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Il nuovo contratto: una sconfitta

Il contratto dei metalmeccanici si chiude con una umiliante sconfitta per i lavoratori: avranno 127 euro di aumento soltanto a regime...

di Pietro Ancona - mercoledì 23 gennaio 2008 - 3490 letture

Il contratto dei metalmeccanici si chiude con una umiliante sconfitta per i lavoratori: avranno 127 euro di aumento soltanto a regime, da 1 settembre 2009, cioè tra ventidue mesi e vengono derubati del periodo di vacatio ricevendo soltanto una manciata di spiccioli (trenta euro per ognuno dei dieci mesi trascorsi).

Inoltre la Federmeccanica e la Confindustria realizzano l’obiettivo strategico dell’allungamento del periodo di vigenza del contratto da ventiquattro e trenta mesi, risultato assai brillante per il padronato che si iscrive nella linea di imbalsamazione della contrattazione nazionale. Da qui partirà l’offensiva di sgretolamento del contratto nazionale. Aumenta la disponibilità di lavoro straordinario nei sabati. Nessuna norma viene introdotta a tutela degli infortuni sul lavoro. I poteri dei delegati aziendali alla sicurezza restano tali e quali cioè quasi simbolici.

Per raggiungere questo risultato la categoria si è esposta financo all’occupazione di autostrade e di stazioni ferroviarie. Un enorme dispiegamento di energie quasi per nulla.

I salari dei metalmeccanici italiani restano i più bassi d’Europa e le fabbriche restano aperte alle utilizzazioni di manod’opera più convenienti alle imprese (lavoratori interinali, a progetto, a tempo determinato, provenienti da finte cooperative etc..).


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Il nuovo contratto: una sconfitta
1 febbraio 2008

L’industria italiana è sulla via della bancarotta. Questo spiega perchè c’è un tiro al ribasso su quasi tutti i fronti. Presto o tardi la questione della crisi colpirà anche le pensioni in maniera definitiva. L’unica soluzione è uscire dall’Europa: una vera e propria trappola per topi. E i topi, ve lo garantisco, siamo proprio noi italiani.
Il nuovo contratto: una sconfitta
2 febbraio 2008

Se non usciamo dall’Europa dell’euro andrà sempre peggio. Prepariamoci ad essere il sud america dell’Europa, non quello di oggi però, ma quello dei colonnelli e dei dittatori fantoccio. La dittatura della burocrazia in doppio petto è persino peggiore di quella militare. Quest’ultima la perpecepisci ogni giorno nell’arroganza dei comportamenti. La prima invece è una dittatura strisciante che non si lascia mai combattere: si può andare a tutta contro un muro e sperare di abbatterlo, ma se si finisce nelle sabbie mobili allora non c’è nessuna speranza.