Misery deve morire

Da quando sono invecchiato sogno molto spesso.
Per esempio, l’altra sera ho sognato un politico italiano: una specie di Frankenstein, messo assieme facendo un collage dei politici nostrani. Fisicamente era un misto di Bonaccini e Crosetto con tratti fisiognomici femminili presi da Meloni e Schlein. Ricordo che speravo, con tutte le mie forze, non avesse un apparato sessuale in grado di riprodursi.
Dopo essere stato eletto si era arrogato tutti i poteri divenendo di fatto un dittatore, o dittatrice che dir si voglia, dal piglio volutamente militaresco. Aveva impugnato lo scettro del potere con un colpo di mano affidandosi al benvolere delle forze armate. Il consenso del popolo era assicurato da una serie di slogan che ormai avevano perso i connotati ideologici del secolo scorso: lavoro, tasse, pace, sanità, istruzione e sicurezza per tutti, senza distinzione. Una sorta di mantra retorico, demagogico e populistico che veste bene gli epigoni, ormai sbiaditi, del fascismo e del comunismo. Lui/Lei era riuscito a fondere le ideologie del XX° secolo e a mascherare la sua tirannide con un’aura democratica che affascinava la nostra società civile. Era una/o spietato/a tiranna/o che osannava i principi della democrazia rappresentativa, creata per realizzare il bene del popolo italiano.
Però il collante che aveva permesso al mostro ermafrodito di prendere saldamente in mano le redini del potere era stata la sua politica migratoria: i migranti, si sa, sono perseguitati da paesi dove i diritti umani vengono calpestati ogni giorno e infestano la nostra patria come le cavallette, orribile piaga dell’antico e biblico Egitto. Poi ci sono invece quei migranti che si vogliono impossessare del nostro lavoro e quindi della nostra ricchezza facendosi beffe persino dell’articolo uno della nostra Costituzione. Vogliono rubarci la ricchezza, il nostro benessere che abbiamo ottenuto con tanta fatica e di cui siamo orgogliosi.
Terrorizzato, la sveglia mattutina mi ha strappato da quell’orrendo incubo.
Il diritto alla vita e a non essere torturati sono diritti stabiliti da trattati internazionali e dalla carta universale dei diritti dell’uomo a cui anche l’Italia deve adeguarsi. E l’Italia si adegua, eccome se si adegua.
Pochi giorni fa ho ricevuto notizie da un esperto del centro Astalli della provincia in cui vivo e ho fatto un mix con le notizie già in mio possesso raccolte in anni di osservazione [1]. In altre città italiane la situazione è molto peggiore della lussureggiante Trento, soprattutto nelle grandi aree urbane.
- Centro Astalli di Trento - L’iter di Trento per i rifugiati
I migranti della rotta balcanica, cioè quelli che arrivano in Italia dal confine Friulano, per intenderci, o che al loro arrivo nel bel paese si dirigono verso altri lidi europei, quando decidono di partire sanno già che dovranno affrontare il (Squid) Game. Squid l’ho aggiunto perché conosco la serie televisiva sudcoreana ma sicuramente i migranti sono ignari che il loro Game assomiglia ai movimenti ondivaghi di un mollusco come il calamaro.
Sicuramente è un gioco mortale dove le guardie di confine fanno di tutto per torturare fisicamente e psicologicamente quelle persone, in modo da farle desistere dal loro progetto di raggiungere la tanto agognata Europa. Come li torturano: in inverno rubano le scarpe e le calze dei malcapitati e, sulla neve, li obbligano a ritornare sui loro passi. Oppure bruciano tutti i loro effetti personali (dai vestiti, al cellulare, ai soldi e ai documenti, per quei pochi che li hanno) così da impedire loro qualsiasi contatto sia con la famiglia di origine, sia con l’eventuale rete di connazionali che sono ormai risiedono stabilmente in un paese europeo. Una volta entrati in un paese dell’Unione europea devono manifestare la loro volontà di richiesta di asilo (oltre alla dichiarazione d’indigenza), in quanto rifugiati [2].
Ma a questo punto devi superare paesi come la Grecia, la Croazia e la Bulgaria dove, se sei fortunato, entri in centri di accoglienza disumani, vere e proprie carceri super tecnologiche dove vieni controllato 24 ore su 24. In Bulgaria invece ti riempiono di psicofarmaci fino a quando non ne diventi dipendente. Eppure sono paesi democratici e membri dell’UE, come l’Italia.
Noi siamo molto meglio. Siamo il Bel Paese: gli accordi internazionali stabiliscono che i rifugiati devono essere riconosciuti tali in un lasso di tempo che non superi i dieci giorni. A quel punto diamo ai rifugiati un alloggio, il servizio sanitario, un lavoro e la dignità di potersi integrare nella nostra bell’Italia, magari attraverso corsi di lingua italiana. Tutto questo è legato al volontariato e a “Progetti” che non sono gestiti dallo Stato, anche se finanziati in parte dallo stesso . Sono gestiti da organismi come il centro Astalli che non sono in grado di gestire i Progetti per tutta la massa di migranti che si riversa in Italia e che va crescendo costantemente. In più questi Progetti sono a tempo determinato, non possono essere infiniti, per cui queste persone, dopo alcuni anni, si possono trovare al punto di partenza. L’alternativa? Affidarsi a reti create da compaesani che sfruttano gli esseri umani facendoli vivere e dormire ammassati in venti in una stanza e che praticano largamente l’usura con promesse ammalianti. Altro che scafisti che rimangono nel loro paese e prosperano negli affari.
Ho scoperto anche che, nel momento in cui la procedura è partita e viene rilasciato il permesso temporaneo, il migrante (che ha fatto dichiarazione d’indigenza e che ha dichiarato un alloggio ufficiale, leggi organizzazioni territoriali e non reti clandestine, se dormi all’aperto non puoi dichiarare l’alloggio) ha l’obbligo di non lavorare per due mesi. L’assistenza sanitaria è invece quasi immediata anche se qualcuno potrebbe pensare che la persona ha l’obbligo di non ammalarsi per due mesi, tanto non lavora (sic!).
Ma la democrazia esiste? Ora ne sono sicuro, esiste ma per portare all’esasperazione gli esseri umani che non hanno gli strumenti culturali per poter comprendere la realtà in cui vivono (siano essi italiani o migranti). Prima di poter avere il primo permesso di soggiorno, della durata di sei mesi, trascorre come minimo un anno e, per tutto il resto, il migrante si deve arrangiare sperando di trovare le persone giuste che lo indirizzino sul percorso più semplice (sic!).
Un mio amico di Verona mi ha raccontato la storia di Mussa Diarra, dell’ottobre scorso. Lo conosceva e lo apprezzava. Dopo i tempi biblici del nostro paese, non ce l’ha fatta più: si è dato all’alcol e ha minacciato un poliziotto con un coltello. Il poliziotto ha sparato e l’ha ucciso, ligio al dettato del decreto sicurezza.
Ecco perché ho parafrasato il titolo del film di Rob Reiner del 1990, tratto dal capolavoro di Stephen King del 1987. In questo caso, Misery è un nome proprio ma il significato di uso comune è miserabile, povero. In realtà, per la democrazia italiana, misery deve compiere una scelta: morire o sparire, non ci sono alternative.
[1] Inutile cercare di essere esaustivi: il materiale varia da saggi prodotti da professori universitari, a inchieste giornalistiche, a tutto il mare magnum del web. Gli esempi sono socialmente trasversali ma spesso fanno riferimento ad associazioni di volontariato e mai, ripeto mai, al mondo della politica. Il centro Astalli è un organismo di servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia. Vedi Centro Astalli.
[2] Con decreto del 7 maggio 2024 i “paesi sicuri” (per cui non potrà essere accolta la richiesta della protezione internazionale per i rifugiati) sono i seguenti: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Camerun, Capo Verde, Colombia, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Peru’ , Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia
- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -