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Documenti: L’opinione nuclearista di Regge

Pubblichiamo come documento una intervista apparsa sul Corriere della Sera, a Tullio Regge, fisico e nuclearista convinto.

di Redazione - venerdì 21 gennaio 2005 - 9380 letture

«Basta bugie, non ci sono rischi». Il decano dei fisici: pericoli ingigantiti per ragioni politiche

«È ora di smetterla di raccontare frottole sul pericolo nucleare. Il più grande disastro energetico internazionale è legato alla diga del Vajont, con 1.900 morti, mentre le vittime riconosciute del più sbandierato incidente della centrale atomica di Chernobyl sono state solo 57». La Francia - dice Tullio Regge, eletto parlamentare europeo nell’89 come indipendente del Pci -, che ha decine di centrali nucleari in attività da decenni, non ha mai registrato guai o problemi. La Svezia che ne ha 11 continua a produrre senza difficoltà, senza forme di inquinamento. Il rischio nucleare è stato ingigantito per ragioni politiche e strumentalizzato dagli ambientalisti».

La tecnologia di oggi ci garantisce davvero?

«Si sono compiuti enormi progressi nella diagnostica e nei sistemi d’allarme con cui si può prevenire l’evolversi di situazioni a rischio. Lo stesso incidente di Chernobyl è avvenuto per 4 concause e ne bastava una di meno per evitarlo. Ma in quel caso il grave era che il direttore autorizzò un esperimento che non doveva essere compiuto, affidandolo a una squadra di sprovveduti. Il reattore, inoltre, era controllato a grafite e quindi molto instabile e non aveva un secondo guscio protettivo: oggi non si costruiscono più centrali del genere».

Ma l’Italia ha le capacità di affrontare una rinascita nucleare?

«Le difficoltà sono solo politiche, non tecniche. Alla fine ci si scontra con un terrorismo locale che impedisce la nascita della centrale. I tempi per arrivarci, poi, sarebbero molto lunghi: un decennio per cambiare idea e conquistare l’approvazione e un altro per progettare e costruire».

Dopo il referendum abrogativo del 1987 c’è stato lo smantellamento dei centri di studio e produzione. È rimasto qualcosa?

«Certe conoscenze esistono ancora, sono sopravvissute anche se gli uomini che se ne occupavano hanno oggi i capelli bianchi. Probabilmente dovremmo chiedere aiuto ai francesi».

E le industrie sanno sempre costruire?

«Sono certamente in grado, ma bisogna dimostrare una volontà stabile e assicurare un certo programma di diversi impianti perché gli industriali tornino ad investire nel settore».

Intanto acquisire energia dalle centrali vicine è ragionevole?

«Come via intermedia è percorribile. Ma è ridicolo, perché accettiamo di importare energia dalla centrale dell’isola di Cherso, in Croazia, un impianto di origine russa a soli 50 chilometri da Trieste. Il nucleare è una scelta da affrontare ponendo fine alle chiacchere inutili. Le fonti alternative come il fotovoltaico non hanno mercato e vanno bene per soddisfare esigenze locali. Se proseguiamo così, l’Italia va incontro al disastro energetico. I pozzi petroliferi si vanno esaurendo e non c’è futuro in quella direzione».

Resta il problema irrisolto delle scorie radioattive.

«Non è affatto vero che sia irrisolto. Quando vengono vetrificate e depositate nel sottosuolo in caverne di salgemma dove l’acqua non sia transitata, la sicurezza è garantita. Sollevare la questione delle scorie è tipico del catastrofismo dei Verdi. L’opposizione al deposito di Scanzano ha creato alla fine una condizione di massima insicurezza».

Intervista di Giovanni Caprara, Corriere della sera, 21 gennaio 2005.


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Documenti: L’opinione nuclearista di Regge
13 gennaio 2008, di : placido armando

Sono stato e lo sono oggi, più che mai favorevole al "nucleare" Il Prof Tullio Regge ha perfettamente ragione. A Chernobyl il disastro è stato voluto dalla tracotanza dell’uomo,in quanto ha voluto superare i limiti dovuti. Spero fermamente che finalmente il Parlamento italiano possa rendersi consapevole che le nostre industrie hanno di bisogno di "energia".
Documenti: L’opinione nuclearista di Regge
12 marzo 2008, di : sp

Lei scrive: "perché accettiamo di importare energia dalla centrale dell’isola di Cherso, in Croazia, un impianto di origine russa a soli 50 chilometri da Trieste".

1) sull’isola di Cherso, in Corazia, non c’è neppure l’ombra di una centrale, tantomeno nucleare; 2) una centrale nucleare c’è a Krško in Slovenia; 3) non è a 50 km da Trieste, bensì 150 in linea d’aria; 4) comunque non è un impianto di origine russa, bensì americana westinghouse.

spero che le altre informazioni che lei fornisce siano un pochino più precise. saluti sp