Ricordare, ripetere e rielaborare / di Slavoj Žižek

Nel 2017 Slavoj Žižek ha pubblicato per il centenario della rivoluzione d’ottobre un libro intitolato "Lenin oggi", da cui traiamo alcuni brani dall’introduzione.

di Redazione - lunedì 18 dicembre 2023 - 808 letture

Slavoj Žižek (Lubiana, 21 marzo 1949) è un filosofo, sociologo e politologo sloveno, esponente della filosofia marxista. Ricercatore all’Istituto di Sociologia dell’Università di Lubiana, è docente all’European Graduate School e Direttore del Birkbeck Institute for the Humanities presso il Birkbeck College dell’Università di Londra. Nel 2017 ha pubblicato per il centenario della rivoluzione d’ottobre un libro intitolato "Lenin oggi", da cui traiamo alcuni brani dall’introduzione.


Il titolo di un breve testo di Freud risalente al 1914, Ricordare, ripetere e rielaborare, fornisce la formula migliore riguardo al modo in cui dovremmo confrontarci - oggi, cento anni dopo - con quell’evento che si chiama Rivoluzione d’ottobre. I tre concetti citati da Freud formano una triade dialettica: designano le tre fasi del processo analitico, e in ogni passaggio da una fase all’altra sopraggiungono delle resistenze. La prima fase consiste nel ricordare gli eventi traumatici repressi del passato, tirarli fuori, cosa che si può fare anche tramite l’ipnosi. Questa fase conduce rapidamente a un punto morto: il contenuto emerso manca del suo preciso contesto simbolico, perciò resta inefficace, non riesce cioè a trasformare il soggetto, mentre la resistenza resta attiva, limitando la quantità di contenuto rivelato [...]. La resistenza si esprime sotto la forma del transfert: ciò che non riesce a ricordare adeguatamente il soggetto lo ripete, trasferendo la costellazione passata in una presente (per esempio tratta l’analista come se fosse il proprio padre) [...]. Rielaborare significa rielaborare la resistenza, trasformandola da ostacolo in risorsa dell’analisi, e questa trasformazione è autoriflessiva in senso pienamente hegeliano: la resistenza è un legame tra oggetto e soggetto, tra passato e presente, la prova che non siamo fissati soltanto sul passato, ma che questa fissazione è un effetto dell’attuale punto morto dell’economia libidica del soggetto.

Rispetto al 1917, anche noi cominciamo col ricordare, col rievocare la vera storia della Rivoluzione d’Ottobre e, ovviamente, il suo ribaltamento nello stalinismo. Il grande problema etico-politico dei regimi comunisti si può intendere meglio sotto il titolo "padri fondatori, crimini fondativi". Un regime comunista può sopravvivere all’atto di affrontare apertamente il proprio passato, durante il quale furono imprigionate e uccise milioni di persone? Se sì, in che forma e fino a che punto? [1] [...]

... Soltanto chi è fedele al comunismo può mettere in atto una critica davvero radicale della triste realtà dello stalinismo e dei suoi derivati. Affrontiamola: oggi Lenin e la sua eredità sono percepiti come qualcosa di irrimediabilmente datato, che appartiene a un "paradigma" defunto. Non solo Lenin fu comprensibilmente cieco di fronte ai molti problemi ormai centrali nella vita contemporanea (ecologia, lotta per una sessualità emancipata, ecc.) ma la sua brutale prassi politica è del tutto fuori sincrono rispetto all’attuale sensibilità democratica, la sua visione della società come sistema industriale centralizzato gestito dallo Stato è semplicemente inconsistente, ecc. Invece di tentare disperatamente di salvare l’autentico nucleo leninista dall’alluvione stalinista, non sarebbe più consigliabile dimenticare Lenin e tornare a Marx, cercando nella sua opera le radici di ciò che è andato storto nei movimenti comunisti del Novecento?

Tuttavia la situazione di Lenin non fu segnata esattamente da un’analoga irreparabilità? [...] Ricordiamo lo shock di Lenin allorché, nell’autunno del 1914, tutti i partiti socialdemocratici europei (con l’onorevole eccezione dei bolscevichi russi e dei socialdemocratici serbi) optarono per l’appoggio alla "linea patriottica". Quando Vorwärts, il quotidiano dei socialdemocratici tedeschi riferì che al Reichstag i socialdemocratici avevano votato i crediti di guerra, Lenin pensò addirittura a un falso della polizia segreta russa concepito per ingannare i lavoratori russi. Nell’epoca di un conflitto militare che spaccò a metà il continente europeo, quanto era difficile rifiutare l’idea che ci si dovesse schierare nonché il "fervore patriottico" nel proprio stesso paese! E quante grandi menti (Freud compreso) cedettero alla tentazione nazionalistica, magari soltanto per un paio di settimane!

Lo shock del 1914 fu - per dirla nei termini di Alain Badiou - un désastre, una catastrofe nella quale scomparve un mondo intero: non solo l’idilliaca fede borghese nel progresso, ma anche il movimento socialista che la accompagnava. Persino Lenin stesso perse il proprio equilibrio: in Che fare?, nella sua disperata reazione non c’è alcuna soddisfazione, alcun "ve l’avevo detto!". Quel momento di Verzweiflung, quella catastrofe spalancarono la scena all’evento leninista, alla rottura con lo storicismo evoluzionistico della Seconda Internazionale; e Lenin era l’unico al livello di questa apertura, l’unico a esprimere la Verità della catastrofe. In quel momento di disperazione nacque il Lenin che, tramite la diversione di una lettura approfondita della Logica di Hegel, fu in grado di scorgere l’eccezionale possibilità della rivoluzione.

Oggi la sinistra si trova in una situazione straordinariamente simile a quella che diede vita al leninismo, e il suo compito è proprio quello di ripetere Lenin. Questo non implica un ritorno a Lenin. Ripetere Lenin significa accettare che "Lenin è morto", che la sua particolare soluzione è fallita, persino in maniera atroce. Ripetere Lenin significa che occorre distinguere tra ciò che Lenin ha effettivamente fatto e il campo di possibilità che ha aperto, riconoscere la tensione tra le sue azioni e un’altra dimensione, ciò che "in Lenin era più dello stesso Lenin". Ripetere Lenin vuol dire ripetere non ciò che Lenin ha fatto, bensì ciò che non è riuscito a fare, le sue occasioni mancate [2].


Fonte: Lenin oggi : Ricordare, ripetere, rielaborare / Slavoj Zizek ; con una scelta di scritti di Lenin ; edizione italiana a cura di Massimiliano Manganelli. - Firenze : Ponte alle grazie, 2017. - 295 p., [9] : br. ; 20,5 cm. - Tit.orig.: Lenin 2017 : remember, repeating and working through. - ISBN 978-88-6833-762-7.


[1] pp. 7-8

[2] pp. 15-16.


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