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Superate le 5.000 firme in difesa del diritto di sciopero

Prosegue la raccolta firme, a seguito della petizione lanciata dalla Usb a difesa del diritto allo sciopero.

di Redazione Lavoro - giovedì 24 agosto 2017 - 4353 letture

Abbiamo lentamente superato le 5.000 firme in piena estate. Ora che Agosto sta finendo e tra poco inizierà l’autunno del 2017 è importante dare nuovo sviluppo a questa raccolta di adesioni. Non si tratta certo di una petizione legata ad un evento preciso. In effetti più che una petizione è una presa di parola, una posizione , una partecipazione diretta a tutela della Costituzione, del lavoro e del diritto di sciopero.

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Lavoratori

Condividiamo sui social, invitiamo altri ad esprimersi, inviamo email e soprattutto invitiamo a firmare altre lavoratrici e lavoratori sui propri posti di lavoro. Che sia un autobus, una fabbrica, un ufficio, un cantiere o un aeroporto poco importa. I diritti del lavoro sono di tutti e da tutti devono essere difesi.

Appello per la difesa del diritto costituzionale allo sciopero

Negli ultimi tempi si sono fatti sempre più intensi gli attacchi al libero esercizio del diritto di sciopero come garantito dall’articolo 40 della nostra Costituzione. Prendendo le mosse dai riuscitissimi scioperi nei trasporti promossi ed effettuati dalle organizzazioni sindacali di base ed autonome, illustri direttori di giornali e giornalisti, ministri e persino l’ex Presidente del Consiglio disarcionato dal referendum Costituzionale del 4 dicembre, si sono lanciati in una crociata per l’ulteriore riduzione del diritto allo sciopero, nonostante la legge italiana 146/90 sia tra le più restrittive in Europa. E così l’Italia fa la prima della classe in una Unione Europea dove, in un clima di austerità e criminalizzazione del conflitto sociale che ha prodotto tra l’altro la legge Cameron, quella spagnola e la nuova loi travail francese, si indica chiaramente la necessità di colpire il diritto di sciopero e di manifestazione.

La litania è sempre la stessa. Non può essere consentito ad organizzazioni sindacali che non siano maggioritarie, di bloccare il Paese; in nessuno degli autorevoli scritti di questi giorni però ci si pone il problema del perché la rappresentatività reale dei bisogni dei lavoratori sia sempre più in capo al sindacalismo conflittuale. Ma il nodo della questione è certamente un altro. Chi oggi chiede con forza un inasprimento della normativa sullo sciopero ha in mente di sottrarre il diritto allo sciopero ai singoli lavoratori per attribuirlo alle organizzazioni sindacali, negando così il principio secondo cui lo sciopero è un diritto soggettivo che si esercita collettivamente. Questo dicono esplicitamente i Disegni di Legge giacenti da tempo al Senato e che sono stati recentemente riesumati. Non solo quindi si vuole procedere ad un vero e proprio stravolgimento del senso attribuito dalla Costituzione al diritto soggettivo allo sciopero, ma si propongono per legge ai fini della proclamazione dello sciopero, parametri irraggiungibili per qualsiasi organizzazione sindacale in assenza di una legge democratica sulla rappresentanza capace di verificare, non per autocertificazione, la reale rappresentatività delle organizzazioni sindacali. L’attacco al diritto di sciopero si configura come un ben più ampio attacco al lavoro, ben sapendo che la crisi economica, l’aggressività del padronato, l’enorme tasso di disoccupazione e precarietà non potranno essere ancora per molto tempo governati con i bei discorsi e in pressoché totale assenza di forti investimenti economici e sociali per riequilibrare una situazione che sta divenendo ogni giorno più esplosiva. Stringere le maglie dell’esercizio democratico e cosciente dello sciopero significa ridurre la possibilità che attraverso il conflitto la parte debole della società possa modificare in meglio la propria condizione lavorativa ed economica; non era questo l’intento dei Costituenti che invece attribuivano proprio al libero esercizio del diritto di sciopero questa valenza.

E per questo lanciamo un "appello", una "chiamata nominale" a prendere la parola collettivamente per dire che tutte le lotte per un lavoro sicuro e dignitoso, per la difesa della Costituzione sono e saranno lotte per il diritto di sciopero e di conflitto, e viceversa.

Per dire che la “modernità” dei governi di questi anni ci ha riportato indietro di settant’anni anni alla famosa domanda dei giuristi prima della Costituzione: "sciopero: diritto o delitto?".

I primi firmatari

Paolo Maddalena (Vice Presidente emerito Corte Costituzionale)
 Gianni Ferrara (Costituzionalista)
 Giovanni Palombarini (Magistrato)
 Claudio De Fiores (Costituzionalista)
 Massimo Villone (Costituzionalista)
 Pierpaolo Leonardi (USB)
 Giorgio Cremaschi (Eurostop)
 Alexander Hobel (storico, Univ.Napoli, e rivista “Historia Magistra”)
 Andrea Danilo Conte (Avvocato Firenze)
 ANED-Associazione nazionale ex deportati
 Angelo Ciampi (Università Winterthur, Comitato democrazia sociale”)
 Angelo Ruggeri (Comitato scientifico rivista Fenomenologia e Società) -Antonietta Giglio (Avvocato Catanzaro)
 Antonio Di Stasi (Ordinario di Diritto del lavoro)
 Arturo Salerni (Avvocato)
 Associazione Centro Salvatore d’Albergo-Il Lavoratore”
 Associazione nazionale Giuristi Democratici
 Aurelio De Angelis (Avvocato Bari)
 Carla Filosa (Redattrice rivista La Contraddizione)
 Carlo Barbiani (Mov. Naz. Rilancio e Attuazione Cosituzione)
 Carlo Formenti (Giornalista)
 Carlo Guglielmi (Forum Diritti Lavoro)
 Centro documentazione di storia dell’Emigrazione e del Movimento operaio e contadino
 Cesare Antetomaso (Associazione nazionale Giuristi Democratici)
 Comunità Democratica (Cattolici per il NO)
 Confederazione Sovranità Popolare
 Dino Greco (ex direttore Liberazione)
 Eleonora Forenza (Parlamentare europea GUE/NGL)
 Ermanno Fornaciari (Avvocato Verona)
 Ernesto Screpanti (Docente Economia Università di Pisa)
 Fabrizio Tomaselli (USB)
 Francesco Auricchiella, Avvocato Catania
 Francesco Della Croce (FGCI)
 Francesco Schettino (Univ.Napoli, Direttore “Università Popolare A. Gramsci”)
 Franco Astengo (politologo)
 Franco Russo (Forum Diritti Lavoro)
 Gaetano Bucci (Docente Univ. Di Bari,Costituzionalista) -Gaetano Caterina (Avvocato Campobasso)
 Giacomo Gianolla (Avvocato Padova)
 Gianluigi Valesini (Avvocato Milano)
 Giovanni Chiellini (avvocato)
 Giovanni Mazzetti (Presid. Centro Studi/Iniziative Redistr. Lavoro)
 Giovanni Russo Spena (Giurista)
 Giuseppe Marziale (Avvocato Napoli)
 Guglielmo Giuliano (Avvocato Bologna)
 Lidia Menapace (partigiana ed ex senatrice)
 Loredana De Petris (Pres. Gruppo Misto Senato SI-SEL)
 Loretta Sechi (Avvocato Cagliari)
 Luciano Vasapollo (Docente Università La Sapienza)
 Luigi Di Giacomo (Attuare la Costituzione)
 Manuela Palermi (PCI)
 Marco Bersani (Attac Italia)
 Mario Agostinelli Mario (ex segr. gen. CGIL Lombardia, Presidente Ass. Energia felice)
 Maurizio Acerbo (Segretaro nazionale PRC)
 Mauro Casadio (Eurostop)
 Michele Gioiello Vittorio (direttore del Cespi)
 Mimmo Porcaro (Eurostop)
 Movimento Naz. Antifascista Difesa Integrale e Rilancio Costituzione
 Nicola Sponza (Avvocato Trieste)
 Nicoletta Dosio (NOTAV)
 Pancho Pardi (Giurista)
 Paola Palmieri (USB)
 Paolo Ferrero (Vice Presidente Partito Sinistra Europea)
 Pasquale Maria Crupi (Avvocato Roma)
 Raul Mordenti (Saggista, Univ.Roma)
 Riccardo Faranda (Avvocato Roma)
 Roberta Lombardi (Deputata M5S) -Roberto Trussardi (AvvocatoBergamo)
 Sara Paglini (Senatrice M5S)
 Sergio Cararo (Contropiano)
 Stefano D’Errico (Unicobas)
 Stefano Fassina (Deputato SI)
 Ugo Boghetta (Eurostop)
 Valerio Evangelisti (Scrittore)
 Veronica Pichilli (Avvocato Salerno)


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