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24 e 26 luglio 2019 Un vero sciopero di potere nei trasporti: Noi Non Ci Stiamo!

Il 24 luglio Cgil, Cisl e Uil hanno convocato uno sciopero generale dei trasporti di 4 ore ad eccezione del trasporto aereo che lo effettuerà il successivo 26 luglio.

di Redazione Lavoro - mercoledì 24 luglio 2019 - 1799 letture

Innanzitutto, raccomandiamo a tutti i lavoratori l’attenta lettura della piattaforma di rivendicazioni pubblicata da queste sigle che fa chiarezza dei veri obbiettivi di questa azione di lotta.

Tra le richieste, emergono in modo palese che questa piattaforma è rivolta contro il Governo (e fino a qui liberissimi di farlo) reo di “bloccare il Paese”, rivendicando l’abbraccio verso le aziende e verso le associazioni datoriali e appoggiando in toto le loro richieste di maggiore liberalizzazione, privatizzazione e, soprattutto, di investimenti in quelle grandi opere che farebbero gli interessi generali.

Si replica sul terreno dei trasporti quanto già visto finora con i vari patti sottoscritti negli ultimi anni con Confindustria ai massimi livelli.

Non sazi di questo, le tre confederazioni fanno proprie le assurde tesi della Commissione di Garanzia contro quei sindacati conflittuali e non allineati, colpevoli di “impedire” gli scioperi “veri” fatti dalle “vere” Organizzazioni Sindacali, come se non fosse lo strapotere della commissione il vero problema dei lavoratori e del sindacato.

A nostro avviso, si tratta di un vero sciopero di potere che Cgil, Cisl e Uil, con il tentativo di riabilitarsi nei confronti di lavoratori sempre più sfiduciati da quanto hanno visto negli ultimi anni, ma soprattutto rivolto al mondo padronale per riaffermarsi come interlocutori affidabili e utili nel chiedere più soldi per le grandi opere e più mani libere nella gestione dei lavoratori.

Vogliono mantenere inalterato uno schema di potere che ha fatto di tutto fuorché gli interessi delle categorie e utenti in questi anni.

Per fare questo, sono addirittura disponibili ad assecondare lo smantellamento del diritto di sciopero in atto da parte della commissione purchè chiudere tutti gli spazi di democrazia nei luoghi di lavoro.

Crediamo che tutto questo non possa che spingere i lavoratori dei trasporti, che come e più degli altri vedono ogni giorno erodere il loro salario, i loro diritti e la loro salute nei luoghi di lavoro, a tenersi ben alla larga da questo esercizio di potere.

L’informativa della Cgil sullo sciopero

Oggi, mercoledì 24 luglio incrociano le braccia i lavoratori dei trasporti, venerdì 26 luglio sarà la volta del trasporto aereo. A proclamare la protesta sono unitariamente i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti per sostenere la piattaforma unitaria di proposte ‘Rimettiamo in movimento il Paese’ con la quale si rivolgono al Governo chiedendo l’avvio di un confronto su trasporti e infrastrutture, e per chiedere regole chiare che impediscano la concorrenza sleale tra le imprese e diano priorità alla sicurezza dei trasporti e sul lavoro, nonché alla tutela ambientale e al diritto di sciopero.

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini partecipando al presidio davanti alla sede del Ministero dei Trasporti ha affermato: “Per evitare l’astensione dal lavoro di oggi, proclamata un mese fa, il Governo avrebbe potuto fissare trattative o avviare confronti sulle richieste avanzate dai sindacati. Al contrario, non abbiamo ricevuto risposte. Ci sono delle leggi, noi le abbiamo rispettate tutte. Sappiamo di provocare disagi ai cittadini, ma con questo sciopero chiediamo anche più servizi per loro”.

“Nella piattaforma unitaria – ricorda il dirigente sindacale -, chiediamo risposte su questioni precise che riguardano sia il rinnovo dei contratti, sia il Piano Nazionale dei Trasporti, che sia degno di questo nome”.

Secondo Landini “trasporti e logistica sono decisivi per lo sviluppo del Paese” per questo “il Governo deve avere una visione di sistema, che metta insieme tutta la mobilità delle persone e delle merci. Non c’è solo il problema di sbloccare le grandi opere – sottolinea -, c’è bisogno di mettere assieme un piano di investimenti molto serio, perché nel nostro Paese c’è anche un problema di infrastrutture, non solo di grandi opere e alta velocità”.

“Ovviamente in questa visione d’insieme rientra anche il rinnovo dei contratti, unificandoli in qualche caso, e la necessità di avere una sede in cui il Piano Nazionale dei Trasporti possa svilupparsi. Il Governo – conclude Landini – deve capire che se vuole veramente cambiare il Paese, ha bisogno del confronto con i sindacati”.


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