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La mafia dei pascoli

Presentato a Nizza di Sicilia (Me) il libro scritto a quattro mani da Giuseppe Antoci e Nuccio Anselmo

di Piero Buscemi - venerdì 15 novembre 2019 - 2230 letture

Il nome di Giuseppe Antoci è diventato di dominio pubblico dopo l’attentato fallito del 18 maggio 2016, di probabile impronta mafiosa, dal quale uscì illeso, secondo le cronache, grazie all’auto blindata e la scorta. Antoci, però, era stato l’artefice qualche anno prima, esattamente nel 2014, un anno dopo la sua nomina a Presidente del Parco dei Nebrodi, di un Protocollo di legalità, che prenderà il suo nome, e che prevede il certificato antimafia per le assegnazioni degli affitti dei terreni da destinare a varie attività agricole, anche per quelli di valore inferiore ai 150.000 euro.

L’attentato subito sembrerebbe proprio accostabile all’introduzione di questo protocollo e, quindi, dalla reazione delle cosche mafiose operanti sul luogo, tra le quali anche una drina comandata dal fratello Gaetano di Toto Riina. La stretta operata da Antoci sull’obbligatorietà alla presentazione del certificato antimafia per qualsiasi terreno di qualsiasi valore, provocò un controllo serrato sul territorio interessato attorno ai Nebrodi, dal quale la mafia è riuscita a realizzare un volume di affari di svariati miliardi di euro.

La vicenda è stata ricostruita in un libro, scritto a quattro mani dallo stesso Antoci e dal giornalista Nuccio Anselmo della Gazzetta del Sud. Il libro, La mafia dei pascoli, è stato presentato presso la Biblioteca comunale Corrado Cagli di Nizza di Sicilia (Me). Alla presenza del sindaco Pietro Briguglio e con la mediazione della giornalista Lucia Gaberscek, i due autori hanno svelato al pubblico presente in sala i retroscena di questa altra pagina oscura del nostro Paese.

Come recentemente riportato dalle pagine dei giornali, la stessa vicenda dell’attentato è stata oggetto di polemiche e di diatribe mediatiche tra Giuseppe Antoci e il presidente dell’Antimafia regionale Claudio Fava. Una querelle che non sembra possa trovare in breve tempo una definitiva versione dei fatti, dopo l’avanzato dubbio della commissione presieduta da Fava che avrebbe evidenziato una pochezza di indizi da collocare lo scampato attentato nei confronti dellì’ex presidente del Parco dei Nebrodi in una chiara matrice mafiosa.

Le parole di Antoci, in ogni caso, durante il suo intervento sono state molto incidenti sulla sensibilità degli astanti in sala. Il richiamo ad una necessità imprescindibile a svolgere semplicemente il proprio dovere, è stato il messaggio ricorrente della serata, con un chiaro auspicio di trasmettere la responsabilità oggettiva del fenomeno mafioso in tutta la cittadinanza. Settemila affiliati delle cosche - come ha sottolineato Antoci - non dovrebbero condizionare e gestire il destino del popolo siciliano che conta oltre sei milioni di abitanti. Antoci ha invitato i presenti, palesando un messaggio cosmopolita al resto della nazione, ad una maggiore consapevolezza del coinvolgimento sociale che la piaga mafia tende a narcotizzare o a zittire con la violenza delle minacce e degli omicidi.

Antoci l’ha chiamata "una maggiore incazzatura" che sarebbe auspicabile fosse manifestata dai sei milioni di siciliani onesti, senza la pretesa di facili deleghe a "eroi del nostro tempo", come ebbe definire il compianto Andrea Camilleri, parlando dello stesso Antoci. Prendere coscienza di appartenere ad uno stesso destino, con le sue contraddizioni, le problematiche che le interferenze mafiose originano nel quotidiano dei cittadini onesti. Rifiutare qualsiasi logica clientelare, anche all’interno dei nostri piccoli bisogni, frutto dei nostri rapporti con la società e le istituzioni. Comprendere che noi tutti siamo Stato. Lo Stato a cui chiediamo le soluzioni dei nostri problemi e al quale deleghiamo le nostre pretese di onestà. Onestà che diventa ipocrisia ogni qualvolta siamo costretti a metterla in pratica nelle nostre relazioni sociali.

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Antoci autografa una copia
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Antoci e il sindaco di Nizza
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Antoci
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Nuccio Anselmo
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Il pubblico in sala
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La giornalista Gaberscek
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L’intervento di Antoci
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L’intervento introduttivo del sindaco
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Un momento della serata


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