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Gli immigrati non hanno diritto di cura?

Un emendamento al cosiddetto “pacchetto sicurezza”, che propone l’abrogazione del comma 5 del T.U. sull’immigrazione, potrà obbligare le strutture sanitarie alla segnalazione degli immigrati irregolari giunti presso di esse per essere sottoposti a cure mediche.

di giovanni d’agata - domenica 2 novembre 2008 - 2766 letture

Un emendamento al cosiddetto “pacchetto sicurezza” presentato da cinque senatori leghisti in commissione congiunta Giustizia ed Affari Costituzionali del Senato contiene tra le varie proposte quella di abrogazione dell’art. 5 del T.U. sull’immigrazione (D. lgs 286 del 1998).

Tale norma, che nell’impianto attuale prevede che l’accesso alle strutture sanitarie da parte dell’immigrato irregolare non può comportare alcun obbligo di segnalazione alle Autorità, oltre ad essere una conquista giuridica in materia di tutela dei diritti di soggetti più deboli e borderline, non contrastante, peraltro, con alcun principio deontologico della professione medica, è informata principalmente ad esigenze di tutela della collettività nel pieno rispetto dell’art. 32 della costituzione, e quindi rispondente ad esigenze di salute ed igiene pubblica.

Invero, la cura dell’immigrato anche irregolare, permette di ridurre i rischi di diffusione delle epidemie, specie se si pensa che oggi, si assiste ad un aumento di malattie infettive quali l’AIDS ed ad una recrudescenza di antiche patologie quali la tubercolosi o la lebbra, assai diffuse nei paesi in via di sviluppo, fonte dei maggiori flussi migratori verso l’Italia.

Al di là delle evidenti ragioni etiche derivanti dal diritto di cura degli ammalati, secondo molti operatori sanitari, la soppressione della norma in oggetto, con il conseguente rischio per lo straniero non in regola con il permesso di soggiorno che potrebbe preferire di non essere sottoposto a cure piuttosto che esporsi alla segnalazione all’autorità, comporterebbe la pericolosa espansione di una sorta di “clandestinità sanitaria”, con conseguenti gravissime ripercussioni sulla salute ed igiene pubblica di tutta la cittadinanza.


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