Cosa succede agli alimenti cotti in acqua contaminata da PFAS?
Quello che abbiamo scoperto nelle indagini di laboratorio condotte insieme a CNR-IRSA è sconcertante.
I risultati delle nostre analisi indipendenti ci dicono che gli alimenti cotti in acqua contaminata da PFAS possono diventare a loro volta una fonte di questi pericolosi inquinanti. Abbiamo scoperto infatti che la presenza di PFAS in questi cibi può essere decine di volte superiore rispetto agli alimenti crudi. Piero aiutaci a chiedere di vietare l’uso e la produzione di tutti i PFAS su tutto il territorio nazionale!
- Greenpeace 27 ott CNR 2023
Negli esperimenti abbiamo lessato porzioni di pasta, riso, carote, patate e manzo in acqua con livelli di contaminazione da PFAS molto elevati. L’acqua è stata infatti prelevata dal pozzo di una famiglia di Lonigo (Vicenza) che, per decenni e fino alla primavera 2023, ha usato quel pozzo come unica fonte d’acqua.
Questa indagine sfata un luogo comune secondo cui l’ebollizione ridurrebbe la presenza di inquinanti nell’acqua. Per via dell’evaporazione, infatti, la concentrazione di PFAS nell’acqua di cottura aumenta al crescere del tempo di ebollizione.
Le indagini rivelano anche che la presenza di PFAS nei cibi cotti varia in base al tipo di alimento: la pasta e il riso, che assorbono più acqua durante la cottura, mostrano i livelli più elevati di inquinanti, seguiti nell’ordine da patata, carota e manzo.
Per tutelare la salute della collettività, oltre a chiedere di erogare alla popolazione acqua pulita e priva di PFAS, chiediamo il divieto dell’uso e la produzione di queste pericolose sostanze sull’intero territorio nazionale.
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