Ficarra e Picone a Taormina

Due giovani comici siciliani al Campus svoltosi al Palacongressi di Taormina.
Esilarante partecipazione dei due giovani comici siciliani al Campus svoltosi al Palacongressi di Taormina alla presenze di numerosi studenti di cinema e scienze delle comunicazioni.
Ci hanno raccontato dei loro esordi, di quando rubavano le battute a Gaspare e Zuzzurro, da essi stessi poi invitati a partecipare ad un spettacolo di Zelig, fino a dirimere la curiosità di una giornalista che chiedeva come mai, se sono critici nei confronti di Berlusconi, conducono in TV un programma sulle sue reti: “...ma se ha tutto in mano lui, per chi dobbiamo lavorare?”
Dopo averci confidato che per loro il top della comicità lo si trova in Totò (l’estro), Chaplin (la poesia) e Sellers (l’arguzia comica) non hanno mancato di tessere l’elogio di Massimo Troisi, ricordando alcune sue celebri battute, tipo quella che a Taormina non c’erano poveri e pertanto vi era una possibile discriminazione dei ricchi nei confronti dei poveri, ed altre tratte da “Pensavo fosse amore, invece era un calesse”.
Hanno ritenuto ingenerosi gli accostamenti che molti fanno di loro due a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, che considerano vere e proprie icone comiche, quasi da fumetto e hanno condiviso col pubblico presente in sala il doppio risvolto con cui hanno accolto l’ultimo responso delle urne con Berlusconi ancora vincente.
Da un lato onore a chi si riconferma, dall’altro cinque anni ancora di possibili battute. Non sono mancate le critiche ai politici leghisti che vanno in giro col fazzoletto verde e poi scherniscono l’unità d’Italia, nonché all’ilarità che suscita il calciomercato del Milan e del possibile scambio Oddo-Zebina (un morto in cambio della bara).
Hanno lodato la comicità di Scajola, inarrivabile, circa la sua affermazione con toni seri e scanditi, circa la volontà di citare in giudizio chi, a sua insaputa, aveva pagato il mutuo della sua casa vicino il Colosseo.
Un amaro commiato dai partecipanti: ci spiace pensare che se tra dieci anni dovessimo tornare per un nuovo Campus a Taormina, molti dei qui presenti potremmo ritrovarli, perché con questa crisi di lavoro che c’è.
E nel tessere le lodi anche di quello che considerano un loro maestro, ovvero Pino Caruso, si sono congedati tra applausi scroscianti e richieste di foto ed autografi, degni da vere star.
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