Francofonte, la città delle acque...fognarie

In città si presenta con maggiore forza ed immanenza il problema degli scarichi fognari a cielo aperto, privi di qualsiasi forma di controllo da parte degli organi locali deputati alla vigilanza.
In città si presenta con maggiore forza ed immanenza il problema degli scarichi fognari a cielo aperto, privi di qualsiasi forma di controllo da parte degli organi locali deputati alla vigilanza. E’ il 1993 all’incirca, quando viene svolta una indagine accurata sugli scarichi fognari pubblici nel territorio di Francofonte. Gli scarichi pubblici sono gli strumenti del Comune utilizzati per lo smaltimento dei reflui provenienti dalle attività degli insediamenti civili (abitazioni private, alberghi scuole...) e degli insediamenti produttivi (industrie, fabbriche, opifici artigiani, attività agricole e pastorizie...).
Si scopre che tutte le acque fognarie scaricano indifferentemente sui torrenti e fiumi, che bagnano la terra di Francofonte, e che a volte vengono addirittura utilizzate per l’irrigazione degli agrumeti i quali, come sappiamo bene, nonostante la crisi del comparto agrumicolo, costituiscono una fonte di guadagno per una buona fetta di popolazione francofontese. Ma questo è un altro tema! La questione viene quindi segnalata all’autorità giudiziaria, che ritiene di restare in silenzio e ferma.
Tra il 1994 ed il 1998, grazie ad un lauto finanziamento pubblico, il Comune di Francofonte realizza un depuratore, una discreta struttura, ma ben funzionale ai bisogni urbani, costruito in contrada Martelletto. La struttura non sarà mai resa funzionante e le acque delle fognature urbane continueranno a scaricare sui torrenti e sui terreni di Francofonte, con la beffa che il depuratore verrà lasciato all’incuria del tempo e delle persone, per essere definitivamente smantellato ad opera di ignoti.
Nel corso dell’ultimo decennio arriva un altro cospicuo finanziamento pubblico, col quale si costruisce un "secondo" depuratore, un impianto ben messo, ma anche questo purtroppo vittima del solito sortilegio, che ne blocca l’utilizzo e così le acque fognarie continuano ancora ad insozzare ed a inquinare i terreni e i torrenti. Risultato, una grande puzza che impregna l’aria, le strade extraurbane sempre sporche di fanghi puzzolenti, la rete fognaria comunale che scoppia ad ogni minima situazione di maggior carico. Insomma, viviamo in un territorio pieno di fogne a cielo aperto, definito da una montagna di disservizi, col grave rischio di vivere nell’emergenza continua in materia di tutela della salute pubblica.
Rispetto a tutto ciò chi ha delle responsabilità dovrebbe essere additato e pagare, anzichè essere reso esente. Pagano, invece, i cittadini contribuenti francofontesi, a suon di denaro proprio, ai quali addirittura l’amministrazione comunale decide di aumentare i balzelli per il servizio idrico e il servizio.....fognario. Roba da Topolinia! Allora, non si può non chiedere a voce alta che il Comune metta in funzione il depuratore, restituisca, a chi è in regola con i tributi locali, il maltolto per un servizio che non c’è mai stato, investa meglio le risorse nel territorio, sapendo che le acque depurate possono essere utilizzate per fini irrigui sulle colture e per gli usi umani, nonché per restituire alla popolazione un gran vantaggio in termini di servizi pubblici buoni ed efficienti. Da un pò di tempo, dopo svariate denunce e segnalazioni, si sta occupando del problema un gruppo di cittadini di Francofonte vicini al M5S, intenzionati a darne ampio risalto.
nel video uno dei collettori della rete fognaria pubblica, che scarica a cielo aperto: http://www.youtube.com/watch?v=hvrgGMY07ZE&feature=share
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