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Questo dossier: Interrogazioni sulla mafia

Il 1992, l’anno della mafia. Cosa accadeva in quegli anni nelle città siciliane? Una città "a caso": Lentini.

di Redazione - lunedì 31 dicembre 2018 - 10647 letture

Il 23 maggio 1992 veniva ucciso Giovanni Falcone. Il 19 luglio 1992 Paolo Borsellino. La X Legislatura ha come ultimo presidente della Repubblica Francesco Cossiga e come ultimo presidente del Consiglio Giulio Andreotti [1]. Tra il "prima" e il "dopo" è accaduto l’imprevedibile della storia, e ancora i Partiti istituzionali non si rendono conto di quello che è successo. Quello che negli anni Settanta si diceva: "le contraddizioni interne del Sistema che finiscono per esplodere e far saltare il Sistema". Quell’esplosione ci fu, sotto forma di diverse esplosioni, un po’ perché il potere è sordo d’orecchie e un po’ perché i destinatari veri del messaggio erano diversi: Falcone, Borsellino, gli attentati a Roma e a Firenze. Contro simboli. Per riaffermare la propria forza nel momento in cui "loro" (chi stava al potere) pareva aver dimenticato i favori di un tempo; contro chi, pericoloso, sembrava in quel momento avere pochi amici e molti nemici all’interno delle stanze del potere - Falcone, isolato e non compreso neppure da quelle deboli ma presenti forze anti-mafia che lo avevano prima sostenuto. Il tentativo di tornare a far inclinare l’asse a proprio vantaggio puntando l’asso di picche esplosivo. Ci fu chi trattò.

Tra il 1992 e il 1993 anche Lentini, città al centro tra Catania Siracusa e Ragusa, subisce una forte, esplicita, virulenza mafiosa. Uno degli apici della presenza mafiosa in questa città attraverso attentati, morti per le strade, intimidazioni. In questo dossier documentiamo attraverso le interpellanze parlamentari fatte alla Camera da esponenti di diversi partiti. Sono interpellanze che, rileggendole oggi nel linguaggio burocratico e politico, mostrano una presenza violenta e continuata nel territorio da parte di queste forze. Al di là dei lavori della Commissione antimafia - ristretti negli ambiti istituzionali -, delle cronache dei giornali - che tendono a rincorrere l’avvenimento, e fra perdere in chi legge la continuità delle cose che accadono, l’efferatezza di quel che succede assuefacendo nel flusso continuo destinato all’oblio -, queste scarne interrogazioni indicano che "qualcosa" stava accadendo, che i rappresentanti di quelle popolazioni chiedevano conto a chi aveva il potere. Richieste rimaste senza risposta.

In quegli anni a Lentini come altrove si verificò uno scollamento tra classe politica e cittadini. Tra chi amministrava localmente il territorio e i ceti artigiani, professionali, impiegatizi e produttivi. Mentre la città era spazzata dal controllo delle bande mafiose, la classe politica sembrava non accorgersi di quanto accadeva. Una degenerazione testimoniata dalla cronaca nera e mafiosa, e dal commissariamento che il Comune di Lentini subì (tra luglio e ottobre la sindacatura di Mazzone fu terminata dall’arrivo dei commissari straordinari Politi prima e Vella poi). Il Comune non fu sciolto per mafia, formalmente.


Documenti presenti in questo dossier:

22 giugno 1992: interrogazione di Anna Finocchiaro

20 luglio 1992: interrogazione di Rino Piscitello

20 novembre 1992: interrogazione di Rino Piscitello

23 settembre 1993: interrogazione di Luca Cangemi

4 novembre 1994: interrogazione di Anna Finocchiaro


Nel contesto non c’è solo Lentini, ma anche Carlentini, Francofonte, Scordia e alcuni dei paesi del Calatino (Palagonia, quantomeno) anch’essi interessati all’ondata mafiosa nella zona agrumetata del sud-Simeto, ma in misura e con caratteristiche differenti. Per Scordia il momento cardine fu certamente l’assassinio dell’imprenditore Nicola D’Andrassi, l’11 marzo 1989. Abbiamo raccolto due documenti, successivi per "epoca" rispetto agli anni 1992-1993 interessanti Lentini, che possono dirci come la presenza mafiosa è stata non occasionale né limitata nel tempo, in questi territori:

Scordia, 24 febbraio 1997: interrogazione di Giacomo Garra

Francofonte, 27 ottobre 1997: interrogazione di Rino Piscitello


L’occasione di questo dossier nasce dalla presentazione a Lentini del volume del giornalista Paolo Borrometi (21 dicembre 2018), e dall’articolo di Luigi Boggio che rievoca quegli anni Novanta dello scorso secolo. Abbiamo intitolato questo breve dossier "Interrogazioni sulla mafia" non solo in riferimento al contenuto documentario (le interrogazioni parlamentari) ma alle domande che continuiamo a farci riguardo quel che è successo (e che continua ad accadere).

In realtà, andando a leggere le cronache del tempo e gli studi documentari (ma i report della Direzione investigativa antimafia si avranno regolarmente solo a partire dal 1998), la sensazione che si ha è che nel 1992 quelle interrogazioni parlamentari avvenivano nell’isolamento assoluto: da una parte il silenzio da parte dei Governi dell’epoca; dall’altra l’assenza nella città di un dibattito o di una qualsiasi reazione alla presenza mafiosa che ormai si protraeva da un paio di decenni almeno. E dunque non era più cosa sporadica o "esterna" (la "contaminazione" dal catanese). Già da tempo la mafia alloggiava in città e condizionava la vita sociale, economica e politica della città. L’assenza della politica locale si configura così come una disattenzione colpevole di concussione. Il nome di "mafia" e del capo clan locale, Nardo, non veniva mai fatto neppure in privato. Lentini era diventata una città mafiosa.

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La presenza della mafia nella Provincia di Siracusa - Fonte: DIA, 2017.

Intanto, proprio a partire dal 1992, cresceva una nuova generazione di ragazzi e ragazze che nulla avevano a che spartire con l’antica era, nel bene e nel male. Un ruolo cruciale riveste il prefetto Romano, a Siracusa. Per Lentini ha significato la nascita dell’associazione antiracket, il commissariamento del Comune, e le manifestazioni antimafia di quegli anni: l’albero Falcone alla villa Gorgia, e il convegno sulla mafia all’Antico Lavatoio (allora attivo e non bruciato) in cui per la prima volta si fa il nome di Nardo e della mafia a Lentini in una pubblica assemblea.

Lo sfaldamento dei partiti della Prima Repubblica testimonia la loro inadeguatezza storica; nel 1994 qualcosa di nuovo appare (non è solo perché nasce Girodivite), ha la durata di pochi mesi, lo si cerca subito di soffocare con la Seconda Repubblica di Berlusconi. Ma questa è l’altra parte di questa storia.

Visualizza le mappe della mafia in Sicilia

Il report della DIA sulla mafia nella Provincia di Siracusa, primo semestre 2018. E’ il più recente report, attualmente disponibile.


Pagina creata il 31 dicembre 2018. Ultimo aggiornamento: 16 febbraio 2019.


[1] Il governo Andreotti VII dura dal 13 aprile 1991 al 28 giugno 1992. L’XI Legislatura ha come presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, e come primo presidente del Consiglio Giuliano Amato (28 giugno 1992 - 29 aprile 1993). Le coalizioni di partito che reggono i due Governi solo uguali: DC, PSI, PSDI, PLI. Sigle che oggi dicono poco.

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