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Hindenburg

"Venezia mi ricorda Instanbul". Sull’elezione di Napolitano II

di Sergej - sabato 20 aprile 2013 - 2753 letture

E così l’élite politica assediata e in piena crisi si è aggrappata a Napolitano. Di nuovo. Seguendo la moda delle "prime volte" proveniente da "oltre Tevere". Il Vaticano ha avuto la sua prima volta di un Papa dimesso, l’Italia ha subito risposto con la prima volta di un presidente rieletto. Napolitano reloaded, Napolitano II "la vendetta" (in questo caso dell’élite politica contro Grillo). Vedremo se questo secondo Napolitano sarà meglio del primo. Anche se, vista l’età, a scadenza accelerata.

Un’unica notazione: l’élite si aggrappa a Napolitano come ciambella di salvataggio. Il Costa Concordia affonda, senza tempeste (ovvero guerre guerreggiate). Un’intera élite fatta di Schettini. Il PD in disfacimento che non ha voluto Rodotà solo perché era sponsorizzato dal movimento M5S. Napolitano come "paraculo" nel senso che è stato chiamato a proteggere il culo dell’élite al potere, nella convinzione che gli interessi di questa élite coincidono con quella di tutti noi. "Il secondo album è il più difficile nella carriera di un artista" cantava Caparezza. Facciamo i nostri auguri a Napolitano II. In Germania quando si fece "la grande coalizione", l’unica a guadagnarci fu la Merkel e il Partito Popolare, il Partito Socialista ne è uscito a pezzi. Ogni volta che i sistemi politici fanno le "larghe intese" a vincere è sempre la conservazione. L’ultima volta, in Italia, dopo il "compromesso storico", abbiamo conosciuto vent’anni di stasi e di mummificazione politica e culturale. Qui l’unico ad aver vinto è Berlusconi. Che ora ha l’occasione di far brandelli di ciò che resta dell’ex centro PD.

L’Hindenburg del titolo: per chi non lo ricorda, alludiamo naturalmente a Paul von Hindenburg, passato alla storia per uno dirigibile e per non essere stato in grado di fermare Hitler.


Paul von Hindenburg Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg (Posen, 2 ottobre 1847 – Gut Neudeck, 2 agosto 1934) fu un generale e politico tedesco. Figura importante della prima guerra mondiale, fu Reichspräsident della Repubblica di Weimar dal 1925 al 1934, anno della sua morte. Durante il suo secondo mandato presidenziale assistette e in parte avallò gli eventi che condussero alla nascita del Terzo Reich hitleriano. Hindenburg era un esponente dell’aristocrazia terriera prussiana ed era ritenuto un conservatore, che auspicava una restaurazione della monarchia tedesca. Anche se sperava che uno dei principi Hohenzollern venisse nominato a succedergli come capo di Stato, non tentò di usare i suoi poteri in favore di una tale restaurazione e si considerò vincolato dal giuramento di fedeltà che aveva prestato alla Costituzione di Weimar. Lo zeppelin LZ 129 Hindenburg portava tale nome in suo onore.

Hindenburg nacque a Posen (l’odierna Poznań, in Polonia), allora Regno di Prussia, nel 1847, figlio dell’aristocratico prussiano Robert von Beneckendorff und von Hindenburg e della moglie Luise (nata Schwickart). Gli Hindenburg erano discendenti di Martin Lutero, iniziatore dello scisma protestante, e di sua moglie Katharina von Bora, per parte della loro figlia Margarethe.

Educato alla scuola per cadetti di Wahlstatt (l’odierna Legnickie Pole, in Polonia) e alla scuola per cadetti di Berlino, combatté nella battaglia di Königgrätz del 1866 e nella guerra franco-prussiana (1870-1871). Nel 1903 venne promosso generale; nel 1911 si ritirò con il grado di generale di corpo d’armata.

Richiamato allo scoppio della prima guerra mondiale, fu vittorioso nella battaglia di Tannenberg (1914) e in quella dei Laghi Masuri (1914), contro l’esercito russo. Gran parte del merito di queste vittorie appartiene al colonnello Max Hoffmann, che riconobbe l’importanza della falla nella sicurezza delle comunicazioni radio dei russi. Con un codice di cifratura semplice e rapidamente decodificato vennero inviate informazioni sufficienti da permettere all’esercito tedesco presente nell’area, guidato da Ludendorff e Hindenburg, di conoscere dove e quando si sarebbero trovate le truppe russe. Alla fine del 1916 Hindenburg fu nominato Capo di Stato Maggiore, in sostituzione di Erich von Falkenhayn, anche se il vero potere era esercitato dal suo vice, Erich Ludendorff. Seguendo i suggerimenti di Ludendorff, nel 1917 Hindenburg diede ordine di riprendere la guerra sottomarina indiscriminata, nota come battaglia dell’Atlantico (1914-1918), provocando il 6 aprile l’ingresso degli Stati Uniti nel conflitto mondiale a fianco della Triplice intesa.

Ancora nel 1917 e insieme a Ludendorff, il generale realizzò la Linea Hindenburg (Siegfried Stellung), un vasto sistema difensivo che si estendeva nel nordovest della Francia per quasi 160 chilometri di lunghezza con una profondità variabile da 6 a 10 chilometri. Costituita da tre linee successive (linea avanzata, linea dei rincalzi, linea della riserva), collegava villaggi, boschi e corsi d’acqua con un sistema di postazioni fortificate, trincee e camminamenti. Ritenuta inespugnabile, fu sfondata dagli Alleati durante l’Offensiva dei cento giorni, a prezzo di pesanti perdite di uomini e materiali. Presidente del Reich

Subito dopo la fine della guerra nel 1918, Hindenburg si ritirò nuovamente dall’esercito e iniziò la carriera politica durante il periodo turbolento della Repubblica di Weimar.

Nel febbraio 1925 il Presidente del Reich, il socialdemocratico Friedrich Ebert, morì prima della scadenza del suo mandato. Le elezioni presidenziali si tennero in una situazione politica ancora condizionata dalla crisi della Ruhr e dalla grande inflazione del 1923. Nelle doppie elezioni politiche di maggio e dicembre 1924 gli elettori avevano confermato lo spostamento verso destra che si era manifestato fin da quelle del giugno 1920, premiando i nazionalisti. A sinistra i comunisti avevano conservato una forte rappresentanza parlamentare, mentre permaneva la conflittualità tra i partiti democratici, tra i quali i maggiori erano il Partito Socialdemocratico Tedesco, il Centro Cattolico, il Partito Democratico tedesco e la Deutsche Volkspartei. In questo contesto maturò nell’opposizione nazionalista antiweimariana l’idea di candidare un esponente di prestigio del vecchio regime capace di raccogliere un ampio consenso. Il candidato naturale sarebbe stato Erich Ludendorff, ma l’ex subalterno di Hindenburg pagò l’appoggio che aveva dato al tentativo di colpo di Stato fallito da Adolf Hitler nel novembre 1923 a Monaco di Baviera. La scelta cadde allora sullo stesso Hindenburg, che dovette la sua elezione all’antagonismo tra i partiti della sinistra: nello specifico al rifiuto del candidato comunista Ernst Thälmann di ritirarsi dal ballottaggio per far confluire i suoi due milioni di voti su Wilhelm Marx, candidato dei cattolici, appoggiato dai socialdemocratici[2]. La grande depressione fu lo spartiacque della prima presidenza Hindenburg. Negli anni precedenti alla crisi del 1929 la politica estera di riconciliazione con le potenze vincitrici del cancelliere e poi ministro degli esteri Gustav Stresemann aveva creato le condizioni per una vigorosa ripresa dell’economia tedesca. Il Piano Dawes (1924) aveva subordinato il ritmo dei pagamenti delle riparazioni di guerra decise nel Trattato di Versailles (1919) alla loro sostenibilità e aveva favorito l’afflusso di capitali stranieri. Il Patto di Locarno (1925), l’ammissione della Germania alla Società delle Nazioni (1926) e una maggiore stabilità politica sembravano aver posto fine al dopoguerra.

L’economia tedesca però dipendeva più di quella degli altri Paesi europei dai rapporti commerciali e finanziari con gli Stati Uniti in forza dei piani Dawes e Young (1929). La grande crisi causò un’ondata di disoccupazione che divenne terreno fertile per la propaganda nazista diretta da Joseph Goebbels. L’inefficacia dei provvedimenti del cancelliere Heinrich Brüning suscitò timore che l’inflazione del 1923 potesse ripetersi e insofferenza verso la democrazia parlamentare, contribuendo a trasformare la NSDAP in un partito di massa: i 12 deputati ottenuti al Reichstag (Dieta del Reich, la camera bassa del parlamento) nelle elezioni politiche del maggio 1928 divennero 107 in quelle del settembre 1930.

Al termine del mandato settennale Hindenburg, che soffriva di saltuarie crisi di senilità, venne persuaso a ripresentarsi alle elezioni presidenziali della primavera del 1932 come unico candidato in grado di bloccare l’ascesa di Adolf Hitler. Quello che era stato il presidente dell’opposizione nazionalista divenne il candidato dei partiti democratici, inclusi i socialdemocratici, e di quella parte della burocrazia, dell’esercito e dei ceti medi che erano favorevoli a una svolta autoritaria, ma diffidavano dei nazisti.

Hindenburg in effetti sconfisse Hitler nella corsa alla presidenza, ottenendo al ballottaggio il 53% dei suffragi contro il 37% di questi e il 10% di Thälmann; ma nelle elezioni politiche del luglio 1932 la NSDAP ottenne 230 seggi, che ne fecero il primo partito al Reichstag.

Hindenburg rimase in carica fino alla sua morte, avvenuta il 2 agosto 1934 nella sua casa di Neudeck (Prussia Orientale), due mesi prima del suo ottantasettesimo compleanno. Il 30 gennaio 1933 aveva nominato Hitler alla carica di Cancelliere del Reich. Il giorno prima della sua morte, Hitler volò a Neudeck per rendergli visita. Hindenburg, vecchio e confuso, pensò di essere dinnanzi al Kaiser e lo chiamò «Sua Maestà».

Dopo la morte di Hindenburg, Hitler dichiarò la carica di presidente del Reich permanentemente vacante, fondendola di fatto con quella di cancelliere, sotto il titolo di "Führer e Cancelliere del Reich" (Führer und Reichskanzler), rendendo sé stesso capo di Stato e capo del governo della Germania (Gleichschaltung). Hindenburg fu quindi l’ultimo presidente del Reich fino al 30 aprile 1945, quando la carica venne assunta da Karl Dönitz dopo il suicido di Hitler come questi aveva disposto nel suo testamento. Hindenburg venne sepolto nel Memoriale di Tannenberg. Nel 1945 le truppe tedesche rimossero la sua bara e quella della moglie, per salvarle dai russi in avvicinamento. Vennero portate a Marburg an der Lahn, nella Germania Occidentale, città di cui Hindenburg era cittadino onorario, dove furono nuovamente e definitivamente interrate nella cappella della torre nord della chiesa di Santa Elisabetta.

Fonte: Wikipedia



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