "Da un’azienda che ha sempre insistito sulla responsabilità etica ci aspettiamo il rispetto dell’Italia come Paese e non il mero sfruttamento di un mercato e dei lavoratori", e ha chiesto l’apertura di un tavolo con il Governo.

Noi abbiamo parlato con Federico Sciarpelletti, delegato sindacale Slc-Cgil della Vodafone Roma, che ci ha spiegato in modo dettagliato la situazione e i motivi dello sciopero. Vodafone Italia è una delle maggiori compagnie telefoniche europee, fa parte di un colosso internazionale delle telecomunicazioni, con utili che raggiungono il 53% del proprio fatturato e cifre che si aggirano intorno ai 4 miliardi di euro annui. L’azienda ha annunciato e iniziato la procedura di esternalizzazione di un numero di dipendenti pari al 10% della propria forza lavoro nazionale.

Si tratta della più grossa cessione di ramo d’azienda mai realizzata nel settore: prevede il passaggio di 914 lavoratori delle aree di back office (reclami, variazioni, attivazione etc) e della gestione del credito di 5 call center (Ivrea, Milano, Roma, Napoli e Padova) a Comdata, società di gestione dei servizi per conto di grandi aziende, tipico esemplare di grosso contenitore di precarietà per la gestione di operatori telefonici factotum, senza garanzie e certezze per il futuro.

Tale processo, ingiustificato considerando gli utili di Vodafone, azienda in salute, virtuosa dal punto di vista economico e finanziario, che cresce con velocità quadrupla al Pil del nostro Paese, si è compiuto peraltro in modalità offensive nei confronti dei lavoratori, che hanno appreso la notizia su un articolo di giornale.

Siamo di fronte ad un fatto di assoluta gravità: come già verificatosi in precedenti esperienze e documentato da numerose inchieste, queste operazioni mascherano in realtà un taglio di personale a favore di aziende con soglie di diritti più basse, in cui la stabilità occupazionale è decisamente più a rischio.

Di questi 914 lavoratori, che costituiscono il 60% degli assunti nel Call center, 273 sono di Roma, e il 70% è donna. L’ età media è di 33 anni e l’inquadramento nel settore TLC è di quinto livello. Parliamo di persone che, una volta scaduta la commessa Vodafone e Comdata, potrebbero, a 40 anni, trovarsi riciclati in altre attività dell’azienda, probabilmente con un livello di professionalità richiesta molto più basso. Potrebbero essere costrette ad accettare modifiche al proprio inquadramento, o venir messe alla porta nel caso, estremamente probabile, che Comdata non garantisca più gli utili che dichiara di avere oggi.

Tale operazione è resa possibile dalla famigerata legge 30, che ha deregolamentato la legge sulla cessione di ramo d’azienda, ed è stata effettuata in border line. Infatti i reparti interessati e ceduti non sono affatto autonomi - come vorrebbe la legge - né come collocazione spaziale (stesso palazzo e postazioni di tutti gli altri reparti) né come gestione del cliente, in quanto i lavoratori in questione non possono fare a meno di interagire con colleghi di reparti non impattati dalla cessione, poiché devono necessariamente gestire con loro le pratiche dei clienti. Inoltre, sono coinvolti elementi che sono stati da poco spostati per un’ufficiale e decisamente sospetta ’job rotation’, in realtà selezione mirata per eliminare coloro che sono stati considerati rami secchi. Ci riferiamo, in alcuni casi, a delegati sindacali, a lavoratori critici con le scelte aziendali, a cosiddetti fannulloni, e, addirittura, a lavoratori godenti della legge 104. Insomma, la parola forse più appropriata è ’discriminazione’.

Siamo davanti a una mera e meschina rincorsa al profitto facile sulle spalle di lavoratori che guadagnano 800-1000 euro al mese. I manifestanti e il delegato sindacale sopra nominato, ritengono che tutte le Istituzioni ai massimi livelli debbano farsi carico della sospensione dell’esternalizzazione in corso.

Federico Sciarpelletti conclude così la nostra chiacchierata: "Crediamo che chi del lavoro ha fatto una bandiera non possa non attivarsi al fine di rivedere la Legge 30 su temi come la cessione di ramo d’azienda, in quanto è una mina vagante sulla vita e sulle prospettive di milioni di lavoratrici e lavoratori".

Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta da Rosa Rinaldi, sottosegretario del ministero del Lavoro. Si è arrivati ad una sorta di momentaneo compromesso: il ministero si impegnerà a chiedere a Vodafone la sospensione dell’operazione (che secondo i piani si dovrebbe concludere il primo novembre) e a dare il via ad un confronto, da tenersi presumibilmente la prossima settimana, e a cui parteciperanno il ministro Cesare Damiano e, si vocifera, quello per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero. La Rinaldi ha assicurato che la convocazione delle parti in causa avverrà in tempi brevi, e ha espresso l’intenzione di coinvolgere nella vicenda anche il ministero delle Attività produttive.

Life is now. Capiremo prossimamente se questo "now" è estendibile al tempo futuro.


L’articolo di Emma Berti è stato pubblicato il 5 ottobre 2007 su Aprileonline.info


Dopo lo sciopero / di Una Dipendente Vodafone

IL FATTO

In linguaggio tecnico si chiamano "esternalizzazioni". Sono, in pratica, lo strumento a cui le imprese ricorrono per gestire le eccedenze di personale in modo solo apparentemente "non traumatico", visto che spesso si tratta di licenziamenti di massa "postdatati". Operazioni di pirateria padronale, di norma attuate con l’obiettivo di ridurre il costo del lavoro (appaltando servizi prima gestiti in modo diretto) e rese più agevoli dalla legge 30, la famigerata riforma simbolo della precarietà che il programma dell’Unione voleva cancellare e che invece il protocollo sul welfare ha deciso di non toccare, tra le proteste della Sinistra.

Succede così che, dopo anni di lavoro con contratto a tempo indeterminato, adesso gli operatori del 190 di Vodafone rischiano di perdere tutto - qualifiche, diritti acquisiti, certezza del posto di lavoro - perché di punto in bianco la loro azienda, che ha chiuso l’ultimo bilancio con 4 miliardi di attivo, ha deciso di cederli in blocco, come le zucchine al mercato. Ancora una volta il settore delle TLC si dimostra il più esposto a scorrerie di questo tipo.

I COMMENTI

E’ Facendo riferimento ad un articolo letto sul sito www.socialpress. it "Non si processa la libertà d’informazione", di Enrico Campofreda, il 3 ottobre 2007, con cui voglio iniziare questa lettera.

" E’ una storia della nostra epoca segnata da quell’enclave della libera informazione che è diventata la rete nella quale passano notizie che tanti media - pubblici e privati - evitano di diffondere." Già TANTI MEDIA EVITANO DI DIFFONDERE.

Lavoratori VODAFONE in sciopero Nazionale il 5 ottobre 2007 a Roma e Milano! Eppure... se non i TG regionali... in TV si è sentita notizia? I principali quotidiani hanno scritto qualcosa? NOOOO! Di certo è stato più importante scrivere che Vodafone con un’operazione di 775.000.000 euro ha comprato Tele2 Italia e Tele2 Spagna!

Ma che per farlo SVENDE 914 dipendenti a novembre e un numero indefinito tra dicembre e gennaio non lo comunica nessuno!!!!

Solamente al TG1 delle 20.00 del 5/10/2007 c’è stato un rapido accenno ad una protesta contro il precariato svoltasi a Roma, agganciandosi ad un’intervista fatta a Franco Giordano; ma è stata menzionata QUALE azienda? Né nelle inquadrature sono state fatte scorrere le scritte VODAFONE! Troppo rischioso... ma per chi?

Mentre riceviamo un comunicato stampa di completo appoggio del partito Comunista Italiano, i media sono forse interessati da qualche altra notizia, oppure c’è qualcos’altro che che li costringe ad evitarci come la peste?

Emilio Miceli, segretario generale SLC CGIL, dichiara: "E’ una brutta notizia questa per Vodafone. Pensavano che sarebbe stata un’operazione indolore e si sono invece trovati lo sciopero più riuscito e la più grande manifestazione di tutti questi anni. La posta è alta perchè Vodafone ha deciso di esternalizzare una parte del cuore dell’azienda e lo sta facendo nel peggiore dei modi possibili, anche attraverso un rigonfiamento degli asset in via di esternalizzazione in modo da poter operare licenziamenti mascherati. Il gioco sporco lo farà fare a Comdata."

LO SCIOPERO

Lo sciopero contro l’esternalizzazione dei 914 lavoratori a Comdata è pienamente riuscito in termini di adesione e partecipazione. La media nazionale di adesione è stata intorno al 95%. Al ritrovo di Milano sono giunti 3 pullman da Ivrea, 2 da Padova e 2 da Pisa, oltre a più di 200 lavoratori delle sedi di Milano; il corteo è stato formato da almeno 600 persone che ha manifestato davanti alla sede dell’associazione degli industriali delle telecomunicazioni Asstel - presieduta da Pietro Guindani - con comizio finale del segretario generale della SLC CGIL Emilio Miceli.

In Piazza Santi Apostoli a Roma sono convenuti 2 pullman organizzati dai Cobas e 1 dalla CGIL di Napoli, più 1 vagone in treno e alcune auto, 1 pullman da Catania, 2 pullman autorganizzati da Bologna (compresi 4 equipaggi di auto da Ivrea) più almeno 300 lavoratori delle sedi romane; alla manifestazione hanno quindi partecipato almeno 800 persone. Dopo le testimonianze di diversi lavoratori e delegati dal palco, la manifestazione si è spostata davanti alla sede della Camera a Montecitorio per un presidio durato fino alle 18.00. La manifestazione di Roma ha visto l’adesione, oltreché di Rifondazione per il quale erano in piazza i parlamentari Franco Russo, Elettra Deiana e Francesco Caruso, anche di altri sindacati tra cui la Fiom.

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta nella sede del Ministero del Lavoro dalsottosegretario Rosa Rinaldi e nel corso della mattinata, una delegazione dei manifestanti si è recata a Montecitorio, ed è stata ricevuta dal presidente dei deputati Prc Gennaro Migliore e dal capogruppo in commissione Lavoro alla Camera Augusto Rocchi. “Chiederemo al governo di intervenire per fermare questa esternalizzazione. Chiederemo inoltre interventi strutturali che modifichino la legge 30 lì dove agevola queste operazioni a danno dei lavoratori”.

CONCLUSIONI

Chiediamo un forte intervento delle Istituzioni. Così come si è retrocessa l’esternalizzazione per Telecom e NOKIA vorremmo fosse posta all’attenzione del Governo, anche la nostra vicenda.

La sentenza del 31 gennaio 2007 del Tribunale di Roma ha annullato, dopo tre anni, l’esternalizzazione dei servizi di informatica interna di Telecom Italia, ceduti alla HP, obbligando Telecom alla riassunzione dei tecnici suoi ex dipendenti che le avevano fatto causa. Il giudice infatti l’ha ritenuta una esternalizzazione "fittizia", perché comunque la nuova società ha continuato a svolgere, esclusivamente per Telecom, la stessa attività di manutenzione dei sistemi informativi che i dipendenti svolgevano all’interno di Telecom con modalità operative pressoché identiche.

GRAZIE VODAFONE!


Ringraziamo Una Dipendente Vodafone per l’aggiornamento sulla notizia.



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Vodafone svende 914 persone
8 ottobre 2007, di : anonimo

quoto tutto

per ulteriori info

www.autunnovodafone.blogspot.com