Gatwick, storia di una valigia smarrita

par Vincenzo Raimondo Greco - mercredi 6 août 2014 - 8532 letture

Londra, è questa metropoli la destinazione della mia vacanza 2014. Io e mia moglie partiamo da Napoli il 26 luglio con volo EasyJet EZY8530 ; siamo in compagnia dei miei cognati, Patrizia e Marcello, e dei loro due figli. Per maggiore tranquillità, ma anche pregustando qualche acquisto londinese, abbiamo deciso di portare, insieme ai bagagli a mano, anche due valige da stiva. Arriviamo a Gatwick alle 11.55 circa. Volo perfetto, personale gentile. Parliamo un inglese molto scolastico ma ci conforta la presenza della nipotina più grande, appena diplomata. Ci dirigiamo, insieme agli altri viaggiatori, verso la zona per il ritiro dei bagagli. Il rullo inizia a scorrere con il suo carico multicolore e multiforme. Attendiamo il nostro turno mentre pensiamo alla giornata che ci aspetta : Buckingham Palace, Millennium Bridge, Westminister e West End alla ricerca di un pub dove poter cenare. Torniamo alla realtà quando arriva la valigia viola dei miei cognati. Rimaniamo in attesa della nostra, mentre poco alla volta, il rullo rimane desolatamente vuoto. Continua a scorrere ma senza pesi. E la nostra valigia ? Guardo negli occhi mia moglie ; siamo sopraffatti dallo stesso timore. La valigia non c’è ! E’ l’incubo che ritorna ; non possiamo fare a meno di ricordarci che nel 2006, di ritorno da un tour nei paesi del Nord-Europa, allo scalo Marco Polo di Venezia, ci trovammo senza la nostra valigia. In quell’occasione, però, non si trattò di un volo diretto. Rabbia e delusione ci assalgono ; “Cosa si fa ? A chi bisogna rivolgersi ?” ; Francesca, la nostra nipotina, ottiene una prima indicazione : bisogna recarsi all’ufficio Lost&Found di Gatwlck che è a pochi centinaia di metri da noi. Lo raggiungiamo e ci accodiamo ad una lunga fila di persone che come noi sono alla ricerca del proprio bagaglio. Al di là dello sportello, dietro un muro di vetro, ci sono tre uomini e una donna che si alternano per dare informazioni. Arrivato il nostro turno, presentiamo il biglietto aereo e lo scontrino del bagaglio smarrito. Il signore, al quale ho anticipato un I do not speak English, mi consegna un modulo da compilare, è il Pir (Property Irregurarity Report), con la descrizione della valigia, le mie generalità, la mia residenza italiana e quella londinese, nonché il mio numero di cellulare e l’indirizzo di posta elettronica. Una volta compilato glielo restituisco e in cambio mi consegna un foglio EasyJet. Capisco, o credo di capire, considerata anche la confusione che si stava creando, che la cosa si risolverà entro monday (lunedì) in caso contrario devo contattare il numero telefonico evidenziato. La pratica è quindi aperta ; ma non mi viene data alcuna ricevuta. Ci piace credere che, probabilmente, come accadde a Venezia, la valigia la riavremo in 48 ore. Passano i giorni, arriva il tanto agognato monday ma non la valigia. Proviamo a telefonare più volte, ma senza avere risposta. Con il cellulare mi collego al sito che Easyjet dedica ai reclami : www.easyjet.airlineluggageclaims.com. C’è la possibilità di scegliere tra diverse lingue, inclusa quella italiana. Penso tra me e me che la cosa si risolverà in breve tempo. Inizio a compilare gli spazi vuoti ; ad un certo punto, però, il modulo elettronico mi chiede il PIR. Ma cos’è ? Tento di inserire il numero del volo, prima completo poi senza le lettere. Inutilmente. Apro l’icona con la I di informazione ; accanto alla parola PIR c’è scritto : “è il codice che le è stato dato all’aeroporto quando ha segnalato il disguido”. Ma quale codice ? A me non è stato dato un bel niente ! I signori hanno ritirato il modello di smarrimento e lo hanno accatastato insieme agli altri ! Senza il PIR, però, non posso completare la compilazione del modello elettronico, Chiedo aiuto a mio figlio che è in Italia, a Milano. Riesce ad ottenere, dopo svariate telefonate, il famigerato PIR ; ora è finalmente possibile seguire l’iter burocratico della pratica. Il 30 luglio, dopo quattro giorni, mi arriva la notizia : la valigia è stata trovata e sta per essere consegnata. Quando riceviamo la comunicazione via mail, ci troviamo a Camden e, per tornare a casa, ci servono trenta minuti abbondanti di metro e l’ultimo miglio a passo veloce. Raggiungiamo Avonmore Road, la strada dove è ubicato il nostro appartamento, ma non in tempo per incontrare gli uomini incaricati di consegnarci la valigia. Lei, comunque, c’è. Addossata alla porta e parzialmente coperta dal secchio della spazzatura. Conclusione degna di una incapacità organizzativa e di una strafottenza inglese a rapportarsi con il resto del mondo. Ora inizierà una nuova avventura, quella relativa al rimborso. “Comprendiamo che potrà aver necessità di acquistare alcuni oggetti essenziali, come articoli da toeletta, abbigliamento di base... ecc...”, si legge sul sito della compagnia aerea che “rimborserà fino a 25 £ al giorno, per un massimo di 3 giorni di ritardo (massimo 75 £) per l’acquisto di oggetti essenziali durante il periodo di attesa per la consegna del bagaglio”. Come fare ? Le indicazioni sono contenute nella pagina http://supporto.easyjet.com/case-4964. “Per effettuare la Sua richiesta di rimborso dei costi sostenuti” è necessario “mantenere tutte le ricevute” che “devono essere inviate” per posta ordinaria o mail. Visto le premesse, e le numerose lamentele lasciate su internet, ho paura che non ci verrà restituito un bel niente.

Vincenzo Greco


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