Lavoro e rappresentanza

Accordi antidemocratici contro l’avanzata del sindacalismo di classe. "L’occasione storica del sindacato di classe" Intervista a Leonardi (Usb)
In mezzo a tante organizzazioni di sinistra in crisi di identità e militanza, ce ne sono alcune che stanno affrontando una crisi del tutto opposta: di crescita. Le contraddizioni interne alla Cgil, esplose con la firma "clandestina" del "testo unico sulla rappresentanza sindacale", che contiene alcune "regole" chiaramente incostituzionali, ha accelerato la fuoriuscita di numerosi delegati e iscritti, persino di qualche dirigente di lungo corso, in direzione dell’Usb.
Il congresso della Cgil, che si concluderà a maggio a Rimini, va peraltro confermando che la segreteria confederale - Susanna Camusso in testa - non intende riconoscere alcuna "opposizione internea". Anzi, neppure i distinguo rappresentati da alcuni emendamenti formulati da Landini e Rinaldini. Probabile, insomma, che il "dopo congresso" allarghi il flusso delle uscite dal sindacato di Corso Italia.
Ma dai territori arriva la conferma che il processo è anche più complesso, visto cge i "passaggi di campo" si vanno verificando anche in organizzazioni diverse da quella padroneggiata da Camusso & co. Nell’insieme, dunque, si può parlare di "occasione storica" perché il sindacalismo di base possa finalmente evolvere a "sindacato generale", di classe, rappresentativo di larghi strati del mondo del lavoro (e non solo); insomma, ad alternativa credibile rispetto alla "triplice". L’intervista a Paolo Leonardi tocca tutti questi temi e getta un po’ di luce sul prossimo futuro.
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